Primo film in concorso al Sudestival 2020 è Gli uomini d’oro di Vincenzo Alfieri. Nell’articolo l’intervista al regista.
Gli uomini d’oro
Ispirato ad una storia vera avvenuta nel 1996 Gli uomini d’oro è un crime originale e coraggioso come se ne vedono troppo pochi in Italia. Vincenzo Alfieri dirige, con ritmo pop e sceneggiatura impeccabile, i suoi protagonisti perfetti nella parte: da Fabio De Luigi mai così cattivo a Giampaolo Morelli cialtrone sognatore a Edoardo Leo sexy dal cuore d’oro per concludere con Gianmarco Tognazzi sempre troppo sottovalutato.
Un film assolutamente da vedere che dimostra come non serve Hollywood o un budget stratosferico per fare film d’azione con la qualità che distingue molti dei nostri giovani registi.
Intervista a Vincenzo Alfieri
Ciao Vincenzo, benvenuto su cinemio.it. Dopo il tuo esordio con I peggiori, Gli uomini d’oro è la tua opera seconda. Dato che sei autore anche di soggetto e sceneggiatura ci racconti la genesi del film?
Ero alla ricerca del mio secondo film e sentivo di voler raccontare una storia vera italiana e sono sempre stato affascinato dal mondo criminale. Volevo un’idea alla Fargo, cioè mostrare delle persone normali che si avvicinano alla criminalità. Un giorno per caso, il mio cosceneggiatore, Renato Sannio, mi fece leggere questo articolo di giornale del 1996 in cui si parlava degli Uomini D’oro, e Meo Ponte, il giornalista, scriveva se ne facessero un film inizierebbe come I soliti ignoti e finirebbe come Le iene di Tarantino. Mi si è accesa una lampadina. Una commedia all’italiana che diventa un crime!.
Vincenzo Alfieri
Ne I peggiori eri anche davanti la macchina da presa nel ruolo del protagonista Fabrizio. Come mai questa volta hai deciso di dedicarti solo alla regia?
Perché non è detto che debba recitare sempre nei miei film. In questo film non c’era un ruolo per il quale mi ritenevo giusto. Avrei adorato interpretare Boutique, ma l’esperienza e il talento di Tognazzi hanno dato qualcosa in più che io non avrei dato credo.
Vincenzo Alfieri
In entrambi i tuoi film si sente la voglia di riscatto di uomini perseguitati dalla vita e dagli eventi: ti interessa molto questo tema? Come mai?
Perché è un tema che conosco bene. Tutti nella vita credo ci siamo sentiti maltrattati ingiustamente da chi sta sopra di noi, da chi ha il comando. La differenza è che io ho sempre cercato di combattere nella mia vita per ottenere i risultati in modo serio e giocando le carte che la vita mi presenta. Nei film mi piace pensare a come sarebbe se avessi la propensione ad infrangere le regole che tanto amo e di cui sono schiavo.
Vincenzo Alfieri
Parliamo un po’ del cast: come hai scelto i tuoi attori, in particolare Fabio De Luigi, Edoardo Leo e Giampaolo Morelli?
Da fan. Conosco tutti i loro film e sono un estimatore del metodo americano dove attori di commedia come Jim Carrey o Steve Carrel vengono utilizzati in film drammatici e danno grandi prove attoriali. Da noi non è usuale, perché in generale non si da fiducia alla diversità e alla follia delle idee. Se avessi avuto un cast che sono già abituato a vedere in quei ruoli dove sarebbe stata la sfida? Ho creato il cast pensando a cosa mi avrebbe emozionato vedere al cinema da spettatore.
Vincenzo Alfieri
Come hai lavorato con loro nella costruzione dei personaggi? Per esempio Fabio De Luigi nel tuo film interpreta un ruolo diverso dai soliti, decisamente molto più cinico e cattivo…
Ad ognuno ho dato dei riferimenti. Tutti hanno avuto I malavoglia, perché l’ideale dell’ostrica gli avrebbe fatto bene il concetto che chi nasce tondo non muore quadrato.
Con Morelli abbiamo visto Quei bravi ragazzi e ascoltato tanta musica anni 90, per entrare nella psicologia di un personaggio glamour e amante della bella vita come quello di Ray Liotta.
Con De Luigi abbiamo costruito il personaggio sulla base di Breaking Bad e di un giorno di ordinaria follia (vedi scotch sugli occhiali). Gli ho detto di pensare sempre ad una pentola a pressione che quando scoppia non esplode ma semplicemente fa fuoriuscire tutto in modo anomalo.
Edoardo Leo per me doveva essere un Wolverine, un solitario però bonaccione come Rocky. In realtà il vero lupo poi si scoprirà che è la sua compagna che ha lavorato sul personaggio guardando film come assassini nati e pulp fiction.
Vincenzo Alfieri
Dopo I Peggiori ti sei dedicato alla regia e non alla recitazione. Preferisci dirigere piuttosto che essere diretto o è solo una fase temporanea?
Non saprei. Amo quello che faccio in qualunque sua forma. Non so darmi dei confini
Vincenzo Alfieri
Per concludere quali sono i tuoi progetti futuri? C’è una nuova sceneggiatura nel cassetto?
C’è sempre! Ma sono in attesa.
Vincenzo Alfieri
Gli uomini d’oro è in concorso al Sudestival. Com’è stata questa esperienza?
Raramente si incontra qualcuno veramente innamorato del proprio lavoro come Michele Suma. Mi sono sentito trattato con i guanti. Una organizzazione perfetta, una città stupenda e un pubblico dedito alla cultura. Vedere tutta quella gente in sala mi ha dato speranza. E’ stato bellissimo.
Vincenzo Alfieri
photo credits: sudestival.org