Proseguiamo la Masterclass (hai letto la prima parte?) del regista Roberto Faenza al BIF&ST 2021 che ha raccontato al pubblico del Petruzzelli la sua carriera e le difficoltà della censura nel suo cinema d’inchiesta.
Roberto Faenza: Prendimi l’anima e I Vicerè
In questo video il regista racconta alcuni aneddoti di Prendimi l’anima (Girare in Russia è stato molto difficile) e I Vicerè
La psicoanalisi
Quanto incide la psicoanalisi nei film di Roberto Faenza?
Ho sempre avuto un grande interesse nei confronti della psicoanalisi perché per me è un mondo incomprensibile. Sin dall’università mi sono appassionato alla lettura di saggi. Prima di iniziare a fare cinema ho voluto conoscere degli analisti importanti tra cui Fornari o Busatti per conoscere questo mondo che è sempre così complesso e misterioso
Roberto Faenza
Il cinema d’inchiesta di Roberto Faenza
In questo video il regista risponde alla mia domanda: Francesco Rosi conservava appunti e riferimenti di tutte le sue ricerche. Che fine fa il materiale raccolto da Faenza per i suoi film?
Prima di fare il regista Roberto Faenza è stato un ricercatore. E’ andato in America per pubblicare un libro sui malaffari politici italiani e lì ha trovato tantissimo materiale sull’Italia in particolare biografie di politici italiani
La verità sta in cielo
Mi domando ancora come mi abbiano fatto fare questo film dato che il Vaticano non vuole che si parli di Emanuela Orlandi. Tra l’altro ora con le piattaforme si può comunque recuperare quindi è davvero strano. Il finale poi è tutto vero.
Io penso che sicuramente c’è il Vaticano dietro la sua scomparsa, ci sono tanti elementi che, se fossimo in un paese più combattivo, verrebbero riconsiderati invece qui c’è una coltre di mistero. Io però sono convinto che prima o poi la verità verrà fuori, finché c’è qualcuno così combattivo come il fratello della Orlandi credo che questo problema resterà aperto.
Roberto Faenza
Un nuovo progetto cinematografico: la storia vera di Mario Capecchi
Il prossimo lavoro di Roberto Faenza è tratto dalla storia vera dello scienziato Mario Capecchi premio Nobel per la medicina che ha avuto un’infanzia molto travagliata. Abbandonato dalla mamma che viene rinchiusa in un campo di concentramento, analfabeta, riesce, grazie sempre a sua madre che sopravvive allo sterminio, a crescere da alcuni zii in America e a diventare uno scienziato premio Nobel.
Lo scienziato non ha ancora visto il film che è finito da poco e che dovrebbe uscire nel 2022. In questo video ascoltiamo anche l’opinione di Elda Ferri, produttrice e compagna del regista che ha seguito il progetto.
Nel cast ci sono attori inglesi, la mamma è interpretata, in modo molto intenso, dall’attrice Laura Haddock:
Milena Canonero insieme a Elda Ferri compare come coproduttrice del film e ha curato i costumi. essendo un premio Oscar abituato a lavorare nelle grandi produzioni americane è molto precisa e a volte è difficile lavorare con lei. Vorrebbe anche fare un film come regista
Roberto Faenza
Avevo letto casualmente la storia del cappello e della sua infanzia quando aveva ricevuto il premio a Kioto così gli ho scritto. Lui ha capito, dato che avevo prodotto anche La vita è bella, di poter parlare con persone serie e si è reso disponibile, anzi era anche contento di raccontare la sua storia.
Credo lo veda come un modo di onorare le persone che lo hanno salvato, a partire dallo zio scienziato che ha capito il talento del nipote tanto da portarlo a ricevere il premio Nobel.
Elda Ferri
Il futuro del cinema secondo Roberto Faenza
Sino ad una decina di anni fa prima dell’avvento delle piattaforme i produttori avevano una funzione importante perché erano il motore iniziale della realizzazione del film. La loro funzione non è più questa oggi sono stati scavalcati da queste grandi organizzazioni che sono le piattaforme, un mondo più complesso e difficile. Quindi mentre un tempo i registi avevano un rapporto umano con il produttore oggi non sai con chi parli, non sai se il tuo film uscirà mai al cinema perché non hanno interesse.
Io sono convinto che il cinema come lo conosciamo noi non si farà mai più e non ci saranno neanche più le sale. In Italia oggi la maggioranza delle città non ha più una sala, a Roma dove fino a poco tempo fa c’erano 300 sale ora ne sono rimaste una cinquantina.
Ora è inutile piangere sul latte versato, il cinema sta andando verso nuove frontiere, non dobbiamo essere nostalgici, dobbiamo iniziare a fare i conti con il nuovo cinema della serialità (che a me forse piace anche di più). Il cinema forse sarà nei musei…
Roberto Faenza
Una serie su Alda Merini
A me piacerebbe girare una serie e sto già pensando di portare sullo schermo la vita di Alda Merini. Abbiamo la fortuna che il suo ultimo editore Mondadori ci ha messo a disposizione alcuni suoi scritti.
Molti la vedono come un personaggio tragico invece lei era pieno di ironia, di voglia di scoprire cose, di sarcasmo, tutt’altro rispetto al dramma che sembra aver vissuto.
Il progetto nasce come film per la Rai però siccome la storia è molto avvincente spero di farne più di una puntata anche se avremo i fucili puntati perché tutti hanno scritto della Merini (ride).
Però è una storia così avvincente che mi chiedo come mai non l’abbiano ancora portata sullo schermo
Roberto Faenza
Le interviste di Antonella Molinaro ai protagonisti del film Hill of Vision al BIF&ST 2022
Di seguito le interviste che la nostra Antonella ha fatto al protagonista Francesco Montanari e al regista Roberto Faenza e un estratto della serata di presentazione al BIF&ST 2022 del film di cui il regista ha parlato in questa masterclass.
Il regista Roberto Faenza
L’attore Francesco Montanari
La presentazione del film al BIF&ST
Continua a leggere gli articoli dedicati al BIF&ST 2021. Hai già visto il focus su Marco Bellocchio e Paolo Virzì?