Ventisette anni dopo il film diretto da Joel Schumacher, Linea mortale, il regista danese Niels Arden Oplev (Millenium e il televisivo Mr. Robot) ci ripropone il thriller cult degli anni novanta, su un soggetto scritto dallo stesso sceneggiatore dell’originale (Peter Filardi), con un cast da cui emergono Ellen Page (Juno e Inception), Nina Dobrev (nota per la serie televisiva The Vampire Diaries) e lo stesso Kiefer Sutherland, nel ruolo del dottore Nelson Wright. ‘Flatliners-Linea mortale‘ è nelle sale italiane dal 23 novembre.
Flatliners-Linea mortale
Cinque laureandi in medicina trascorrono il loro tempo tra le lezioni impartite dal ferreo dottor Wright e il tirocinio estenuante nei reparti dell’ospedale. Tutto scorre senza inconvenienti, sino a quando Courtney Holmes (Ellen Page), ancora scossa dal trauma della morte della sorellina in un incidente stradale di cui era responsabile alla guida, propone al tirocinante Jamie (James Norton) di prendere parte ad un esperimento: arrestarle il cuore per un minuto, per poter “scannerizzare” le reazioni del cervello e dare una spiegazione ai misteri legati all’esperienza dovuta ai coma cerebrali e ai successivi “ritorni” dei pazienti.
Anche se riluttante alla folle proposta di Courtney, l’esperimento avviene come da manuale, riuscendo a coinvolgere anche la giovane Sophia (Kiersey Clemons), Marlo (Nina Dobrev) e l’esperto Ray (Diego Luna), l’unico che si astiene di sottoporsi all’esperimento, preoccupandosi di riportare in vita i suoi compagni, senza inconvenienti. Ma l’entusiasmo della loro ‘follia’ si rivela ben presto una minaccia per il loro subconscio.
Se inizialmente sembra che le loro potenzialità intellettive vengano iperstimolate dal “processo mortale”, nella vita quotidiana dei ragazzi subentrano le angosce nascoste dai loro animi, distruggendo le loro barriere emotive e spingendoli alla paura e alla follia. Per Courtney, il rimorso della colpevolezza dell’incidente si rivelerà minaccioso sino all’estremo, causandole la morte reale.
Scossi dalla perdita della loro amica, i partecipanti dell’esperimento mettono a nudo le loro ‘persecuzioni’, raccontandole a vicenda: per Jamie è la colpa di aver abbandonato le proprie responsabilità di padre, dopo aver messo incinta una ragazza, per Marlo è la responsabilità di aver causato la morte di un paziente e per Sophia di aver distrutto la vita di una sua compagna di corso, divulgando le foto osé a sua insaputa.
Solo in questa maniera, la barriera che divide la realtà con il limbo della morte sembra annullarsi, riuscendo a dare pace ai loro animi e portare la tranquillità alla loro vita quotidiana.
Pur sorretto da una dose di effetti visivi di forte impatto, il film di Niels Arden Oplev sembra restio alla vera consacrazione, rimettendo all’opera originale di Joel Schumacher i meriti migliori, forse per le atmosfere gotiche meglio riuscite del precedente. Un thriller psicologico, quindi, che annaspa nell’Horror di routine, riuscendo a dare il meglio di se, anche se la sceneggiatura sembra, a tratti, perdersi nell’obsoleto e nel trash.
Forse, la causa di tutto questo è nel cast di forte richiamo del predecessore, rimettendo a Julia Roberts, Kiefer Sutherland, Kevin Bacon, Oliver Platt e William Baldwin i meriti di un film che ha saputo caratterizzare un soggetto decisamente allettante, non solo per la cultura pop del periodo.