Esce nelle sale italiane il 9 maggio 2019 Ted Bundy – Fascino criminale. Il film è diretto da Joe Berlinger con Zac Efron e Lily Collins
Ted Bundy – Fascino Criminale
Gli anni sono gli anni ’70. Il protagonista è Theodore Robert Bundy , più noto come Ted Bundy, il fascinoso serial killer che ha ucciso (si stima) più di 30 ragazze. Il film non è il primo film su Ted Bundy, già nel 2002 è stato fatto un film su di lui. Il film non è nemmeno un classico film sul serial killer a cui siamo abituati, non è ne la storia della polizia che dà la caccia minuto per minuti, in stile c.s.i. al cattivo. Non è nemmeno la storia del serial killer che sceglie, pedina, rapisce e uccide le sue vittime. E’ si la storia di un serial killer, ma è vista più dal punto di vista di Liz, la sua fidanzata.
Il film si basa infatti sul libro The Phantom Prince: My Life With Ted Bundy di Elizabeth Kendall (Liz, la fidanzata nel film). Nella prima metà circa del film infatti, la storia ruota tutta intorno a Liz, giovane ragazza madre che incontra Ted in un bar. Subito tra i due scocca l’amore, una storia d’amore che sembra troppo bella per essere vera. Infatti, la storia che sembra essere così perfetta agli occhi degli estranei, subisce una battuta d’arresto quando Ted, viene arrestato per non essersi fermato a uno stop.
Dopo l’arresto, il nome di Ted “salta fuori” come sospettato di un rapimento, essendo il suo nome stato segnalato alla polizia. Da quel momento in avanti inizia il processo a Ted, e più il processo e le accuse aumentano e si aggravano, più Liz si distacca da Ted. La seconda parte invece, è più incentrata su Ted stesso, sull’avanzare del suo processo e sui suoi tentativi di fuga (n.d.r. nel film Ted legge Papillon, un libro sulla fuga di un uomo innocente da una prigione, hanno fatto recentemente un bellissimo film Papillon). Liz nel frattempo si dispera e sprofonda in una spirale di alcol per dimenticare Ted (non voglio fare spoiler, ma c’è un suo perchè).
Senza fiato
Ted Bundy è un film che ti prende e che ti incolla allo schermo. Per tutto il film, la spettacolare interpretazione di Zac Efron ti lascia il dubbio sull’effettiva innocenza del suo personaggio. Ma dopo tutto, è esattamente quello che il vero Ted fece all’epoca. Ted usava il suo fascino e il suo sorriso da bello e dannato, prima per affascinare e poi uccidere ragazze, dopo per arruffianarsi l’opinione pubblica e i consensi del popolo.
Il processo a Ted Bundy difatti è il primo processo a un serial killer che viene trasmesso in tv (da lì forse è nato il gusto macabro di appassionarsi ai casi violenti, un pò come quando ci si ferma a vedere gli incidenti ai lati della strada). L’abilità di Ted è stata il riuscire a manipolare sia le persone, che i media, in modo da apparire come la vittima del sistema giudiziario. Purtroppo per lui però, non c’è riuscito fino in fondo.
Nella parte finale di Ted Bundy, ci sono proprio degli spezzoni dei filmati fatti all’epoca, conversazioni che il regista ripropone parola per parola nel film. Il vero Ted Bundy affascinava davvero le folle, schiere di giovani ragazze andavano ai suoi processi, convinte della sua innocenza, addirittura una ragazza (Carol Ann, presente nel film) arrivò a sposarlo e a farsi mettere incinta da lui. Il proverbiale fascino del cattivo ragazzo. Peccato che qui si parli di un serial killer che ha ucciso più di 30 ragazze, che 30 è solo un numero indicativo, ma vedere i 30 nomi sullo schermo, a fine film aiuta a capire.
Cosa ci insegna questo film? Che i serial killer sono tra noi. E non l’hanno scritto in faccia che sono serial killer. Le parole che userei sono: La banalità del male (che è anche un libro, sempre su un processo, ma di tema tutt’altro differente).
Pensavo di essere uscita io coi sociopatici, ma ho ridimensionato grandemente vedendo questo film. Che ci insegna anche che prima di uscire con qualcuno è meglio controllare gli identikit della polizia che la prudenza non è mai troppa. Scherzo! Meglio fare direttamente il primo appuntamento alla stazione di polizia.