La mostra su Fellini a Bologna: inaugurazione

Non capita molto spesso di vedere una mostra d’arte dedicata ad un regista cinematografico, ed è facile intuire il motivo: l’arte visuale è statica, mentre i film sono per loro natura opere fatte di suono e movimento. Difficile metterle in una cornice ed appenderle.

Con questi pensieri (o forse pregiudizi) sono andato l’altro ieri al MAMbo, il Museo d’Arte Moderna di Bologna, per assistere all’inaugurazione di “Dall’Italia alla Luna”.

L’esposizione dedicata a Federico Fellini, o più precisamente, alle sue ossessioni: “quelle che lo hanno ispirato, il suo immaginario onirico, le scene, le location, e i backstage dei film, l’iperproduzione iconografica della cultura popolare contemporanea”.

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Ma devo dire che, contrariamente a quanto mi aspettavo, l’esposizione non si limita ad una collezione di memorabilia ad uso e consumo dei feticisti felliniani. Ci sono, certamente, i poster originali delle sue opere, le foto di scena, i disegni autografi e tutto questo tipo di cose; ma a completarle, c’è anche una grande quantità di materiali audiovisivi su vari supporti: alcuni proiettati su schermi di medie dimensioni, altri su tv a parete, altri ancora su piccoli monitor. Ed oltre a frammenti di film, vi sono interviste e documentari.

Ogni sezione è dedicata ad una particolare “ossessione” felliniana. Tanto per fare un esempio, c’è una parete che ospita foto e disegni dei suoi famosi tipi grotteschi: “personaggi usciti dalla commedia dell’arte, figure emblematiche dello spettacolo. Costituiscono il mondo secondo Fellini, a mezza strada fra il carnevale e la corte dei miracoli. Insieme, formano la grande parata, il ‘Fellini Circus'”.

E naturalmente, le “ossessioni” felliniane – tra donne, paparazzi, religione, ispirazioni ipnagogiche – sono così numerose che il materiale non manca: l’esposizione è infatti molto grande, e credo che per visitarla occorra mettere in conto almeno un’ora e mezza. Nel complesso è comunque piacevole, grazie all’equilibrio fra la mostra d’arte convenzionale (con tanto di didascalie esplicative) e una concezione più innovativa. Inoltre si scoprono aspetti magari meno noti della personalità del regista, come ad esempio il suo rapporto con la sceneggiatura. Argomento sul quale si esprimeva così:

“Temo la sceneggiatura. Odiosamente indispensabile. Per lavorare ho bisogno di stabilire con i miei collaboratori una complicità da compagni di scuola, gli stessi ricordi, gli stessi gusti, gli stessi scherzi, un’aria di contestazione, di derisione del lavoro che si sta per fare. Contro il film.”

La mostra Dall’Italia alla luna resterà al MAMbo fino al 25 luglio: e se passate a Bologna, vale senz’altro una visita.

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