Uscirà il 21 marzo nelle sale italiane A un metro da te il nuovo film diretto da Justin Baldoni, con Cole Sprouse e Haley Lu Richardson. Piccola nota: il 5 marzo uscirà invece nelle libreria il libro tratto dal film
A un metro da te
Ebbene si, avete letto giusto. Il libro tratto dal film, e non il contrario. Cito testualmente: “Mikky Daughtry e Tobias Iaconis (gli sceneggiatori n.d.r.) scrivono la sceneggiatura di questo film e, dopo averla sviluppata quasi per intero, si rendono conto di avere per le mani un romanzo perfetto”.Questa affermazione lascia un pò il tempo che trova. Nel senso che si ok, avete tra le mani il romanzo perfetto, ma non potete accontentarvi della sceneggiatura?
Ovviamente no, cosa non si fa per tirar su 4 soldi. Detto questo posso dire che ho letto il finale del libro ed è un finale diverso rispetto al film. Quindi wow, addirittura 2 storie diverse, quindi la sceneggiatura non era poi così tanto “il romanzo perfetto” o non avreste cambiato la storia per il libro.Ti ho scoperto mascherina.
Finito questo excursus sul libro, passiamo ora al film. A un metro da te, che ho come ho già detto è una misura relativa. Il film dura quasi 2 ore, e vi assicuro che sono davvero tante. Io davvero, capisco le nobili intenzioni che il film si pone, vuole far conoscere una malattia (la fibrosi cistica) sconosciuta ai più; attraverso la storia d’amore tra i due adolescenti malati, vuole far capire al grande pubblico come vive un malato di fibrosi cistica, a cosa deve rinunciare, alla durezza delle cure a cui si deve quotidianamente sottoporre.Però sul serio, il cinema ci sta proponendo a mio avviso, una quantità di film con tematiche praticamente identiche a questa che forse anche un filo basta.
Colpa delle stelle (che stranezza, anche questo con relativo libro); Noi siamo tutto (anche questo con relativo libro, ma almeno un filo originale va); Io prima di te (vi stupirò. Anche questo ha il suo bel libro)…Insomma Hollywood ha trovato la gallina dalla uova d’oro. Se scrivessi la trama di tutti i film sopra citati, non sapreste dire che di che film storia parlando, dal tanto si somigliano.
A un metro da te – il trailer
A un metro da te, è una misura relativa. Perché nella realtà, due malati di fibrosi cistica devono stare ad almeno 2 metri tra di loro, o rischiano di contagiarsi in maniera anche fatale. Non aiuta la traduzione, perché la misura di distanza (in inglese espressa in piedi) durante il film cambia in 3 4 punti, nel senso che viene doppiata male (a un certo punto i metri diventano addirittura 3, va beh).
La storia d’amore alla Romeo e Giulietta tra i due ragazzi, ostacolati dall’infermiera che cerca in ogni modo di tenerli a distanza per il loro bene. A un metro da te è tutto un insieme di perle e massime di filosofia spiccia snocciolate con una facilità impressionante dai due protagonisti. La storia d’amore che alla fine diventa smielata e così romantica. I due ragazzi bravi e fighi, niente da dire. Il problema secondo me fondamentale di questo film è che somiglia troppo ad altri film.
La scena dello “spogliarello” a me ha fatto venire in mente all’istante Le pagine della nostra vita (le due protagoniste femminili si somigliano pure).La cosa che a me ha lasciato basita è la totale assenza dei genitori per tutta la durata del film. Che da un lato grazie, perché se no il film lo facevate durare 4 ore. Ma dall’altro… Scusate. Avete i figli malati in ospedale e voi genitori comparite in ospedale alla fine del film per 3 minuti a fare gli eroi che tengono ai figli e basta?! Ma….
Insomma mi spiace, capisco che non sia facile, capisco le nobili intenzioni, capisco tutto…Ma per me è no. Ci sono troppe cose che non mi tornano, troppe cose messe lì perché ci devono essere. Alle intenzioni dò un 10 e lode. Al film no.
Ah mi raccomando. Sul serio, fatelo. Se andate a vedere questo film la cosa fondamentale è che vi portiate i fazzolettini. Che, anche se non li userete voi, di sicuro li offrirete al vostro vicino.
Consigli dalla regia: Se volete vedere un film che parla sempre di fibrosi cistica guardatevi Il giorno più bello, un film di un pò di tempo fa ma davvero ben fatto. E ultimo ma non ultimo, sempre in tema di cure sperimentale, vi consiglio un film vecchissimo Amici per sempre, un film che parla di amicizia e il voler salvare a tutti i costi l’amico malato.
Il giorno piu bello ha come protagonista uno con la FIBROSI POLMONARE che non ha nulla a che vedere con la FIBROSI CISTICA. Prima di scrivere critiche, informati 😉
Gentile Lucia. Innanzitutto grazie per il commento. Secondo, l’unico modo che al momento ho per informarmi, ė leggere la trama del film scritta e pubblicata da chi, come me, ha visto il film. Ho letto diverse trame, su siti diversi. In tutte le trame che ho letto, si parla dei protagonisti, due malati di fibrosi cistica. La trama del film su Wikipedia, riporta esattamente queste parole: ” Un giorno Stella conosce un altro ragazzo affetto da fibrosi cistica, Will Newman, che si trova in ospedale per una terapia sperimentale, nel tentativo di liberarsi da un’infezione batterica che ha nei polmoni.”. Detto ciò, io ho visto la versione inglese sottotitolata (oltretutto male, l’ho anche scritto nella recensione) del film. Può essere quindi che la patalogia sia stata tradotta male, diventando in entrambi i casi fibrosi cistica, e non facendo distinzione tra le due malattie. Non sono io un medico specialista, quindi mi dispiace se (in buona fede) non ho differenziato le due malattie. Essendo poi il film supportato e approvato da un’associazione che si occupa di fibrosi cistica, non mi è parso così strano che entrambi i personaggi soffrissero di questa malattia. Detto ciò, se ho sbagliato patologia del protagonista mi scuso. Non cambia però il mio pensiero su tutto il resto del film. A lei è piaciuto il film? Alla prossima!
Ma alla fine i protagonisti millions?