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I Grandi Maestri del Cinema: “Crimini e Misfatti” di Woody Allen

Continua la rubrica di cinemio su “I Grandi Maestri del Cinema”, nel 1989 Woody Allen ci sorprende con uno tra i suoi migliori film, “Crimini e Misfatti”.

Te lo ricordi? Riscoprilo qui sotto.

Trama

di Davide Cinfrignini

locandina ufficiale del film crimini e misfatti

Judah (Martin Landau, nominato agli Oscar 1990 per l’interpretazione) è un popolare oculista di New York, da anni tradisce la moglie che lo adora con un’altra donna, l’hostess Dolores (Anjelica Huston), che minaccia di rilevare la loro storia alla moglie, mettendo in serio pericolo la stabilità della sua tranquilla vita famigliare.

Cliff Stern (Woody Allen, nominato agli Oscar 1990 nelle categorie Miglior Regia e Miglior Sceneggiatura Originale) è un documentarista che colleziona insuccessi professionali e sentimentali. Per finanziarsi e ultimare il suo documentario sul filosofo Luois Levy, si occuperà di dirigere un film sul miliardario fratello della moglie, Lester (Alan Alda) . In questa occasione conoscerà Halley (Mia Farrow), di cui si innamorerà perdutamente e cercherà di sedurla in ogni modo.

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Woody Allen e il senso della vita in relazione al destino dell’universo.

“- E ti senti tanto sicuro di questo, quando guardi su in una notte chiara come questa e vedi quei miliardi di stelle ? E niente di questo avrebbe importanza ? – Io, come te, trovo che è bellissimo, e vagamente evocativo di qualche verità profonda che continua sempre a scivolarci via. Ma poi la mia ottica professionale prende il sopravvento. Una meno illudente e più penetrante concezione. E la prendo per quello che è, in effetti: una pura casualità, moralmente neutra, di inimaginabile violenza. – Senti non dovremmo fare questi discorsi. Io devo dormire solo, questa notte.”

Da questo intensissimo dialogo di “Settembre” film diretto e scritto da Woody Allen nel 1987, tra il fisico Lloyd interpretato da Jack Warden e Peter intepretato da Sam Waterston, possiamo cominciare a delineare la personale visione del regista newyorkese sul significato della vita in relazione all’universo, considerazione indispensabile per non rischiare di effettuare un’analisi lacunosa del film “Crimini e Misfatti”. Allen nella sua intera esperienza cinematografica ci presenta la vita dell’uomo come intrinsecamente e totalmente priva di ogni significato e strettamente connessa alla natura dell’universo stesso.
Data l’oggettiva instabilità dell’universo e la reale possibilità che in futuro si disgreghi completamente fino ad essere completamente distrutto, Woody pensa che se la vita dell’essere umano e le sue azioni sulla terra non possono essere dotate di una valore eterno allora sono prive di senso.

Allen associa a questa concezione la totale mancanza di un dio o un ente superiore responsabile del’origine e del destino della vita dell’uomo e del posto in cui vive che vengono presentati come “una pura casualità, moralmente neutra e di inimaginabile violenza”. L’universo risulta essere per Woody come una convulsione temporanea priva di un dio che lo governa e dove la vita dell’uomo è totalmente inutile.

Analisi del film

“Crimini e Misfatti” è un film del 1989 scritto e diretto da Woody Allen. Il tema principale della pellicola è la totale indifferenza dell’universo verso l’uomo che rendono il mondo privo di un senso reale di giustizia. La tematica viene sviluppata attraverso la narrazione di due storie principali, una con protagonista l’oculista benestante Judah Rosenthal e l’altra con protagonista il fallimentare documentarista, Cliff Stern.
Judah è un uomo apparentemente felice che vive nel lusso e viene adorato dalla sua famiglia e stimato dalla società, in verità è un uomo tutt’altro che moralmente ineccepibile, infatti tradisce e mente continuamente alla moglie e in passato si è appropiato indebitamente di fondi destinati alla beneficenza.

Quando commissionerà al fratello, in contatti con la malavita organizzata, l’omicidio dell’amante Dolores, che da tempo minacciava di raccontare della loro storia alla moglie, attraverserà un breve ma intenso periodo di crisi esistenziale. Il suo background religioso (come lui stesso lo chiama) che fino ad ora aveva almeno apparentemente nascosto attraverso un fervido e deciso ateismo, riaffiorerà in superficie causandogli una crisi di coscienza che lo porterà ad un passo dalla confessione del delitto alle autorità. Cliff è un regista di documentari che affrontano tematiche sociali, il suo insuccesso professionale, data la scarsa commerciabilità delle sue opere, si unirà a quello privato, con il fallimento del suo matrimonio. Cliff a differenza di Judah crede di poter costruire un mondo dove dominano giustizia e moralità e attraverso il suo comportamento cerca di renderlo tale.

I fatti però voltano le spalle a Cliff, che fallisce miserabilmente. Mentre Cliff vede la sua vita naufragare, Judah riesce a superare la sua crisi e addirittura la sua vita torna in quell’ordine apparente e estraniante che aveva preceduto l’arrivo di Dolores. L’universo dove operano i protagonisti viene presentato come un posto freddo, privo di giustizia e indifferente alla vita degli esseri umani, dove risulta essere assordante il silenzio di Dio. Woody costruisce un affresco spaventoso di immoralità e decadenza sociale in cui il giudizio etico sulle vicende dei protagonisti viene lasciato completamente al parere soggettivo di ogni spettatore.

Allen scrive una sceneggiatura ad incastro solidissima, con dialoghi brillanti e una trama estremamente originale, riuscendo anche ad inserire un numero impressionante (per essere presenti in un film tendenzialmente drammatico) di battute esilaranti. Avvalendosi inoltre di un cast splendido, dove brillano particolarmente Alan Alda, Martin Landau e Anjelica Huston e della fotografia del fuoriclasse svedese Sven Nykvist, “Crimini e Misfatti” è una delle opere più complete e meglio riuscite nella sterminata filmografia del regista newyorkese, che riesce a combinare un’intensa e suggestiva riflessione filosofica sul senso della vita e il destino del mondo con il suo spiccato talento per l’umorismo e la comicità intelligente.

Il rabbino Ben e il filosofo Louis Levy

In “Crimini e Misfatti” l’analisi dell’operato di due personaggi minori permette di svelare più approfonditamente le tematiche affrontate da Woody Allen . Ben è un rabbino, cognato di Cliff , paziente e buon amico di Judah. Ben è un uomo buono che crede nella giustizia e nel perdono divino, la sua vita è un esempio di moralità che si poggia su basi religiose.

La sua graduale perdita della vista rappresenta la sua cecità di fronte agli eventi dell’esistenza umana, Ben antepone Dio alla verità perchè senza credere alla sua esistenza non saprebbe a cosa appigliarsi. La visione del filosofo ateo Louis Levy, a cui Cliff sta riservando un documentario, è completamente opposta.

Levy è sopravvissuto alle persecuzioni naziste a causa delle sue origini ebraiche. Il filosofo tedesco sostiene che l‘universo è un luogo completamente freddo e indifferente alla felicità umana e che l’uomo attraverso le sue scelte morali si autodetermina e solo attraverso la sua capicità di amare è in grado di dare un significato compiuto all’intero universo. Nella maggior parte dei casi però secondo Levy “il gioco non vale la candela” e l’esistenza dell’uomo diventa completamente inutile.

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