Non ti pago

“Non ti pago” al Teatro Piccinni: Ficarra tra rispetto della tradizione e nuova leggerezza

Dal 3 al 7 dicembre 2025 il Teatro Piccinni di Bari ha ospitato, per Puglia Culture, Non ti pago di Eduardo De Filippo, nella storica regia di Luca De Filippo, ripresa oggi da Carolina Rosi, con Salvo Ficarra nel ruolo di Ferdinando Quagliuolo. Una tappa molto attesa, che ha saputo attirare sia gli appassionati del teatro eduardiano sia un pubblico nuovo, curioso di vedere Ficarra misurarsi con un personaggio centrale della drammaturgia italiana.

di Antonella Molinaro

Non ti pago

Non ti pago

Non ti pago è una commedia che gioca costantemente sul confine tra comico e amaro: superstizione, povertà, rapporti familiari, invidia sociale. Temi profondamente radicati nella Napoli del primo Novecento, ma sorprendentemente attuali.

Il merito principale di questa messa in scena sta nel tentativo di onorare la tradizione: la regia originale di Luca De Filippo, datata 2015, è stata ripresa con rispetto da Carolina Rosi. Scenografie, costumi, fondale, oggetti di scena: tutto è stato recuperato, come se quelle scene non avessero mai smesso di vivere.

Dietro questa tournée c’è un gesto di memoria: riportare in scena la regia del 2015 di Luca De Filippo, a dieci anni dalla sua scomparsa, significa restituire al pubblico un pezzo di storia teatrale italiana, ma anche rendere vivi quei valori per le nuove generazioni.

Ficarra

Ficarra protagonista: una sorpresa misurata

Ma la forza di questa edizione sta anche nel coraggio di guardare avanti: affidare il ruolo di Ferdinando Quagliuolo a Ficarra, per molti volto noto del cabaret e della televisione, per di più siciliano, significa provare a mescolare comicità contemporanea e sensibilità eduardiana. Il risultato appare come una fusione tra la risata popolare e le tensioni profonde del testo originale.

Abituato a un registro comico diretto e popolare, l’attore siciliano affronta Ferdinando Quagliuolo senza mai cercare la caricatura. Il suo è un personaggio più dimesso, talvolta trattenuto, che punta molto sul ritmo della parola e sulle pause.

Non cerca di imitare Eduardo né Luca De Filippo, e questa scelta si rivela vincente: il suo Ferdinando è meno urlato, più umano, a tratti persino fragile. Nei momenti migliori emerge una malinconia che arricchisce la risata, rendendola meno istintiva ma più consapevole.

Un cast solido e una macchina teatrale rodata

Accanto a Ficarra, il resto della compagnia offre una prova compatta e fedele allo spirito eduardiano. Carolina Rosi guida lo spettacolo con discrezione, lasciando che siano i meccanismi del testo a funzionare, senza orpelli inutili.

Molto numeroso il cast in scena: da Nicola Di Pinto a Mario Porfito a Viola Forestiero, Federica Altamura, Andrea Cioffi, Vincenzo Castellone, Carmen Annibale, Paola Fulciniti e Marcello Romolo.

Le scenografie tradizionali, i costumi d’epoca e le luci restituiscono un’atmosfera familiare e riconoscibile, quasi rassicurante. Nulla tenta di stupire a tutti i costi, ma tutto è al servizio della narrazione e del gioco scenico.

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