Premiato lo scorso anno al Festival internazionale del cinema di Venezia nella sezione Fedora, approda in circa 25 copie anche nelle sale italiane l’esordio al lungometraggio del giovane regista sloveno Rok Bicek, un film che lascia spazio ad interrogativi esistenziali, morali, etici all’interno di una scuola, nel conflitto tra una classe di studenti e la classe di professori: arriva in sala dal 9 Ottobre Class Enemy.
Class Enemy
In classe arriva il professor Zupan, insegnante di tedesco. I suoi metodi sono rigidi e punitivi e creano diverse problematiche all’interno di una classe abituata a metodi d’apprendimento e di approccio al professore nettamente più moderni e “umani”. Quando Sabina, una ragazza della classe, muore improvvisamente senza motivo apparente, l’intera classe incolpa il professore ed i suoi metodi, etichettandoli come “nazisti”.
Trailer del film:
Fazioni contrapposte
Con estrema lucidità questo giovane regista riesce a raccontare senza falsi moralismi e facile narrazione la realtà della scuola odierna: non una scuola slovena o facilmente adattabile alla realtà italiana, bensì una scuola europea se non addirittura mondiale in cui lo scontro nato con la “scusante” di una morte improvvisa di un’alunna senza apparente emotivo smuove tutte le labili certezze della classe di studenti, ancora in fase di crescita, di maturazione, facilmente reazionari nell’impeto della loro età e la classe di professori, divisi e combattuti tra un’educazione classica, ligia, fredda e distaccata e una modernità educativa che tende ad aggiornarsi ai tempi, ad eliminare alcune barriere tra docente e studente e a trovare approcci più semplici e vicini al mondo degli studenti.
In un mondo di certezze così latenti, dove entrambe le fazioni in realtà sono precari di convinzioni ed obbiettivi, un professore vecchio stampo come Zupan potrà essere accusato di essere addirittura ‘nazista’, a seguito della morte della ragazza, preso come capro espiatorio di tutta la vicenda per via anche dell’utilizzo di metodi e atteggiamenti risalenti ad una scuola che ormai oggi è pronta a scomparire.
Il genio del regista e co-sceneggiatore sta proprio nel non appoggiare però nessuna di queste fazioni e, anzi, decidere di ‘chiudere’ tutti i suoi giocatori nel microcosmo scolastico non tanto per mostrare come questo sia in realtà specchio di una società dalle latenti convinzioni quanto per espletare all’interno delle due ore di pellicole tutti i suoi punti lavorando addirittura su una sottrazione di virtuosismi registici, sonori, di dialogo e addirittura d’immagine per lasciare così al pubblico e allo spettatore un’attenzione sempre alta e punti di riflessione alti e stratificati che non possono non accompagnarlo anche fuori dalla sala, a fine proiezione.
Per il futuro
Ottima la prova dell’attore teatrale e cinematografico Igor Samobor (Seduce Me) che, anche lui lavorando a sottrarre, riesce a restituire tutta l’essenza e la profondità ricca di sfumature del suo personaggio. Diversamente dagli interpreti del corpo docente, gli studenti sono stati scelti tutti da licei sloveni e si trovano in questa pellicola ad affrontare quindi la loro prima prova sullo schermo. Il film verrà distribuito da Tucker Film in Italia e per questo giovane regista si apre da adesso un percorso importante che di certo, anche se non facilmente, potrebbe in futuro lasciare un segno indelebile nel panorama del cinema europeo.