Dancer in the dark

Dancer in the dark: torna al cinema uno dei capolavori del maestro Lars Von Trier

Non solo Dogville, ma anche Dancer in the dark, capolavoro del regista Lars Von Trier che ha lanciato in questo film la cantante islandese Bjork nel cinema internazionale, torna al cinema dal 9 all’11 giugno.

Il film è stato vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 2000 e candidato al premio Oscar per la miglior colonna sonora.

Dancer in the dark

Dancer in the dark: perchè tornare al cinema per rivederlo?

Dancer in the dark è un musical, girato con la camera a mano, tranne nei momenti di canto e ballo (in fabbrica, su un treno nella campagna, in tribunale…) dove ne vengono utilizzate fino a 100. E queste scene sono molto belle e vitali anche perché, come dice la protagonista, «nei musical non succede niente di terribile», ed è lì che lei si rifugia per evadere dalla realtà.

È una denuncia a una società in cui tutto ruota attorno al denaro, e parla di sfruttamento, di sopraffazione dei più deboli, tema più che mai attuale anche oggi. E ancora, è una decisa presa di posizione contro la pena di morte, dichiarata incostituzionale nello stato di Washington nel 2018 e abolita solo due anni fa.

Le citazioni a partire dal titolo omaggio al numero Dancing in the Dark di Spettacolo di varietà, con Fred Astaire, Gene Kelly e Cyd Charisse di Vincente Minnelli (1953). E poi, Quarantaduesima strada di Lloyd Bacon con le coreografie di Busby Berkeley (1933), che la protagonista e la sua amica vedranno al cinema. Per finire con Joel Gray, maestro di cerimonia in Cabaret di Bob Fosse (1972) che qui interpreta il ballerino cecoslovacco Oldrich Novy.

La trama

Selma è un’immigrata della Cecoslovacchia, una madre single che lavora in una fabbrica nell’America rurale. La sua salvezza è la passione per la musica, in particolare per i numeri pieni di canto e ballo dei classici musical hollywoodiani.

Dancer in the dark

Selma nasconde, però, un triste segreto: sta perdendo la vista e suo figlio Gene rischia la stessa sorte se non riuscirà a mettere da parte abbastanza soldi per garantirgli un’operazione. Quando un vicino disperato accusa falsamente Selma di avergli rubato i risparmi, il dramma della sua vita si intensifica fino a un tragico finale.

Il trailer del film

Dancer in the dark: la recensione

Dancer in Dark può essere tetro, noioso e difficile da guardare, ma nonostante ciò, l’interpretazione di Bjork è potente e toccante ed è qualcosa di completamente nuovo e visionario.

La cantante e compositrice islandese Bjork offre quella che potrebbe essere l’interpretazione più straziante mai offerta da qualcuno che non ha alcun interesse a fare l’attore.

Bjork si lancia in questo ruolo con la ferocia di un animale ferito e la tenera perplessità di una bambina che non riesce a comprendere i pericoli del mondo. Recita senza reti, lavorando su sentimenti crudi e senza filtri. La guardi con un misto di stupore e preoccupazione, quasi a voler distogliere lo sguardo da una performance così apertamente emotiva.

Dancer in the dark è un film che non ha eguali. Girato con colori sbiaditi e riprese a mano, il film è allo stesso tempo aggressivamente moderno e deliberatamente, melodrammaticamente, antiquato. La musica di Bjork – imponente, oceanica, dissonante – emana un incantesimo lussureggiante. Catherine Deneuve è sorprendentemente convincente nel ruolo della migliore amica protettiva di Selma. Il film ti tiene in pugno dall’inizio alla fine, anche quando le scene improvvisate hanno i ritmi impacciati degli esercizi di recitazione.

La potenza di Dancer in the Dark è innegabile. Così come il talento di Von Trier. È il modo in cui usa il suo talento che mi mette a disagio: c’è un sadismo emotivo in Von Trier – verso le sue eroine martirizzate e mortificate, così come verso il pubblico – che lascia un retrogusto nauseabondo. Siamo sconvolti e commossi dal destino crudele che colpisce Selma – ma è un destino, non dimentichiamolo, ideato da von Trier. Per coloro che considerano il film un capolavoro, Dancer in the Dark tocca corde profonde dell’umanità. Per coloro che lo considerano una sorta di magnifica farsa, è il pubblico a essere spudoratamente pizzicato.

In conclusione

Tutto ciò che riguarda Bjork e Dancer in the Dark è enigmatico in un modo scomodo che mostra la bellezza nel modo più crudo e la crudezza nella complessità dei costumi sociali avanzati.

Dancer in the dark

Un inno avvincente e carico di emotività al potere isolante dell’immaginazione.

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