L’arma dell’inganno, operazione Mincemeat, un film di John Madden con Colin Firth, Matthew Macfadyen, Kelly Macdonald e Penelope Wilton. Dal 12 maggio al cinema, dura circa 128 minuti (due ore e dieci, la scrivente ha perso ogni speranza di vedere un film sotto le due ore oramai).
L’arma dell’inganno, forse i l più grande inganno, spionisticamente parlando
Siete pratici di pesca? Sapete che vuol dire buttare un amo, ed attendere per vedere se il pesce abbocca?
Questo succede in Operazione Mincemeat.
Un’esca viene lanciata, ma non un esca qualsiasi, come non qualsiasi è il pesce che si cerca di catturare. L’anno è il 1943, il pesce è Adolf Hitler in persona. E l’amo è solo il corpo di uno sconosciuto, che trasporterà dei finti documenti, per confondere i nazisti sul dove sbarcarenna gli alleati. Uno sconosciuto morto, su cui Ewen Montagu (Colin Firth) e Charles Cholmondeley (Matthew Macfadyen) costruiscono una vita intera, fatta di dettagli, fatta di particolari.
Tutto deve essere il più convincente possibile, tutto viene fatto per cercare di raggirare i nazisti. Dall’usura dell’uniforme, a quanti e quali francobolli mettergli in tasca. Perché questa è la possibilità migliore per ingannare e confondere, perché questa è l’unica possibilità. Affidare a un corpo morto dei documenti falsi, su un piano inventato, per convincere i nazisti che gli alleati sbarcheranno in Grecia e non in Sicilia. Quindi tutto è nelle mani (già in via di decomposizione) di Roger Dearborn, l’identità fittizia assegnata al cadavere. Tutto è nelle sue mani, e nelle mani di uomini chiave dello spionaggio e del controspionaggio. Tutti occupati a capire quale se quella che raccontano sia la verità, un tradimento o un doppio tradimento.
E, come sempre, nessuno sa come andrà a finire, finché la storia non è scritta.
Il trailer del film, prove false, certo.
“In ogni storia vi sono elementi visibili e altri nascosti”
Una vita inventata, per vincere una guerra, passando per il corpo di un uomo morto e una fitta rete di spie e controspie. Quando si parla di un film, basato su una storia vera, non c’è rischio di fare spoiler. Soprattutto a chi la storia se la ricorda, battaglia per battaglia.
Un film che ti prende e ti tiene incollato dall’inizio alla fine.
Forse coinvolge poco a livello umano, ma molto a livello spionistico, avventuriero e storico. Assolutamente da vedere per chi è appassionato di storia, storie vere e di eroi più o meno conosciuti, che grazie al loro contributo, hanno permesso di scrivere pagine di storia.
Un film lungo, che comunque ha tanto da raccontare e lo fa bene, giocando soprattutto con i due attori principali, alleati, forse avversari. E sullo sfondo, quasi un triangolo amoroso in cui nessuno crede fino in fondo. Insomma, bello il film ma certe sottotrame mi sono parse troppo forzate, completamente inutili ai fini narrativi. Soprattutto lo pseudo triangolo amoroso, che a volte diventa un quadrato l’ho trovato una forzatura abbastanza superflua, poteva benissimo uscirne un bel film, senza voler inserire a tutti i costi il lato “romantico”. Forse messo per dare più umanità ai personaggi, forse messo per cercare di dare più veridicità a una storia d’amore inventata, per me è forse l’elemento più debole di tutto il film.
In compenso, l’aria di incertezza, di diffidenza, di paura è palpabile per tutto il film. L’arma dell’inganno, un film da vedere fino alla fine dei titoli di coda, titoli che, come sempre, spiegano e chiudono il cerchio intorno alle figure raccontate nel film. La cosa che quasi preferisco in questi film, basati su fatti veri forse sono proprio i titoli di coda, che spiegano e raccontano cosa sia successo nella vita vera, soprattutto quando il film in se non mi ha del tutto entusiasmato.
Piccola nota a parte Winston Churchill in questo film per me è proprio un no, sarà che ho ancora in mente L’ora più buia, ma in questo film ho quasi fatto fatica a capire che fosse Churchill…