Proseguiamo il focus (hai letto la prima parte?) dei registi Paolo Virzì e Marco Bellocchio al BIF&ST 2021 che hanno raccontato al pubblico la loro carriera focalizzandosi sugli ultimi film.
Marx può aspettare e il rapporto con la religione
Che rapporto ha Marco Bellocchio con la religione? Lui si dichiara ateo nonostante, secondo molti, sia presente una certa religiosità nei suoi film. C’è anche l’intervento di un padre spirituale che lui ha tenuto nel film Marx può aspettare.
Marx può aspettare spiega molto del cinema di Marco Bellocchio, riprende tante situazioni dei suoi film precedenti.
E’ stato così difficile mettersi a nudo, affrontando anche i sensi di colpa?
Io in questo sono abbastanza sicuro di me stesso, non mi va di piagnucolare e neanche fare della nostalgia. Marx può aspettare era nato come un piccolo film, un’avventura in cui ho capito un po’ alla volta (è un progetto nato nel dicembre 2016 e finito nel dicembre 2020) che per avere una sua originalità mi obbligava a stare davanti la macchina da presa, non solo quindi come intervistatore ma anche come partecipe di quella tragedia. Questa è sicuramente una caratteristica unica nel lavoro che ho fatto.
E’ chiaramente un film che fa delle domande, si parla dell’aldilà soprattutto da parte di mia madre che era disperata e terrorizzata per la morte del figlio ma io non ho l’illusione poetica di parlare al mio gemello che non so dove sia, è un parlare evidente a chi è ancora vivo ai più giovani e ai meno giovani. E’ un gioco delle parti ma viventi. Anche se purtroppo nel frattempo alcuni dei protagonisti non ci sono più.
Marco Bellocchio
Le scene di sesso nei film: un aneddoto di un giovane Paolo Virzì
Io ero un giovane scribacchino per la L.P. Films appena uscito dal Centro Sperimentale e scrivevo un poliziesco per un regista e sono testimone dell’arrivo del girato di Diavolo in corpo. Arrivò la pizza della fellatio di Maruschka Detmers e ci fu tutta la L.P. Films che corse a vedere i due ciak di questa scena bollentissima (ride)
Paolo Virzì
Riuscimmo a farla passare alla censura perché presentammo un girato molto scuro per cui i censori la fecero passare e poi distribuimmo le copie più illuminate (ride). Fu girato lasciando i due protagonisti soli perché allora non c’era ancora il monitor e quindi dissi agli attori di fare la scena serenamente.
Marco Bellocchio
Il cinema di Bellocchio ha in sé una sensualità e un occhio sull’eros molto particolare. Nel video si parla in modo scherzoso delle difficoltà di girare questo tipo di scene in cui Virzì cerca sempre di mettere un po’ di comicità. Bellocchio invece cerca di dare sempre un significato ‘altro’ alla scena:
Paolo Virzì: il cinema italiano all’estero
Il cinema italiano si difende molto bene nel territorio nazionale, cosa manca per diventare di successo anche all’estero? Nel video la risposta dei due registi che sottolineano quanto la produzione italiana sia una piccola parte di quella mondiale e nonostante tutto si difende. Prima, quando le produzioni erano minori, era sicuramente molto più facile farsi notare all’estero
C’è una patologia umana che Virzì non è ancora riuscito a raccontare?
Decisamente si, c’è un repertorio di casi clinici. Non è possibile esaurire l’argomento patologie perché sono tante quante sono le persone. Io non credo nelle diagnosi perché ognuno non è la sindrome ma una storia di come si sta al mondo: ‘siamo tutti matti in modo diverso, nessuno è normale visto da vicino‘ diceva Basaglia
Paolo Virzì
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