Arriva in sala il prossimo 21 Gennaio l’ennesimo tentativo di trasportare il mondo Youtube sul grande schermo. A produrre c’è Pietro Valsecchi, reduce dell’enorme successo del quarto film del fido Checco Zalone, e gli interessati sono il trio di giovani romani chiamato The Pills, nato sulla piattaforma video più famosa al mondo non molti anni fa e con decine di migliaia di seguaci pronti a seguirli sul grande schermo: The Pills: Sempre meglio che lavorare.
The Pills: sempre meglio che lavorare
Da bambini Luca, Luigi e Matteo si sono ripromessi di rimanere sempre insieme e non lavorare mai. A trent’anni, convivendo insieme in un appartamento di Roma Sud, i tre passano le giornate a ‘cazzeggiare’ e le serate tra feste e simili. Un giorno, però, vengono colti da una ‘crisi di mezza età’ e così Luigi sarà preda di una “sindrome di Peter Pan”, Luca perderà la testa per una bella ragazza (Margherita Vicario) e Matteo dovrà stare dietro ad un padre 2.0 che si è riscoperto e vuole vivere una seconda gioventù.
Trailer del film
La salita
Quant’è dura la salita, verrebbe da dire. Tanti sono stati i fenomeni del web che, una volta ‘translati’ al grande schermo, hanno in parte o del tutto perso le coordinate poiché spaesati da un linguaggio diverso dai principi e le regole del Tubo.
I The Pills, nella moltitudine dei loro video lanciati dal 2011 ad oggi, hanno espresso sin da subito una comicità romanesca, diretta e cattiva, in cui le generazioni under 30 si ritrovano abbastanza e che rispecchiano senza molti giri di parole una generazione di giovani che si trova alla strenua ricerca di un lavoro, che non potrà mai neanche ambire ad un posto fisso e che spera nella vita di fare ciò per cui ha studiato o che desidera fare.
Sul grande schermo ci sono tutti gli elementi dei loro siparietti su youtube: il bianco e nero, la cucina, il caffè, l’alcool e le sigarette, una Roma di periferia e poi il quartiere Pigneto, una Milano vista dagli occhi di un romano e tanto tanto citazionismo cinematografico.
Il passaggio non è del tutto convincente. Per quanto la regia di Luca Vecchi cerchi un racconto fresco e che mantenga i ritmi richiesti dal pubblico del Tubo, la sceneggiatura tarda a partire, laddove i primi trenta minuti seguono i tre protagonisti in una sequenza infinite di gag e situazioni. L’ora e venti di racconto si sofferma molto ai dialoghi dei tre che, sei nei cinque minuti sul Tubo hanno un ritmo denso e circoscritto, sul grande schermo rischiano di stancare chiunque non sia fan dei tre. Il surrealismo di certe situazioni funziona, il racconto del Pigneto e della periferia romana ha senso compiuto, le citazioni cinematografico sono tante (forse troppo) e fin troppo esplicite da non poter sfuggire a nessuno. Nota positiva del film di certo è la Margherita Vicario che fa perdere la testa a Luca, laddove l’attrazione sessuale tra i due deriverà dall’improvvisa e folle voglia di andare a lavorare di nascosto dagli altri due amici.
È una comicità molto romanocentrica e fatica a funzionare fuori dal fandom del Tubo, ma i The Pills funzionano molto più di tanti colleghi che hanno tentato di adattarsi al linguaggio cinematografico tradendo la loro identità che tanto aveva fidelizzato il pubblico per anni sul web. E di ciò va dato pieno merito al trio e all’occhio del produttore che ci ha visto lungo.