Il grande spirito

Il grande spirito di Sergio Rubini – I protagonisti si raccontano al BIF&ST 2019

E’ stato presentato in anteprima al BIF&ST 2019 lo scorso 2 maggio Il grande spirito, il nuovo film di Sergio Rubini che vede come protagonisti, oltre al regista, l’attore Rocco Papaleo. Nell’articolo i commenti dei protagonisti e la recensione del film

Il grande spirito
Il cast de Il grande spirito: il regista e attore Sergio Rubini con gli attori Rocco Papaleo, Ivana Lotito e Geno Diana

Il grande spirito – parlano i protagonisti

Come nasce questo progetto così originale e diverso dal solito? In questi video Sergio Rubini racconta come ha riversato nel film il suo amore per gli indiani che aveva sin da piccolo.
Come location ha scelto Taranto, nello specifico il Rione Tamburi ed il progetto ha visto coinvolto sin dall’inizio l’attore Rocco Papaleo. Produttore del film è la Fandango di Domenico Procacci, da sempre vicino a Sergio Rubini. Le riprese sono avvenute d’inverno sui tetti di Taranto, una situazione davvero surreale.

In questo video invece ascoltiamo Rocco Papaleo, un lucano in un mondo di pugliesi. L’attore parla dell’esperienza con Sergio Rubini che elogia come regista e attore:

Nel video che segue invece Luigi Lonigro, direttore di O1 Distribution parla della scelta, quanto mai giusta, di presentare il film in anteprima al BIF&ST 2019.

Infine Sergio Rubini parla delle scelte fatte per il film dalle riprese alla musica a tutti gli attori su cui primeggia Rocco Papaleo. E conclude con un simpatico aneddoto su cui scherza anche Papaleo.

Infine qui il video della presentazione dell’anteprima del 2 maggio al Teatro Petruzzelli di Bari

Il grande spirito
Il grande spirito di Sergio Rubini

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La recensione del film

di Francesca Napola

In un quartiere della periferia di Taranto, durante una rapina, uno dei tre complici, Tonino (Sergio Rubini), un uomo dall’aria malmessa detto Barboncino, approfittando della distrazione degli altri due complici, ruba tutto il malloppo e scappa. La sua corsa procede verso l’alto, di tetto in tetto fino a giungere sulla terrazza più elevata. Qui incontra uno strano individuo (Rocco Papaleo) che sostiene di chiamarsi Cervo Nero e di appartenere alla tribù dei Sioux. Gli dice che il Grande Spirito gli aveva preannunciato che sarebbe arrivato l’Uomo del Destino.

Ne Il grande spirito ci si arrampica lungo i palazzi e dalla strada si arriva sui tetti, sulle terrazze piene di antenne e panni stesi; sui tetti si trova un po’ di pace, di tranquillità osservando l’orizzonte ci si allontana dalla corruzione del bassofondo. Barboncino sale per sfuggire ai complici, per salvarsi da chi lo vuole uccidere, Cervo Nero, vive come un reietto e vuole sfuggire dall’essere rinchiuso in ospedale psichiatrico. Sono entrambi due reietti, che si incontrano in una situazione atipica e stralunata. Rubini racconta la storia di un’amicizia tra due emarginati, Barboncino, un delinquente in cerca di riscatto, Cervo Nero, un picchiatello dalle molte fragilità e l’opposto di Tonino (Barboncino) e da quest’ultimo etichettato come minorato.

Ma è anche la storia dell’innocenza, perché solo essa può salvarci come ha riferito lo stesso regista. A tutto ciò si aggiungono le fabbriche che eruttano in maniera perpetua gas e fumi nocivi e l’Ilva di Taranto fa da metafora e incombe su questa storia buffa. Una fotografia dai toni foschi e malinconici dei tetti “bianchi” di Taranto, come se il “grande mostro” avesse intaccato solo il bassofondo del quartiere e in alto si può trovare la tanto attesa libertà…

Rubini attraverso questa favola ha voluto denunciare lo sfacelo nel quale si trova il quartiere e l’uso del dialetto rende veri e autentici i personaggi e come lo stesso regista ha affermato: “essi sono più nobili di come appaiono, che dentro di loro c’è ancora una lampadina pronta a brillare.

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