Film da riscoprire: La ragazza con la pistola

Ricorre proprio oggi il compleanno di una “splendida” protagonista del cinema non solo italiano, ma mondiale, Monica Vitti, classe 1931 compie 80 anni e cinemio non poteva far finta di niente. Speriamo di fare cosa gradita riproponendo la recensione di questo indimenticabile film scritto e pensato per lei.

La storia del film

di Francesca Muscella

Commedia del 1968 diretta da Mario Monicelli.

Questo film segnò la svolta per la carriera della Vitti, impegnata solo in ruoli drammatici. Monicelli scoprì le sue doti di brillante attrice comica ed ironica, facendola diventare la colonna portante della Commedia all’Italiana.

Assunta Patanè (Monica Vitti), giovane siciliana, viene rapita per errore da Vincenzo Maccaluso (Carlo Giuffrè).

Lei  è segretamente innamorata di lui, e quindi si lascia sedurre senza difficoltà.

Ma il giorno dopo egli parte per il Regno Unito e Assunta deve  difendere il suo onore da sola, perché la sua famiglia è composta da sole donne, così, prende il treno per l’Inghilterra armata di una pistola (le altre alternative erano farsi monaca o suicidarsi).

Riesce a trova il ristorante italiano dove lavora Vincenzo, il quale fugge; aiutata dalla fortuna, dalla sua audacia e un po’ da occasionali compagni, segue i movimenti di Vincenzo che, a sua volta, cerca di far perdere sempre le sue tracce.

Un giorno, mentre assiste ad una partita di rugby, la ragazza riconosce il suo seduttore nelle vesti di un porta barelle di un ospedale e lo segue, qui, sviene alla vista di una operazione, viene aiutata dal primario. Questi prende a cuore il caso di Assunta, tra i due nasce un’amicizia, e a poco a poco, il  dottore riesce a mutare la mentalità della ragazza, che si mette a studiare e a lavorare, emancipandosi, tanto da sembrare una vera inglese. Colpito da questo cambiamento, ora, è Vincenzo che vuole sposarla. Essa finge di accettare ma, dopo una notte con lui, lo abbandona per tornare dal dottore inglese.

La Vitti diventa il “colonnello” della Commedia all’italiana

Questa pellicola decreta la promozione di Monica Vitti a “colonnello” della Commedia all’italiana, titolo fino a quel momento appannaggio dei quattro grandi interpredi del momento Sordi, Tognazzi, Manfredi e Gassman.

Mario Monicelli aveva capito che la Vitti poteva essere una protagonista al pari dei quattro più grandi attori italiani.

“La ragazza con la pistola” è il primo film scritto per lei, su di lei  e con lei; è una commedia costruita su un’interprete femminile, Monica Vitti, alla quale, ancora oggi, si ispirano molte attrici di nuova generazione.

Il ’68 in Inghilterra

Il 1968 in Inghilterra è un anno di cambiamenti, le minigonne, i capelloni, la musica da Jimi Andrix ai Beatles, Rollingstones, una realtà libera e cosmopolita che si intreccia con la verità della Sicilia di una volta, marcando un violento contrasto tra i due mondi.

In fondo “La Ragazza con la pistola” è la storia di un’educazione sentimentale, di un viaggio verso il riscatto e l’emancipazione, che fa scoprire ad Assunta un mondo nuovo, traducendosi anche nei suoi continui cambiamenti di look e di comportamento.

Il personaggio di Assunta, dunque è in continua lotta con il passato, è un personaggio che si evolve, cresce, al contrario di Vincenzo che rimane sempre uguale, il maschio siculo, di” mammo” (marmo).

Le scene memorabili

Tra le scene più belle si possono ricordare:

  • quella della falsa morte di “Vicenzo” inscenata dallo stesso e dai picciotti corregionali con lo scopo di far arrendere Assunta nel portare avanti la sua ira vendicatrice. Una possibile chiave di lettura potrebbe essere, la liberazione dal suo passato, dal ricordo di Vincenzo e dal disonore.
  • un’altra scena molto significativa è quella che si svolge nel parco reale. Assunta vede per caso Vincenzo che si apparta dietro a dei cespugli con una lady; presa dal senso di vendetta corre a prendere la pistola per ucciderlo, ma ovviamente lo manca. Scena molto interessante perché si può intravedere il conflitto interiore tra la vecchia e la nuova Assunta, alla fine la sicilianità, la veracità prende il sopravvento.

I premi conquistati

Monica Vitti è meravigliosa nel suo ruolo di ragazza siciliana disonorata, legata ai principi e ai valori di un mondo che sta scomparendo; stupenda come girl inglese moderna, libera, emancipata. Nel film si trovano situazioni divertenti soprattutto nella prima parte, per poi arrivare ad un cedimento lasciando il posto al sentimentale.

Con questo lavoro la Vitti si aggiudicò il Premio David di Donatello nel 1969 come miglior attrice, il Nastro d’Argento sempre nel ’69, premio come miglior attrice al Festival di S. Sebastian.

Alcune curiosità: le scene iniziali, non sono state girate in Sicilia ma nella Puglia a Polignano a Mare. Le scene finali, invece, furono girate in Italia nel porto di Ancona, per alcuni impegni lavorativi di Giuffrè.

5 Comments

  1. manuela
  2. paola

Leave a Reply