E’ da pochi giorni iniziata la nuova edizione del Sudestival e riprende l’annuale collaborazione di Cinemio con il festival. Ad aprire il ciclo di interviste dei registi in concorso Alessandro Capitani che lo scorso 1 febbraio ha presentato il film In viaggio con Adele.
Intervista ad Alessandro Capitani
Ciao Alessandro, benvenuto su cinemio. Parliamo di In viaggio con Adele: la sceneggiatura è di Nicola Guaglianone e nel soggetto compare anche Alessandro Haber protagonista del film. Vuoi raccontarci qualche retroscena della genesi e come sei arrivato alla sceneggiatura del film?
Alessandro Capitani: La sceneggiatura è di Nicola Guaglianone ed il soggetto è firmato anche da Alessandro Haber e da Tonino Zangardi. La genesi non mi ha visto protagonista e partecipe in quanto io sono entrato nel film a sceneggiatura già completata. Quello che so è che loro tre avevano scritto tre soggetti, tre storie, credo si chiamassero Storie Cattive, tutte con un nucleo in cui c’era un abbandono, come nel nostro caso. Poi Nicola ha sviluppato la sceneggiatura che è stata in giro per diverse case di distribuzione e, tramite Giovanni Veronesi, Alessandro Haber ha potuto farla leggere alla Paco Cinematografica che si è innamorata del progetto e ha voluto finanziarlo.
Per quanto mi riguarda Nicola Guaglianone è un mio carissimo amico e collega dai tempi dei cortometraggi che realizzava con i Manetti. Avevamo sempre desiderato collaborare insieme, lo conoscevo in tempi non sospetti. Un giorno ha visto il mio corto Bellissima che ha vinto i David di Donatello e mi ha proposto varie storie fino a che è arrivata la sceneggiatura In viaggio con Adele che mi è piaciuta tanto. Non potevo perdere un’occasione che mi sembrava bella e importante, una storia che sentivo mia e da lì è iniziata l’avventura.
Parliamo del cast: immagino che Alessandro Haber ci tenesse al ruolo interpretato. E’ così o hai dovuto convincerlo?
Alessandro Capitani: Alessandro già faceva parte del cast con il personaggio di Aldo, inizialmente avrebbe dovuto dirigere il film e l’attore protagonista non doveva essere lui. Quando hanno incontrato la Paco gli hanno chiesto di scegliere se fare regista o attore e lui ha scelto la seconda regalando una delle sue più belle performance degli ultimi anni, non perché ho fatto io il film ma perché è un attore formidabile che forse si meritava di più di quello che ha ottenuto nella sua carriera. Nel film esce tutta la sua tenerezza, il suo amore.
Quindi non ho dovuto convincerlo anzi è stata una scoperta ed un rapporto che è cresciuto pian piano perché non ci conoscevamo. C’è stata una fortuna/sfortuna nel film: il film è slittato avremmo dovuto girarlo a maggio, un periodo migliore in Puglia dal punto di vista dei colori rispetto a settembre, ma questo slittamento mi ha permesso di passare più tempo con lui, conoscerlo meglio e lavorare sulla sceneggiatura. E’ nato un rapporto di amicizia molto forte e poi lui ha l’età di mio padre per cui è come se mi fossi rapportato con mio padre. E’ stato bello e molto formativo perché è una persona che ti insegna e ti dà tanto.
E Sara Serraiocco? L’hai scelta con un provino?
Alessandro Capitani: Sara Serraiocco l’ho scelta tramite un provino, avevo visto un sacco di attrici, volevo vederle tutte. Io ho una fissa: i miei provini durano tanto perché penso che l’attore debba sentirsi a suo agio e debba lavorare col regista per capire se è adatto per il ruolo.
Sara era negli Stati Uniti, stava facendo una serie che si chiama Counterpart e l’ho vista per ultima. Ho fatto un primo incontro su Skype in cui se ne stava nel suo letto di Los Angeles con il suo pigiamino rosa ed il suo sorriso e le è bastato un attimo per conquistarmi ancor prima del provino, a partire già dai colori (Adele vive costantemente con un pigiama a forma di coniglio). Lei poi aveva fatto sempre film drammatici, difficilmente l’avevo vista ridere o sorridere al cinema e invece mi si presentava con un sorriso smagliante ed un atteggiamento tenerissimo: era perfetta per interpretare Adele nel mio film!
Hai lavorato insieme a loro per la costruzione del personaggio?
Alessandro Capitani: Ho lavorato con loro per costruire i personaggi, soprattutto quello di Adele che è più difficile perché non ha un arco narrativo preciso come quello di Alessandro Haber che inizia in un modo e finisce in un altro ma è pieno di sbalzi d’umore molto complessi durante il film. Io ho un dogma che ripeto sempre nei miei film ed è la tenerezza, cerco sempre di raccontare dei personaggi che riescono ad esprimere questo sentimento e li costruisco in questo modo. Il personaggio di Aldo è stato meno difficile, un po’ lontano da Haber, ma in ogni caso era importante che anche lui desiderasse amasse questa figlia.
Con Sara ci siamo inseriti all’interno di gruppi di ragazzi che trattavano il tema dell’autismo,in particolare la sindrome di Asperger, ci siamo ispirati a quel mondo senza entrarci completamente perché Adele ci fa parte. Abbiamo fatto degli incontri, abbiamo parlato con loro, fatto leggere la sceneggiatura per capire se avevamo costruito un personaggio coerente e abbiamo scoperto un mondo che ci ha colpito, meravigliato.
Il suo personaggio è variopinto e colorato e in più nel film ci sono tanti ragazzi con la sindrome di Asperger, vado molto fiero di questo: Matteo, il fidanzato di Adele nel film, interpretato da Achille Missiroli è un ragazzo di Modena, c’è la cantante del gruppo, Cristina Girò e tanti altri ragazzi della casa famiglia che hanno collaborato e lavorato e questo è incredibile perché molte volte i ragazzi autistici vengono etichettati e non possono fare questi lavori e invece noi abbiamo dimostrato che possono anche recitare e in modo grandioso e divertente.
Ci sono degli aneddoti della fase delle riprese che ti va di raccontare?
Alessandro Capitani: Ce ne sono tanti. Uno tra tutti la scelta della mamma di Adele, un’attrice foggiana, Roberta Paolini. Per arrivare a lei ci abbiamo messo del tempo: uno perché era un personaggio che moriva subito alla prima scena del film, due non era facile, tre doveva essere una bella donna perché Haber ci teneva tantissimo essendo un uomo molto bello e affascinante che aveva avuto molte donne nella vita.
Mi ricordo questa ricerca affannosa di una donna per un ruolo molto piccolo ma molto importante (come dici ad un’attrice che muore all’inizio del film?). Poi è arrivata Roberta che è stata grandiosa, dolcissima, bellissima, perfetta nel ruolo della mamma, e per di più è pugliese ed è stato bello coinvolgerla.
Il film tra l’altro è girato in Puglia e con il contributo di Apulia Film Commission. Era la prima volta per te? Come ti sei trovato?
Alessandro Capitani: E’ il primo film e la prima volta che arrivavo in Puglia e collaboravo con Apulia Film Commission. Mi sono trovato benissimo, mi hanno coccolato, assistito in tutta la fase del film e sono contento della scelta della provincia di Foggia. All’inizio il film era stato scritto e doveva essere ambientato in una puglia più conosciuta che è il Salento, io ho voluto portarlo nella Capitanata che è un luogo stupendo ed incredibile dove questa storia poteva essere raccontata al meglio in quanto il Tvoliere delle Puglie è una ROUTE 66 italiana e le ambientazioni erano perfette per trasformare in immagini una serie di situazioni, movimenti, azioni che i due protagonisti fanno attraversando questi territori che è il valore aggiunto di questo film
Per concludere In viaggio con Adele è il tuo primo lungometraggio dopo una lunga gavetta tra cortometraggi e lungometraggi. Hai già in mente un’opera seconda? Ce ne puoi parlare?
Alessandro Capitani: Essendo il re degli scaramantici ti dico che, si ho un’opera seconda, ma non ne voglio parlare e quindi taccio…
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@Foto Credits Sudestival.org
In viaggio con Adele al BIF&ST 2019
In questi video i commenti di Alessandro Capitani e degli attori protagonisti Alessandro Haber e Sara Serraiocco in occasione della presentazione del film al BIF&ST 2019