Eccoci arrivati alla seconda parte della lezione di cinema di Mario Martone. Dopo aver parlato dei suoi esordi e del suo primo film, oggi ci parla nel dettaglio di Noi credevamo, il suo ultimo film.
L’idea di Noi credevamo
Ecco come Martone ha spiegato la nascita dell’idea del film Noi credevamo:
E’ successo che all’inizio degli anni 2000, poco dopo l’11 settembre, data che ha cambiato molto il modo di guardare cosa significa la guerra per l’indipendenza nazionale, mi è venuta la folgorazione:
Nel film tante cose sono state raccontate con un rigore storico ineccepibile tanto che il film ha creato molte discussioni tra gli storici ma non è mai stato possibile accusarlo di infondatezza perchè non c’è nulla che non sia stato verificato. Tra l’altro i personaggi parlano proprio con le parole recuperate dalle loro lettere e dai loro scritti persino nell’italiano dell’800.
Però il film riporta continuamente agli occhi dello spettatore il nostro tempo: c’è per esempio l’episodio di Antonio Gallenga, giovane cospiratore che decide di sacrificare la sua vita per assassinare Carlo Alberto (quasi come un odierno kamikaze) e Mazzini lo arma con un pugnale simbolico. Poi non compirà più questo gesto ma diventerà un grande giornalista, reazionario e nemico feroce di Mazzini.
C’è Crispi cospiratore a Londra sospettato nell’attentato di Napoleone III che poi vediamo passare alla destra, alla monarchia fino a diventare primo ministro reazionario e colonialista. Quindi ci sfilano sotto gli occhi cose che riconosciamo nel nostro presente eppure nel film si racconta esattamente quello che è stato.
Credo che ciò che ha colpito maggiormente gli spettatori sia stato proprio trovare queste rispondenze tra ciò che è accaduto e ciò che viviamo oggi. I film sulla storia del nostro paese non sono molti ma sono belli ed importanti: si pensi ad esempio a Il Gattopardo.
Noi identifichiamo l’America con il mito della nascita di una nazione: questo perchè conosciamo molto meglio come sono stati fatti gli Stati Uniti d’America che non l’Italia perchè il cinema ci ha raccontato molto del periodo in cui gli Stati Uniti sono nati come nazione.
Le scelte stilistiche di Noi Credevamo e il rapporto con Frontiere
Noi credevamo è uscito nel periodo in cui venivano occupate scuole ed università e la cosa più incredibile è che il film mi è stato richiesto dagli studenti occupanti. Ho partecipato a diversi incontri in tutta Italia ed era molto interessante vedere come il film veniva discusso come film politico piuttosto che storico.
Devo a questo film l’incontro con una quantità di studenti, alcuni davvero molto giovani, ad esempio quindicenni, che mi hanno veramente stupito. C’è il luogo comune che l’Italia è un paese per vecchi, paese in cui tutti i posti di potere sono assegnati a gente che ha almeno 50 anni, in cui non si riesce a fare un ricambio generazionale.
C’è anche l’idea che i giovani siano tutti interessati al nulla. Negli incontri che ho avuto ho toccato con mano il totale ribaltamento di tutto questo. C’è una nuova generazione attivissima che non ha voglia di farsi dire cosa deve fare e vuole pensare con le proprie idee e costituisce un serbatoio molto importante per l’Italia di domani.
La più grande soddisfazione a parte i premi ed il successo di pubblico è stato proprio questo incontro.
Termina qui la seconda parte della lezione di cinema di Mario Martone. Continua a leggere la terza parte.
gen.li
so che la mia richiesta sembrerà alquanto strana, ma sto cercando da tempo di contattare Mario Martone, senza esiti positivi però, Io vi scrivo da un festival di cortometraggi CineFortFestival e sarebbe mio enorme desiderio poter contattare il Maestro Martone
se poteste darmi una mano ve ne sarei infinitamente grata
Lea Modola
ciao Lea
purtroppo non abbiamo nessun contatto con Mario Martone ci dispiace
Antonella