Arriva in sala dal prossimo 12 Marzo il nuovo film di Saul Dibb che, dopo l’ottimo riscontro de La Duchessa, torna dietro la macchina da presa trasponendo il romanzo di Irène Némirovsky, pubblicato nel 2004 dopo essere stato ritrovato a circa sessant’anni dalla sua stesura durante la seconda guerra mondiale. Con protagonista un’intensa Michelle Williams, arriva al cinema Suite Francese.
Trama
Lucille (Michelle Williams; Marilyn, Il grande e potente Oz) vive in un piccolo paesino della Francia durante la seconda guerra mondiale con la prepotente suocera Madame Angellier (Kristin Scott Thomas; Nella casa, Solo Dio Perdona), in attesa del ritorno del marito, che non ha mai davvero amato, dal fronte. L’arrivo dei nazisti nella cittadina porta scompiglio ed inquietudine, fino all’incontro di Lucille con l’affascinante comandante tedesco Bruno Von Falk (Matthias Schoenaerts; Un sapore di ruggine e ossa, A little chaos).
Trailer ‘Suite Francese’:
La storia sepolta
La cosa più interessante attorno a Suite Francese diretto da Dibb è la storia attorno al manoscritto della nota scrittrice Irene Némirovsky, famosa per le sue origini ebree che la portarono alla deportazione nei campi di concentramento di Auschwitz, dove morì nel 1942: difatti, quest’opera era rimasta ‘sepolta’ tra decine di manoscritti della donna custoditi dalla figlia ma mai letti finché, prima di cederli ad un archivio francese nel 1990, la donna decise di rovistare nei documenti fino a trovare il manoscritto originale che venne poi pubblicato, dopo circa sessant’anni, nel 2004.
Amore & Guerra
Infinita raffinatezza nel raccontare è quella che detiene un regista come Dibb che sa muoversi con attori delicati e profondi, in un copione ‘a sottrarre’, intingendolo di una fotografia fredda, una musicalità che crea subito il giusto ritmo e clima di racconto, ora passionale, ora raggelante, e ricco di un profondo ed accurato lavoro di costumi e messa in scena (con il fedele Michael O’Connor, con cui ha già lavorato ne La Duchessa).
Seppur la distribuzione degli attori non porta ad approfondire nel migliore dei modi i personaggi attorno ai due protagonisti, tra tutti il personaggio ricco di sfaccettature di Kristin Scott Thomas, bravissima ma relegata ai margini in un ruolo che si sarebbe potuto sviluppare di più, come il personaggio interpretato da Sam Riley (Byzantium, Maleficent).
Ottimi e in parte si dimostrano al contrario la Williams e l’attore belga Schoenaerts: bella alchimia tra i due, facilmente credibili nella parte, soprattutto lei che decide ancora una volta con semplicità e scrupolosa attenzione ai dettagli ed alla micro mimica di ‘dar vita’ a questo personaggio fragile, delicato che, come già accadutole in altri ruoli, si rivendica su se stessa, sul suo ruolo di donna e sulla sua vita presente e futura.
E sembra una chiusa perfetta, quasi una seconda vita per la scrittrice di un’opera come Suite Francese che ha fatto si, a distanza di decenni dalla sua ingloriosa morte, di donarle nuova linfa vitale, un finale diverso, più positivo, più cinematografico, la possibilità di sognare ancora una volta, di una folle passione come della fine di un’orribile guerra.