Abbandoniamo le storie drammatiche per la solita pausa settimanale e occupiamoci di una storia realmente accaduta ad Harvey Milk. Laureato in matematica si trasferisce negli anni Settanta a San Francisco dove diventa proprietario, insieme al suo ragazzo, di un negozio di fotografie nel quartiere Castro. Omosessuale e alla ricerca dell’emancipazione in tempi in cui si parlava di omosessualità come di un comportamento illegale, si candida a consigliere comunale. E’ sostenuto da una compagnia di emarginati, diseredati, omosessuali, e persone provenienti da paesi diversi che troveranno in lui la volontà di combattere contro la clandestinità nella quale sono costretti a vivere per via delle intolleranze del tempo. I primi tentativi falliscono, ma la sua determinazione spinta da una rivalsa verso gli oppositori lo induce a candidarsi di nuovo.
Sarà eletto consigliere comunale (supervisor). E’ il primo omosessuale dichiarato ad avere accesso a una carica pubblica in America. Le sue idee riecheggiano per le strade della città e da ignorato e discriminato diviene leader del popolo.
Harvey Milk è stato promotore dell’ ordinanza sui diritti dei gay e conquistatore della Proposition 6, che voleva escludere gli omosessuali dall’insegnamento nelle scuole pubbliche. Il 27 Novembre 1978 Harvey Milk venne assassinato dall’ex consigliere comunale Dan White.
White (omofobo), si era dimesso pochi giorni prima per via della sua opposizione all’entrata in vigore di leggi sui diritti dei gay. Fu accusato di omicidio volontario (con l’attenuante della semi-infermità mentale), e condannato a cinque anni di carcere.
Tematiche
Marginalità ed esclusione dalla società, questo è lo scenario di inizio film. Condizioni precarie, dovute anche alla mancanza di una personalità di spicco che potesse erigersi a oppositore delle ottusità degli anni Settanta.
Il tutto fino all’arrivo di Harvey (Sean Penn). All’inizio Milk non ci cattura, il film si mostra lento e poco coinvolgente, ma la fiducia che riponiamo nei suoi confronti è molta e rimaniamo ancorati allo schermo in attesa di un qualcosa. Quel qualcosa chiamato ostinazione non tarderà ad arrivare.
Ancora oggi prevale un clima di ostilità nei confronti di coloro che hanno un diverso colore di pelle, una diversa mentalità, o un diverso modo di vivere la sessualità. Decisioni cosi rivoluzionarie in quegli anni hanno prodotto soltanto scalpore e non effetti desiderati, considerando le condizioni ancora retrò nelle quali versa il mondo di oggi.
Pensare ad un’evoluzione cosi repentina negli anni Settanta, ci rende, nel 2010 retrogradi, ottusi e meschini. Per farla breve, siamo alla preistoria. Il film complessivamente è carino, Sean Penn si è completamente immedesimato nei panni di Milk. Le nostre considerazioni diventano naturali per via degli argomenti trattati, non per come vengono trattati. Il tabù non è di certo stato superato ma gli spunti di riflessione rimangono. Riflettete.
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