Francesca Archibugi torna al cinema con Il nome del figlio, film tratto da una piéce teatrale francese, con Micaela Ramazzotti, Alessandro Gassman, Valeria Golino, Rocco Papaleo e Luigi Lo Cascio.
Il nome del figlio è l’ultimo film di Francesca Archibugi, che ritorna sugli schermi dopo una lunga pausa in cui ha girato un cortometraggio Giulia ha picchiato Filippo, che racconta della storia di un carcerato condannato per aver massacrato di botte la sua compagna. Il film ha decisamente un altro respiro, anche se si tratta di una commedia con toni amari, di quattro amici che si riuniscono per un evento lieto, che poi sfocia in litigi e diversità di opinioni sia a livello politico che caratteriale.
Il nome del figlio
La storia è tratta da un piéce teatrale francese La Prenom dal quale è stata tratto il girato nel 2012 Cena tra amici di Alexandre De La Pattelière e Matthieu Delaporte. Chi ha visto la versione francese potrebbe pensare che quella italiana sia simile, ma in realtà Francesca Archibugi e Francesco Piccolo hanno lavorato molto alla sceneggiatura per poterla adattare al pubblico italiano, lavorando anche in maniera molto pignola con gli attori in modo da poterli poi in un secondo momento anche lasciarli liberi di poter improvvisare. L’Archibugi non lascia mai niente al caso, per questo tutti i suoi film sono curati in tutte le fasi del lavoro.
I protagonisti
Gli attori protagonisti sono: Alessandro Gassman, che interpreta Paolo, un politico di destra incarnato magistralmente, la cui parte è stata studiata così bene da parte dell’attore da fargli affermare di averne paura perché sono persone senza una vera identità; Luigi Lo Cascio, nei panni di Sandro, un intellettuale di sinistra un po’ depresso che preferisce la realtà virtuale ai rapporti umani; Valeria Golino è Betta, la moglie di Sandro e sorella di Paolo, finalmente in un ruolo un po’ comico, diverso dalle donne forti che di solito interpreta; Rocco Papaleo è Claudio un amico del periodo dell’adolescenza: Micaela Ramazzotti è Simona la donna di Paolo, che viene trattata come una donna oggetto, da mostrare in pubblico, ma che si rivela una persona con un gran cervello e un gran cuore.
Un’orchestrazione magistrale
Tutto orchestrati magistralmente dalla regista, che riesce a guidarli come farebbe un direttore con la sua orchestra. Considerando che quasi tutti gli attori hanno avuto recentemente un esperienza di regia, è da sottolineare la capacità di affidarsi ad una grande cineasta con molta umiltà e serietà.
Molto interessanti i rimandi ai periodi dell’adolescenza, aspetto di cui Francesca non manca mai di raccontare in ogni suo film, essendo lei molto attenta a questa tematica, e anche molto interessante l’utilizzo del drone che viene utilizzato dai figli di Lo Cascio e Golino, come se fosse il loro terzo occhio per spiare ed osservare cosa fanno gli adulti… e come sempre loro riusciranno a capire più cose.
La questione ideologico politica de Il nome del figlio verrà poi fuori da uno scherzo sul nome del bambino che aspettano Paolo e Simona, un gioco psicologico molto sadico, che tira fuori tanti dissapori, verità e segreti dei personaggi. Tutto però visto con occhio non giudicante: come nella commedia di Pirandello Uno, nessuno e Centomila, ognuno di noi ha il proprio punto di vista e ognuno racconta la storia in maniera diversa, ma non è detto che siano sbagliate.
Memorabili le scene del parto, che è veramente quella del giorno del parto di Micaela Ramazzotti, e la scena del ballo con in sottofondo la canzone di Lucio Dalla.