Sudestival 2017

Speciale Sudestival 2017: ‘La ragazza del mondo’ e ‘Orecchie’, i primi film in concorso raccontati dalla Giuria dei Giovani

E’ partita lo scorso 27 gennaio la nuova edizione del Sudestival che noi di cinemio seguiamo sempre con molto piacere. Anche quest’anno continua la collaborazione con i ragazzi della Giuria Giovani che settimanalmente ci forniranno le loro impressioni sui film. In questo articolo le recensioni dei primi due film in concorso: La ragazza del mondo di Marco Danieli e Orecchie di Alessandro Aronadio.

La ragazza del mondo

La ragazza del mondo

La ragazza del mondo

Giulia è un’adolescente educata, umile, disponibile e ben integrata nella comunità dei testimoni di Geova a cui appartiene. Quello che crede essere il suo “posto nel mondo” è scandito da un ritmo monotono e incessante: predicare, lavorare e studiare. In un giorno che ha il sapore di essere come tutti gli altri, incontra Libero, un ragazzo che è il suo perfetto opposto e del quale Giulia si innamora perdutamente. Da questo momento la prospettiva da cui Giulia guarda il “mondo” cambierà completamente. Non sarà facile per lei andare incontro ad un destino ignoto che la porterà però, nonostante tutto, alla conquista di se stessa.

Questa è una storia tratta dal vero con un finale a sorpresa, ma necessario: per trovare il giusto equilibrio e la vera serenità nella vita bisogna partire da se stessi. Non ci si può accontentare di percorsi indicati da altri, si dovrebbe poter scegliere sempre. Scegliere con chi stare, cosa fare, in cosa o in chi credere. Siamo stati tutti un po’ Giulia durante la proiezione, una Sarà Seraiocco superba nella sua recitazione intensa e puntuale. Un film quello di Marco Danieli che mi ha fatto molto riflettere e che consiglio vivamente!

Isabella Petrosillo, V ACL.

Orecchie

Orecchie

Orecchie

Orecchie, per la regia di Alessandro Aronadio è un film comico diverso da come siamo abituati a vederne; è una storia introspettiva al tempo stesso surreale e reale, un crudo e realistico ritratto del mondo, spettatore di sempre nuove e ordinarie follie. Al centro della trama un laureato in filosofia che disprezza tutto ciò che lo circonda e si sente fuori posto in una realtà a cui sente di non appartenere. In una giornata che niente ha di ordinario un fischio alle orecchie lo accompagna nella ricerca di un defunto amico, un Luigi di cui nemmeno ricorda l’esistenza, ma che lo aiuterà più di quanto possa credere. Questo viaggio per le strade di Roma lo porta ad incontrare strani soggetti tra cui un sacerdote, anch’egli poco ordinario, le cui parole indurranno il protagonista a prendere consapevolezza di far parte di quella realtà che tanto disprezza e che solo accettandola potrà essere felice.

Particolare è il modo in cui il film si conclude, risolvendo solo alla fine i piccoli enigmi disseminati nel corso della trama. Il punto di forza della pellicola è la riflessione esistenziale filtrata attraverso un registro tragicomico che nonostante tutto rende il film verosimile, raccontando la vita di un uomo che non è mai completamente comica o completamente drammatica. Anche lo spazio della città parla di conflitti: tra riprese dei monumenti storici ed elementi di moderna e brillante Street Art emerge una Roma riflesso dello stesso conflitto del protagonista diviso tra il non voler scendere a compromessi e la possibilità di essere felice. E che dire del fischio alle orecchie, somatizzazione di un malessere interiore che alla fine risulta non poi così importante.

Orecchie è un film interessante, ricco di spunti di riflessione che prende un po’ una piega e un significato differente a seconda di chi lo guarda, proprio come il mondo reale.

Alessandra Di Leo IV A classico

Leggi l’intervista ad Alessandro Aronadio

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