Dopo la prima parte del resoconto sul Biografilm di quest’anno, ecco il secondo e ultimo post, in cui analizziamo le sezioni e i premi che hanno animato la manifestazione.
La presentazione della giuria
Le sezioni
Contemporary lives
In questa sezione erano raccolte 16 tra le più importanti produzioni biografiche mondiali.
Un cenno particolare va a Il dittatore dell’accoppiata Larry Charles e Sacha Baron Cohen. Un film che regala una risata dietro l’altra, proponendo al contempo una visione disincantata dell’America e dei tanti “dittatori” che, ufficialmente o no, opprimono il mondo.
Cinemio ha già proposto due interessanti articoli sia su 7 dias en la Habana sia su Rebellion, l’ultimo lavoro di Mathieu Kassowitz. Entrambi i film hanno riscosso un buon successo al festival, pur senza entusiasmare.
Chi ha stracciato la concorrenza è Marley di Kevin MaCdonald, premiato dal pubblico del Biografilm con l’Audience award. Il film sulla vita di Bob Marley è diviso in una prima parte, che racconta la povertà e l’emarginazione in cui l’artista giamaicano è cresciuto, ed una seconda, in cui il successo e il denaro hanno preso decisamente il sopravvento. Ad ogni modo ciò non pare aver influenzato il seguito che Bob si porta dietro ancora oggi, a trent’anni dalla sua morte.
Selezione ufficiale
All’interno della selezione ufficiale ha raggiunto i favori della stampa accreditata Hopper: in his own words, la vita e la carriera di Dennis Hopper, raccontata proprio dal grande attore, recentemente scomparso. Un viaggio avventuroso dai primi set con Nicholas Ray e Jimmy Dean fino alla regia del film che sconvolse Hollywood: Easy rider.
Miglior film in concorso , seconda la giuria, è stato Jason Becker: not dead yet di Jesse Vile, mentre la biografia più interessante è stata ritenuta quella di Joschka Fischer, attivista politico, raccontata da Pepe Danquart.
Il pubblico del festival ha, invece, premiato con il Biografilm Audiance award 2012, come miglior film in concorso, ex Luciana Castellina, comunista ex aequo , comunista di Daniele Segre e Love and politics di Azad Jafarian. Quest’ultimo racconta la rivoluzionaria storia del Living theatre e della sua fondatrice, l’anarchica Judith Malina, un personaggio senza tempo.
Grande delusione per Ricky on Leacock, un lavoro di Jane Weiner lungo ben 38 anni, dedicato alla vita del suo maestro, un uomo in grado di stravolgere le regole del documentario. Le sale desolatamente vuote non possono aver soddisfatto la pur brava allieva di Leacock.
Niente di eccezionale The education of Auma Obama, sorella dell’uomo più potente della Terra. Passato per lo più inosservato, racconta la mancata scalata al successo di una donna impegnata nel far sorgere una nuova cultura dalla sua amata terra di Kenya. Il racconto avviene proprio nei giorni dell’elezione di Barack alla Casa Bianca, quattro anni or sono.
Lascia un’ombra misteriosa The search for Michael Rockefeller, il rampollo della famosa famiglia, che scompare nel corso di una spedizione in Nuova Guinea per degli studi di antropologia. Il documentario di Fraser Heston raccoglie il materiale girato da Milt Machlin, un giornalista che partì alla ricerca di Michael. Un lavoro decisamente interessante.
The last day e The days after
In queste due sezioni erano presenti sia vecchi film che nuove uscite, in modo da poter paragonare anche visioni diversissime della “fine del mondo”.
“Il giudizio universale” è un film di 62 anni fa, eppure esprime una grande freschezza. Una commedia di un grande del cinema italiano, Vittorio De Sica, con la scenggiatura di Zavattini, una struttura sperimentale e un cast d’eccezione.
Tutto comincia a Napoli in una giornata come altre, solo che all’improvviso una voce dall’alto annuncia l’inizio del giudizio universale, alle 18. La struttura del film prevede una serie di sketch in cui, di volta in volta, i personaggi sono indaffarati in storie di crimini, peccati e persino nella preparazione al ballo che si tiene la sera stessa in favore dei disoccupati della città. Tutto sommato, non una storia d’altri tempi, bensì un film visionario.
Dagli anni ’60 ai giorni nostri. Tre film “celebrano” l’ultimo giorno: 4:44 di Abel Ferrara, L’ultimo terrestre dell’italiano Gipi e Melancholia di Lars Von Trier.
Di Ferrara possiamo tranquillamente salvare l’innovazione, l’ingresso nella sceneggiatura delle nuove tecnologie (skype è protagonista del film) e il solito sguardo disinvolto sulle cose. In realtà, il maestro americano non intende guardare in faccia a nessuno, nemmeno alle Cassandre che avevano previsto la catastrofe sulla Terra ed Al Gore, in questo caso, è la vittima prediletta, quasi come se fossimo in South Park.
L’ultimo terrestre, è un prodotto non convenzionale per il cinema italiano, il film è già stato ben recensito su Cinemio, e Gipi ha le carte in regola per diventare una voce sempre più importante nel panorama cinematografico di casa nostra.
Infine Melancholia , che dà alla fine del mondo quell’estasi mistica che solo i grandi registi del “cinema del nord” riescono ad infondere alle proprie opere.
Nella sezione The days after hanno colpito in particolar modo: Critical mass, Surviving progress e Four Horsemen; quest’ultimo è parso una spanna sopra gli altri, il regista Ross Ashcroft ha interpellato 23 grandi analisti internazionali sulla crisi che stiamo vivendo. Inoltre il film è diviso in maniera schematica ed ha un valore scientifico, nel voler dare una ciclicità agli eventi catastrofici che hanno segnato la storia dell’uomo.
Altri premi e sorprese
Tre i Lancia celebration of lives consegnati quest’anno, premio che va a personalità che, attraverso le loro opere e la loro vita, hanno lasciato un segno indelebile nella storia contemporanea.
Anzitutto a Marina Abramovic, di cui abbiamo già parlato con il suo The artist is present;
poi al giurato Paul Zaentz e a suo zio Saul, vincitori di tre Premi Oscar come produttori;
Ultima premiata è stata Chiara Vigo, Maestro di Bisso. Con la consegna del prestigioso premio, Biografilm ha voluto celebrare la tradizione orale che, con la sua potenza, ha portato fino a noi una sapienza antichissima, nella lavorazione di questo materiale;
Grande sorpresa nei secret screening per la proiezione del film Woody Allen: a documentary, presentato di recente a Cannes, sarà raccontato nei dettagli la prossima settimana sul nostro blog.
Il guerrilla staff
Imprescindibili per questa manifestazione sono i ragazzi che volontariamente fanno parte del cosiddetto “Guerrilla staff”, studenti o semplici appassionati di cinema ed arte, che meritano un cenno per il loro instancabile lavoro.
A questo link tutti i premi del Biografilm festival 2012.