Carol di Todd Haynes è il sesto film del regista ed è nelle sale italiane dal 5 gennaio 2016 con la casa di distribuzione Lucky Red. Dopo aver girato in svariati festival, tra i quali Festival del cinema di Cannes, vincendo la Queer Palm come miglior film a tematica omosessuale e la Palma d’Oro per la migliore interpretazione femminile all’attrice coprotagonista Rooney Mara, ed il Festival del cinema di Roma, dove il regista ha tenuto una master class sulla regia.
Carol
Carol è tratto dal romanzo The Price of salt (1952) di Patricia Highsmith, alias Claire Morgan. Per via delle leggi che condannavano l’omosessualità con pene molto severe, la scrittrice, conosciuta soprattutto per i suoi romanzi gialli e per aver inventato il personaggio di Thomas Ripley, dovette utilizzare uno pseudonimo per farlo uscire. La sceneggiatura scritta da Phillis Nagy non si distacca molto dall’atmosfera del romanzo.
Carol, interpretata dall’affascinante attrice Cate Blanchett, un giorno entra in un grande magazzino, e incrocia lo sguardo di Therese, una straordinaria Rooney Mara, che rimane ammaliata e turbata da quelle attenzioni ricevute da una donna. Ed è così che inizia una grande storia d’amore tra le due donne, che le porterà attraverso un lungo viaggio, a gioire e soffrire contemporaneamente.
Tutto è sempre filtrato attraverso un vetro, un immagine riflessa allo specchio o attraverso l’obbiettivo della macchina fotografica, come se l’autore volesse sottolineare la difficoltà di vedere la realtà con chiarezza da parte delle due protagoniste, che si lasciano travolgere dalla passione e dagli eventi, non riuscendo più ad orientarsi e vedere cosa sta accadendo attorno a loro. Questa dimensione riesce a travolgere anche lo spettatore. Non è facile raccontare una storia come questa, soprattutto perché a distanza di tempo, ancora dobbiamo lottare contro i pregiudizi e l’omofobia. La magia che riesce a creare supera tutte le barriere, ci fa scordare tutte le sovrastrutture sociali per coinvolgerci e vedere la storia attraverso la loro prospettiva.
L’interpretazione delle due protagoniste è davvero molto intensa, ed il film Carol andrebbe visto in lingua originale. Inoltre è anche molto bella la fotografia curata da Edward Lachman, che ha vinto il premio presso il New York Film Critics Circle Awards.
Non è la prima volta che il regista si ritrova ad affrontare questo argomento, che ritroviamo sia nel film Velvet Goldmine (1998), ispirato alla vita del cantante David Bowie, ed anche in Lontano dal paradiso (2002), ambientato negli anni 50, stesso periodo storico di Carol.
Carol è stato insignito di 5 nomination per il Golden Globe: miglior film drammatico, miglior regia, miglior attrice protagonista, miglior attrice non protagonista e migliore colonna sonora. Non si esclude che anche alla serata degli Oscar potrebbe prendere qualche premio.