Penultimo autore in concorso al Sudestival 2019 il regista Samad Zarmandili alla sua opera prima presenta il film Beate. Nell’articolo l’intervista completa.
Intervista a Samad Zarmandili
Ciao Samad, benvenuto su cinemio. Il tema di Beate è molto originale. Ci racconti come ti è arrivata la sceneggiatura tra le mani e cosa hai pensato quando l’hai letta?
Samad Zarmandili: Mi fu raccontato il soggetto di Beate da Salvatore Maira, di cui ero stato prima assistente e poi aiuto regista; questa storia di riscatto tutta al femminile mi ha subito incuriosito. Poi ho seguito lo sviluppo della sceneggiatura, scritta dallo stesso Maira con Antonio Cecchi e Gianni Gatti, quando mi fu proposta la regia del film dal produttore Dario Formisano e l’idea di poter girare una favola sociale e corale, attraverso cui si potesse raccontare una fetta di paese e della crisi economica che ha attraversato negli ultimi anni con il filtro della commedia, mi è sembrato molto stimolante e un’ottima opportunità.
Parliamo del cast. Avevi già in mente le protagoniste o le hai scelte con un provino? In particolare come hai scelto la bravissima Donatella Finocchiaro e come hai lavorato con lei per la costruzione del personaggio che ha anche un handicap fisico?
Samad Zarmandili: Avevo da subito in mente Donatella Finocchiaro, perché oltre a reputarla una delle migliori attrici del nostro panorama, ha il carisma e la forza giusta per interpretare un personaggio come quello di Armida, che all’interno di questa commedia è la corifea, il traino e motore di tutta la vicenda. Le ho proposto il personaggio che a lei subito è piaciuto e da lì siamo partiti.
Con lei abbiamo lavorato e provato prima da soli e poi anche con altre delle protagoniste del film, tra tutte Lucia Sardo (suor Restituta), con cui dalla prima prova ho visto che c’era una perfetta sintonia e che sarebbero uscite fuori scene molto divertenti. Abbiamo anche consultato un ortopedico e un fisioterapista che ci hanno aiutato a rendere credibile la camminata con il piede torto, cercando di restituire autenticità ma preservando la femminilità del personaggio.
Le altre attrici sono state scelte tutte attraverso molti provini. Dopo aver deciso di girare il film i Veneto, ho pensato di usare anche il dialetto per dare forza ai personaggi e così mi sono mosso in quella direzione, provinando e scegliendo solo attrici venete. Per rendere efficace una “favola” è molto importante che il contesto sociale e antropologico in cui viene raccontata sia il più possibile realistico.
Come sono andate le riprese del film? Ci sono aneddoti che ti va di raccontare?
Samad Zarmandili: Le riprese del film sono state effettuate in cinque settimane molto concentrate tutte in Polesine e si sono svolte in un clima molto divertente e di grande collaborazione. In particolare da regista, temevo questo numerosissimo gruppo di attrici quasi sempre tutte in scena ed invece loro sono state la vera forza del set: sempre attente, preparate e pronte ad aggiungere idee e sfumature che hanno reso le scene ed i loro personaggi ancora più a fuoco.
Tra di loro si è creato un forte legame che va tuttora avanti a distanza di più di due anni! Durante le riprese, la sera a cena, nell’unico ristorante del paese si facevano lunghe tavolate tutti assieme… solo a volte, io e l’unico attore del gruppo Paolo Pierobon, prendevamo un piccolo tavolo per due in fondo alla sala e recuperavamo un po’ di complicità maschile.
Il film ha partecipato a numerosi festival e avuto molti riconoscimenti. Qual è stato il complimento che più hai apprezzato per Beate?
Samad Zarmandili: Il film ha partecipato a molti festival e rassegne e anche in sala, malgrado le poche copie con cui è uscito si è difeso piuttosto bene. Una delle serate più belle è stata quella all’arena del Cinema Nuovo Sacher di Nanni Moretti, all’interno della rassegna Bimbi Belli, dove più di 600 persone hanno applaudito il film.
Uno dei complimenti che mi rende orgoglioso è quando gli spettatori al termine della proiezione, mi dicono che Beate sembra un po’ quelle commedie di una volta dove si rifletteva ridendo.
E per concludere uno sguardo al futuro. Dopo la gavetta in televisione, Beate è la tua opera prima al cinema. C’è già un’opera seconda nel cassetto? Ti va di parlarcene?
Samad Zarmandili: Per il futuro, sto cominciando a pensare ad un nuovo film, più personale. Mio padre era iraniano e in questo nuovo progetto voglio raccontare una storia legata ad un personaggio dall’identità ibrida.
Ringrazio Samad Zarmandili per la sua disponibilità e gli faccio, a nome della redazione di Cinemio, un in bocca al lupo per il concorso del Sudestival.
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@Foto Credits Sudestival.org