Non è mai facile fare un omaggio ad un attrice, ma Peter Marcias è riuscito attraverso questa piccola opera a dare un idea del mondo interiore di Piera degli Esposti.
Tutte le storie di Piera
Quello che ho pensato è: Marcias ha una leggerezza nel tocco. Riesce sempre a creare una magia ed una poesia per cui si rimane incantanti davanti allo schermo. Il documentario ha una scrittura filmica e narrativa molto ben eseguita, lui si è avvalso della collaborazione della sceneggiatrice Manuela Tempesta, che già aveva lavorato con Maria Sole Tognazzi per Ritratto di mio Padre, in ricordo di Ugo Tognazzi.
L’avventura di Piera degli Esposti parte dalla sua formazione teatrale, dal rapporto con la madre, alle sue storie d’amore, fino al passaggio al cinema, attraverso le testimonianze di Dacia Maraini, che scrisse il libro Storia di Piera alla fine degli anni 70 e che racconta la sua adolescenza ed il rapporto con la madre, e successivamente portato sullo schermo da Marco Ferreri, col quale ebbe la sua storia d’amore più importante, proseguendo poi con i registi con cui lei ha lavorato nella sua carriera cinematografica: Da Lina Werthmuller (Scherzo del Destino in Agguato Dietro l’Angolo come un Brigante da Strada – 1983), Paolo e Vittorio Taviani (Sotto il Segno dello Scorpione – 1969), Nanni Moretti (Sogni D’Oro – 1981), Marco Bellocchio (L’ora di religione – 2002) Giuseppe Tornatore (La sconosciuta – 2006) Paolo Sorrentino (Il Divo – 2008) e Riccardo Milani (Tutti pazzi per amore – 2008/2009).
Tutti hanno una loro versione di Piera, che ha decisamente una personalità complessa che le deriva dalla sua infanzia dove ha dovuto affrontare un percorso molto doloroso, ma che il regista ha voluto non affrontare per delicatezza. Lei parla di come il teatro l’abbia salvata dal non impazzire, attraverso questa passione ha potuto sfoggiare diverse personalità, che altrimenti non avrebbero potuto in altro modo uscir fuori. E come se fosse stata la sua terapia, il suo psicologo. Tutti han detto di lei della sua umiltà con cui si lasciava guidare sui set, ed è stata questa la sua forza, non avendo mai fatto studi accademici, ha imparato il mestiere mettendosi a disposizione dei registi ed ascoltando molto, imparando l’arte. Molto bella la carrellata di foto omaggio a vari personaggi interpretati da lei in teatro, con sottofondo di applausi, sembrano quasi prendere vita.
Uno dei suoi ricordi più belli fu l’incontro con Eduardo De Filippo che la andò a vedere a teatro in Molly Cara e le disse “Questo o’ vero nuovo” riferendosi alla sua interpretazione.
Il regista ha fatto una grande ricerca di immagini di repertorio, avendo difficoltà a trovare filmati degli spettacoli teatrali, poiché all’epoca non era uso comune riprenderli, come adesso. E’ stato inoltre fatto anche un bellissimo lavoro di montaggio.
In occasione della presentazione ufficiale del documentario al Torino Film Festival, Piera degli Esposti ha ricevuto il Premio Maria Adriana Prolo alla carriera, conferitole dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema.