L’interesse di questo film nasce maggiormente per l’esordio bomba del giovane Neil Blomkamp, che con il suo District 9, nato da un cortometraggio, notato successivamente da Peter Jackson e trasformato in un film, era riuscito a portare una novità nel genere della fantascienza.
Elysium
Elysium è un film che necessita di conferme, a partire dallo stesso Blomkamp che ha il compito di affermarsi come nuovo giovane autore di Hollywood, per non essere classificato come il classico, tra i tanti, fuochi di paglia.
Elysium conferma quanto di buono fatto dal regista nella pellicola precedente: l’attualità, la rivalsa sociale, la lotta e relativa distinzione di classi sono temi importanti per il regista (nato e cresciuto in sud africa, cosa che credo abbia molto influenzato la visione del mondo e della politica mondiale) che li ripropone ancora una volta.
Film riuscito o no?
Elysium quindi ha due differenti chiavi di letture:
da una parte abbiamo la consapevolezza di avere tra le mani un autore che ha le idee chiare sul suo cinema, che le manda avanti, le propone, le lima e le trasforma in materiale audiovisivo e le inserisce in un contesto strettamente futuristico, nel cercare l’attualità di oggi, nel domani, la vita nei sobborghi, il cambiamento drastico delle priorità del personaggio, dal pensare solo alla sua vita, ad arrivare a cercare di cambiare anche quelle degli altri, se non, di tutti quelli che come lui conducono una vita disagiata sulla Terra, ammirando la bellezza celestiale, lontana e distante di Elysium, un paradiso terrestre, fuori, nello spazio.
Da una parte opposta, ritroviamo tutte le cose citate sopra, ma in chiave negativa: Blomkamp è a conoscenza della sua bravura (nonostante sia solo al secondo lungometraggio) a girare e qui riconosciamo lo stile, tenta qualche novità, qualcuna buona, qualcuna che cade nel classico e nel già visto e i temi che tratta sono, confezionati in modo differente, gli stessi già proposti in District 9, aggiungendo quindi poco a questo film.
Risultato?
Semplicemente, Elysium è un film ben scritto, ben girato, che dimostra le potenzialità di questo regista e nello speciale, nell’affrontare dei temi sociali, importanti al regista, con maestria, peccando di repitività, che spero si sia accorto di questa piccola limitazione, con l’augurio di poter ampliare i temi trattati in altre pellicole future.