Noi siamo tutto: soltanto per amore!

Seconda opera registica della neo cineasta Stella Meghie, dove malattia e speranza sono alla continua ricerca di una vera identità. Tratto dall’omonimo romanzo di Nicola Yoon, nel ruolo della diciottenne Madeline ritroviamo una misurata Amandla Stenberg (Colombiana e The Hunger Games), costretta ad una vita di solitudine e segregazione tra le pareti domestiche, per una malattia rara quanto improbabile. A darle una ritrovata regione di esistere ci pensa Olly, interpretato da Nick Robinson (Jurassic World), deciso a lottare pur di darle amore e libertà. Noi siamo tutto è nelle sale italiane dal 21 settembre.

Noi siamo tutto

Noi siamo tutto

Noi siamo tutto: una vita da scoprire

La vita di Madeline è fatta di isolamento. Tutto per una rara malattia di immunodeficienza che la costringe a vedere il mondo attraverso i vetri delle pareti domestiche. Una madre medico (Anika Noni Rose), amorevole ed apprensiva, la assiste insieme all’infermiera Carla (Ana de la Reguera). Il suo mondo artificiale è strutturato da sogni (ama poter vedere l’oceano) che alimenta scrivendo e leggendo libri. Ma tutto questo ha una svolta, quando bussa alla sua porta il giovane Oliver, detto Olly. Con un ciambellone si presenta ai suoi vicini di casa, appena trasferitosi con la famiglia: una madre medico e un padre alcolizzato e manesco, incapace di mantenere un lavoro, e sua sorella. Quello che inizialmente sembra curiosità, lentamente si trasforma in un sentimento alimentato dall’osservarsi dalle rispettive finestre. Quel vetro invisibile che la protegge dal mondo vuole essere abbattuto dalla giovane Madeline, disposta a rischiare la propria vita pur di parlare con il suo Olly. Abbandonati gli sms e aiutati dalla complicità dell’infermiera Carla, i due si incontrano nella camera sterilizzata della ragazza. Tutto per iniziare la loro ‘personale’ storia d’amore.

Noi siamo tutto

Amandla Stenberg in una scena del film ‘Noi siamo tutto’

La loro fuga da quella prigione di vetro è immediata e senza regole. Madeline prenota i biglietti per l’isola di Maui, nelle Hawaii, per poter vedere quell’oceano che ha sempre sognato. Ma quel viaggio, oltre alla scoperta dell’amore fisico, riserva un imprevisto e la scoperta che la sua presunta malattia non è mai stata così come sembra. Per una crisi miocardica, Maddy viene ricoverata d’urgenza in ospedale e riportata a casa. Quell’equilibrio costruito con gli anni dalla madre viene scosso dalla diagnosi di uno dei medici dell’ospedale in cui la giovane Madeline è stata soccorsa: non è affetta da nessuna malattia da immunodeficienza. Sconvolta da quella presunta verità, la spiegazione della madre non è sufficiente a dare un equilibrio a quella voglia di vivere che ha sempre alimentato i sogni e le ambizioni di una vita tutta da scoprire.

Nick Robinson e Amandla Stenberg in una scena del film 'Noi siamo tutto'

Nick Robinson e Amandla Stenberg in una scena del film ‘Noi siamo tutto’

La regista Stella Meghie riesce a valorizzare, sorretta dalla sceneggiatura scritta a quattro mani con J. Mills Goodloe, un romanzo sottile e delicato. Le barriere della malattia si confondono con i muri razziali annullati dai bellissimi occhi della giovane protagonista, quando è facile immedesimarsi in quella voglia avida di assaporare il mondo e una vita tutta da scoprire. Quello che la critica può aver bollato di troppa inverosimiglianza nei recenti messaggi tra le righe voluti dal Moana disneyano e dalle novelle confuse (cult o trash?) dei vampiri vegetariani di Stephenie Meyer, sembra ora avere un senso. Come un perfetto tassello di un puzzle che riesce a dare forma a quel disegno abilmente creato da un linguaggio cinematografico sempre impeccabile e all’altezza delle aspettative. Niente male per una regista quasi al suo debutto, considerando il film d’esordio Jean of the Joneses del 2016 e un passato di pubbliche relazioni, prima di diventare regista e sceneggiatrice. Ben fatto!

IL TRAILER DEL FILM ‘NOI SIAMO TUTTO’

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