Mickey 17 – Il nuovo film di Bong Joon-Ho con Robert Pattinson

Mickey 17 è un film del 2025 scritto e diretto dal premio Oscar Bong Joon-Ho con protagonista Robert Pattinson. La pellicola uscirà solo in sala a partire dal 6 marzo distribuita da Warner Bros.

di Michele Scarperia

Il lungometraggio rappresenta l’adattamento cinematografico del romanzo del 2022 Mickey7 scritto da Edward Ashton. Nel cast di comprimari troviamo nomi di spicco come Mark Ruffalo, Naomi Ackie, Steven Yeun e Toni Colette.

Mickey 17

Mickey 17

Mickey Barnes (Robert Pattinson) è un impiegato usa e getta in una colonia nello spazio, un così detto “sacrificabile” a cui sono affidati i compiti più pericolosi in quanto ha la possibilità di ristampare il proprio corpo mantenendo la sua memoria. La sua triste quotidianità viene sconvolta quando una copia di Mickey (la 17) non muore e si ritrova a contatto con la copia numero 18 creando non pochi problemi.

Il trailer del film

Il saggio socio-politico di Bong Joon-Ho

Dopo il triplete di premi Oscar (miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura originale) nel 2020 per “Parasite” torna al cinema il regista Sudcoreano Bong Joon-Ho per il suo ottavo lungometraggio, Mickey 17. Dopo aver ottenuto consensi totali da critica e pubblico per la sua opera precedente, le aspettative per questo nuovo lungometraggio erano al massimo e il cineasta orientale è riuscito non solo a rispettarle ma per certi versi a superarle.

Con questo film Bong Joon-Ho si iscrive ufficialmente a quel ristretto albo di registi capaci di girare un lungometraggio per il grande pubblico mantenendo la propria cifra stilistica. Mickey 17 è a tutti gli effetti quello che si definisce un “blockbuster d’autore”, perfettamente calibrato, una mosca bianca in un panorama contemporaneo fatto di imposizioni delle major o di eccessi autoriali respingenti per la massa.

Quest’opera è una delle più complesse del regista, per via della moltitudine di tematiche che vuole trattare, elemento che rappresenta sia un grande pregio che uno dei pochi difetti. Bong Joon-Ho analizza da tutt’altro punto di vista i temi sociali a lui cari, come l’estrema disparità sociale, l’eccessivo consumismo della società odierna, la distruzione dell’ambiente e la conseguente ossessiva ricerca di spettacolo e dramma in funzione del tentativo di vendita di quello che può essere tanto un prodotto quanto un’idea.

A quest’analisi aggiunge un’aspra critica al panorama politico internazionale contemporaneo, una condanna alla guerra senza mai mostrare scene di effettivo conflitto e una tutt’altro che velata stoccata a figure autoritarie come Donald Trump ricollegandosi ad un immaginario che richiama dittature passate. Tante tematiche che fanno di Mickey 17 un ottimo saggio socio-politico che ci fornisce la visione del mondo del regista, ma che al contempo richiedevano forse più tempo per essere sviscerate perfettamente.

Mickey 17

Mickey 17 – i protagonisti

Probabilmente un’approfondimento in più lo meritava anche il protagonista che si fa portavoce delle tematiche citate prima rimanendone paradossalmente schiacciato e messo in ombra agli occhi dello spettatore. La figura di Mickey Barnes viene salvata dalla magistrale interpretazione di Robert Pattinson in un doppio ruolo da Oscar. L’attore compie un lavoro straordinario a partire dalle corde vocali, sentendo parlare ad occhi chiusi i due Mickey nessuno si renderebbe conto siano interpretati dal medesimo attore, a questo aggiungiamoci un cambio radicale della mimica corporea che rispecchia ottimamente le differenze caratteriali dei due e abbiamo già a Marzo una delle migliori prove attoriali migliori dell’anno.

Ad affiancarlo abbiamo la Nasha di Naomi Ackie, anch’essa molto brava, protagonista dello splendido rapporto amoroso di questo film. Tra i due abbiamo chimica dalla prima inquadratura e il regista è stato molto bravo nel mostrarci subito il loro rapporto dal punto di vista sessuale definendocelo come massima espressione di complicità, caratteristica fondamentale della coppia durante tutto lo svolgimento.

Nel cast abbiamo anche Mark Ruffalo come aspirante colonizzatore e dittatore, qui l’attore statunitense ha fatto un lavoro di fino portando su schermo un macchiettistica parodia di tante figure che hanno segnato in negativo della storia dell’umanità. Partendo dalla più palese imitazione visibile già dal vestiario a Donald Trump fino ad arrivare alla mimica corporea sul finale di Mussoliniana memoria. Tra gli altri personaggi secondari umani troviamo la massima rappresentazione del consumismo e dell’apparire, la Qwen di Toni Colette e il peccato di fiducia originario di Mickey il Berto di Steven Yeun.

Perché vederlo

Ho sottolineato personaggi secondari umani poiché torna un grande classico del regista, dopo quelle viste in “The Host” e “Okja” Bong Joon-Ho ci regala un’altra razza di creature, i così detti “striscianti”. Qui rappresentati come popolo da colonizzare, simbolo della condanna alla guerra e ambiente da preservare come nel sopra citato “Okja”. Visivamente realizzati con un’unione di effetti visivi e speciali molto credibili.

Fondamentale la scelta del regista di ambientare il tutto in una bufera di neve, come in “Snowpiercer”, a simboleggiare l’estrema freddezza di una società in cui non si rispecchia, a riprova di ciò un finale in cui non a caso appare un timido sole.

Da sottolineare il geniale humor nero di cui è ricca la pellicola, sempre ben calibrato e con battute inserite con tempi comici perfetti.

Mickey 17 è l’essenza del mezzo cinematografico e della sua poetica, Bong Joon-Ho sfrutta ogni singolo aspetto della settima arte per realizzare il suo personale trattato socio-politico sulla contemporaneità dimostrando per l’ennesima volta lo straordinario regista qual è.

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