Immergersi nell’atmosfera di un festival di cinema è una delle esperienze più affascinanti che ti possa capitare: dai riflettori patinati di Venezia, con il suo contorno di starlette e divismo cronico al mormorio intellettuale di Pesaro, con la sua modesta semplicità; dal Premio Bizzarri del documentario italiano a San Benedetto del Tronto fino ai piccolissimi festival cittadini, nelle rassegne cinematografiche si respira comunque aria di festa.
Il Far East Film Festival di Udine non fa eccezione, colorato, giovane, divertente, atipico, la kermesse di Udine propone la visione parallela di un cinema sconosciuto alle grandi masse ma di grande valore estetico e filmico.
Fino al 2 maggio la Gioconda sfuggita dal Louvre, immagine del manifesto dell’undicesima edizione, scoprirà gli occhi su 56 film di 9 paese diversi, una decina di eventi collaterali e l’esclusiva performance live dei giapponesi Yura Yura Teikoku.
La premier europea di Ong Bak 2, del thailandese Panna Rittikrai presente tra il pubblico, nell’avvolgente e stupendo Teatro Nuovo di Udine , dimostra subito di che pasta è fatto il festival e soprattutto di cosa è capace il cinema asiatico. Film d’azione tra magia e vendetta Ong Bak 2 ci porta ne XV secolo tra banditi, allenamenti nella giungla ed arti marziali.
Tony Jaa, ex stuntman ed ora protagonista indiscusso della pellicola ci fa conoscere il Muay Thai (fusione di arti marziali e danza) e nei 115 minuti del film raggiunge livelli fisici e prestazioni mai viste, e tutto senza effetti speciali né cavi nascosti.
Pochi dialoghi nel film, è la lotta che parla al pubblico, che diviene comunicazione primaria, che dimostra che l’onore, il rispetto e la riconoscenza non passano più attraverso parole stanche e confuse ma solo con la carnalità e con lo scontro fisico (mi viene da pensare alla nostra classe politica e a quanto sarebbe interessante vederli lottare invece di dettare proclami superflui ed inefficienti!).
Il secondo film della serata è Crazy Racer, del cinese Ning Hao, scombinata commedia nera di spionaggio con caratteristi al di sopra delle righe e per questo improbabili e surreali; così come surreale è la traduzione in diretta attraverso le cuffie in dotazione per i film: una signorina atona e per niente divertita stancamente traduce il film per il pubblico italiano, me la immagino la poverina chiusa in una stanzetta buia, che mangia caramelle (ogni tanto si sente qualche strano rumore di plastica) dovrò conoscerla e liberarla uno di questi giorni.
Domani Udine fa festa, un 25 aprile con il mercato tradizionale asiatico, gli stand a tema del festival e tutta una serie di concerti legati alla manifestazione. Il Far East spegne le luci per questa prima serata e attende trepidante una nuova alba sempre più gialla.
Grazie all’inviato Luigi Coccia per il suo favoloso articolo: ci fa immergere nell’atmosfera reale e bizzarra del festival al quale io ho partecipato diversi anni fa. E’ vero, forse, nel suo genere, uno delle migliori rassegne di cinema che ci sono in Italia, se non altro perchè importano cultura diversa, un nuovo mondo (il lontano est) e fanno rivivere popolandola di giovani una bella città come Udine. A parte la chiusura (un pò berlusconiana) di “alba gialla”, faccio i miei più vivi complimenti all’inviato speciale per conto di Cinemio: divertiti, saluta l’Asia anche da parte di K.
@arianna: ciao arianna, io purtroppo non ho mai partecipato a questo festival e penso proprio di essermi persa qualcosa…
Per ora mi accontento di leggere i post di luigi che sono molto esaurienti e mi aiutano a capire l’atmosfera che c’è da quelle parti meglio di qualsiasi altro articolo che possa leggere sull’argomento, visto che lui è lì!
Grazie ancora per la partecipazione!
ciao grande Gigi,
l’hai liberata poi la piccola caramellaia?