La legge del Mercato del regista francese Sthéphan Brizè ha partecipato in concorso all’ultima edizione del Festival di Cannes, e Vincent Lindon ha vinto la Palma d’Oro come migliore attore protagonista. E’ nelle sale italiane dal 29 ottobre 2015.
La legge del Mercato parla dell’attuale crisi del lavoro, ed è una storia che potrebbe accadere in qualsiasi parte del mondo.
La legge del mercato
Thierry Taugourdeau (Vincen Lindon) è un uomo di di 51 anni, che perde il posto di lavoro. Dopo 20 mesi di ricerca tra domande all’ufficio di collocamento e corsi di formazione, trova un posto in un supermercato, come sicurezza. L’opera ha fatto molto discutere in Francia, soprattutto il ministro del lavoro dopo aver visto il film si è reso conto del mal funzionamento delle agenzie interinali, che spesso fanno inscrivere le persone a dei corsi finti, che non ti formano sulle nuove tecniche, e si rimane tagliati fuori dal mercato, oltre che per questioni di età.
Vincent Lindon ha incontrato la stampa a Roma presso il Nuovo Sacher. Ci ha raccontato che il tema de La legge del Mercato è nato da un idea comune con il regista Stéphane Brizè, con il quale lui aveva già lavorato in passato. Hanno deciso di comune accordo di scegliere un cast di attori non professionisti. Lui ha voluto mettersi a pari loro sul set, non facendosi venire a prendere da una macchina per andare sul set, ma aggregandosi al loro e mettendoli a proprio agio.
Proprio per mantenere viva la verità nella recitazione, non hanno fatto prove. Ogni giorno il regista arrivava sul set con le parti, si leggevano le parti insieme due, tre volte massimo e poi si iniziava a girare.
Il lavoro che lui ha attuato sul personaggio, è il frutto di osservazioni. Lui preferisce osservare le persone come si muovono, la postura, l’atteggiamento, il tono di voce. Nella sua vita ha conosciuto molti Thierry, e la cosa che gli è piaciuta di più e che lui sia una persona che con una propria dignità, e che anche nella sventura, non si svende mai. Non è disperato, ma reagisce in qualsiasi situazione. E questa positività è la chiave di tutto il film, il messaggio che lui vuol dare al pubblico. Non bisogna mai perdersi, lasciarsi andare o deprimersi, anche se tutto sembra remare contro.
Per La legge del mercato hanno lavorato anche con budget ridotto. Il regista ha preferito lavorare con il direttore di fotografia, Eric Dumont, abituato a girare documentari, per dare quel senso di autenticità alle scene, con queste inquadrature strette sui visi, e lo stile asciutto, poco utilizzato per i film.
Decisamente si può dire che si tratti di un film politico, in quanto riguarda ognuno di noi.