Toglimi un dubbio

Toglimi un dubbio, la commedia sulla voglia di paternità diretta da Carine Tardieu

Scritto e diretto da Carine Tardieu, scrittrice, sceneggiatrice e regista francese che predilige le tematiche legate alla famiglia, Toglimi un dubbio è interpretato da François Damiens e Cécile de France. Nei cinema italiani dal 21 giugno.

Toglimi un dubbio

Toglimi un dubbio – locandina

Toglimi un dubbio

Tutto incomincia nel più banale e scontato dei modi: fai un controllo da niente in ospedale e ciò che vieni a scoprire ti devasta la vita. Nel caso di Erwan (François Damiens), che di lavoro disinnesca mine ma che stavolta si ritrova in mano con una bomba (virtuale) pronta ad esplodere, si tratta di scoprire che colui che lo ha cresciuto non è il suo vero padre.

Nonostante la scoperta non cambi l’affetto e il rapporto che lo lega a Bastien Gourmelon (Guy Marchand), il solo padre che fino a quel momento lui avesse conosciuto e amato, Erwan decide comunque di andare alla ricerca del suo genitore biologico. Trova così un vecchio compagno della madre, un militante di sinistra, che parrebbe avere tutte le carte in regola per essere il suo effettivo padre. Se non fosse che non ricorda minimamente sua madre, ma, ehi, erano gli anni dell’amore libero e delle droghe condivise, quindi non averne memoria non esclude possa esserci una filiazione.

Parallelamente Juliette (Alice de Lencquesaing), la figlia di Erwan, era rimasta incinta in modo, a distanza di tanti anni, non poi così diverso: durante una festa, dopo aver bevuto un po’ troppo e aver conosciuto eccessivamente a fondo un uomo mascherato da Zorro, la cui vera identità ignora e desidera continuare a ignorare. Sarà piuttosto Erwan, ormai ossessionato all’idea di ritrovare il proprio padre, che cercherà in ogni maniera, lecita o meno, di convincerla a cercare e informare il padre biologico del suo bambino, così da non far ripetere alla figlia la stessa storia che, a suo tempo, aveva vissuto sua madre.

A complicare ancora un poco le carte, già di per sé abbastanza mescolate, entra in scena un’ulteriore figlia, Anna Levkine (Cécile de France), che è, nell’ordine: la figlia legittima del presunto padre biologico di Erwan; il medico del padre putativo – sempre – di Erwan; la donna di cui – tanto per cambiare – Erwan si innamora, prima di rendersi conto che potrebbe essere sua sorella.

Completa il quadro un ulteriore padre, anch’egli ignaro come la maggior parte degli uomini del film: il legittimo proprietario del costume di Zorro, nonché legittimo genitore del futuro figlio/a di Juliette, un uomo dallo spirito semplice che alla fine, nella sua semplicità, sceglierà la mossa più giusta, che insegnerà qualcosa a tutti.

Una commedia lieve che gira intorno al tema della paternità

Anche nelle precedenti opere della regista e co-sceneggiatrice Carine Tardieu era evidente che il suo interesse primario riposa nella famiglia e nelle dinamiche familiari. Toglimi un dubbio non fa eccezione ma, se nel suo primo lungometraggio, La Tête de Maman (2007) centrale era la figura materna e nel secondo (Du vent dans mes mollets, 2012) il punto di vista della figlia, questa volta l’attenzione si focalizza sul ruolo del padre, nelle sue varie declinazioni.

Le madri sono infatti praticamente assenti: quella di Juliette è morta, quella di Anna è partita. Entrambe le donne restano a fianco ai loro padri, fungendo quasi più da mogli surrogate che da figlie quali sono.

Toglimi un dubbio - scena

Toglimi un dubbio – scena

I padri, dal canto loro, paiono accomunati dall’inconsapevolezza: Bastien, colui che fino a quel momento Erwan riteneva suo padre, sembra non essere del tutto al corrente della sua condizione di genitore non-biologico, e resta spaesato per buona parte del film senza apparentemente capire di preciso cosa capiti intorno a lui; Erwan, dal canto suo, in quanto figlio ignora il suo vero padre, in quanto padre ignora chi sia il padre del bambino che aspetta sua figlia; Joseph Levkine (André Wilms), il presunto padre biologico di Erwan, ignorava completamente di avere un (altro) figlio; e infine anche il padre del bimbo di Juliette non era consapevole di avere messo incinta la ragazza.

Questo carosello intricato di conoscenze e non-conoscenze dà luogo ad alcuni momenti comici – o quantomeno che fanno sorridere – pur se il sentimento di fondo rimane influenzato dalla struggente ricerca di Erwan, dal suo bisogno di trovare delle radici concrete della sua esistenza, dalla sua ostinazione a pensare che sia il legame di sangue ciò che definisce la propria identità.

Se c’è una cosa che invece emerge chiara da Toglimi un dubbio è proprio la polivalenza della figura paterna, i molteplici modi in cui si può declinare il ruolo di padre. Se ne renderà conto il protagonista, che alla fine forse non saprà togliersi definitivamente il dubbio, ma sarà consapevole che in fondo non era quello l’importante. E saprà apprezzare i rapporti creati con il padre che non era il suo, con quello che probabilmente neanche, con quello che sarà il padre della bimba di sua figlia. A prescindere dalla connessione di sangue.

Toglimi un dubbio - protagonisti

Toglimi un dubbio – i due protagonisti

Bilancio finale di Toglimi un dubbio

L’interrogarsi in merito alla funzione paterna si perde un po’ a causa del sotto-intreccio romantico tra Anna e Erwan. Risulta anche non particolarmente definito il vero senso di ciò che Carine Tardieu voleva cogliere: che la paternità è un rapporto che va al di là della biologia? Che i padri sono ignari? Che sono, come già diceva il proverbio, mai certi? Spunti, per carità, anche interessanti, ma un po’ fine a se stessi, inseriti in un contesto che in conclusione si riduce ad una commedia sentimentale.

François Damiens, per quanto bravo, sembra a tratti eccessivamente preso dall’aspetto melodrammatico e vagamente simil-tragedia greca (il mancato incesto con la sorella non-sorella, ad esempio); il personaggio interpretato da Cécile de France, invece, non per sua colpa, passa da presentarsi come una cinica single immune ad ogni tentazione amorosa a diventare una tenera adolescente innamorata al primo cenno di reale interesse dalla parte di Erwan.

Al di là di ciò, il film è gradevole e delicato, con diversi momenti in cui si sorride. Senza lode e senza infamia, potremmo riassumere.

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