Montedoro è il primo lungometraggio del regista Antonello Faretta, ed ha partecipato al Festival di Atlanta e Visions du Reel 2015 e al Festival di Annecy. Narra di un viaggio realmente compiuto dalla protagonista Pia Marie Ann, che ricerca le proprie origini, di un passato da lei rimosso perché troppo piccola per ricordare di essere stata data in affidamento prima alle suore, e successivamente tramite l’adozione, ad una famiglia che emigrò in America.
Montedoro
La protagonista ritorna a cercare le sue origini da adulta, affrontando un viaggio verso una destinazione, inizialmente ignota, ma che a mano a mano, le farà evocare delle immagini molto vivide di lei da bambina. Il film è stato realizzato con pochissimi mezzi. Il regista Faretta ha utilizzato una sola telecamera per le riprese. A volte sono immagini fisse che si alternano a lunghi piani sequenza. Degli altri personaggi, che non hanno nomi, ci si ricorda i loro volti scavati, pieni di vita, e sono sicuramente attori non professionisti presi dai luoghi in cui viene girato il film.
I rumori sono primordiali, l’acqua, il vento, strumenti musicali come il didgeridoo, oppure il corno o il tamburo, che scandiscono in tempo antico, con un ritmo quasi tribale. Cantilene in dialetto che provengono dal passato. Vallate e scenari molto ben fotografati da Giovanni Troilo. Non è sicuramente un film per tutti per i tempi di ripresa molto lunghi, che danno respiro rispetto alla velocità con cui oggi si gira, non più abituata a rispettare una narrazione dando spazio e vita al bello che ci circonda, e che spesso, andando di fretta, ci perdiamo senza godercelo. Sicuramente il regista riesce a fermare l’attimo, proprio come il tassista che si ferma per respirare in mezzo alle montagne, prendendosi il lusso di assimilare bene tutti gli odori ed i sapori di questa terra.
Ultimamente la Lucania viene presa in considerazione come set per molti film, per via dei suoi splendidi panorami ed anche per la battaglia che sta portando avanti la Film Commission. Il vero nome della località dove è stato girato il film è Craco, una cittadina fantasma che sorge sull’Appenino Lucano, che per via dei crolli e dei terremoti, ormai è diventata pressoché inabitabile.
Qui si apre anche un discorso tra la vita e la morte e delle scoperte dolorose che farà la protagonista, che la porteranno ad un processo spirituale, attraverso la narrazione delle donne sopravvissute, e la conoscenza della storia del paese.
L’immagine più forte è quella di un funerale, guidata da un uomo che ne scandisce il percorso, e che zoppicando, da anche un suono che ricorda una locomotiva di un treno, che all’arrivo in ogni stazione, un po’ come accade per La Via Crucis, emette un suono da un piccolo corno, simile ad una sirena, e ad alta voce pronuncia delle frasi propiziatorie.
Il film uscirà nelle sale il 15 aprile 2016 con distribuzione Noeltan s.r.l.