È arrivato in sala ieri 1 Luglio il film del regista Ethan Coen (omonimo soltanto del fratello di Joel, sceneggiatore di film come “Tropic Thunder”) che decide di portare sul grande schermo l’ennesimo (ma ottimo) buddy movie con una strana coppia, fortemente voluta da Will Ferrell che torna, dopo scelte ponderate come quella di “The Lego Movie”, con accanto un fantastico Kevin Hart: Duri si diventa.
Duri si diventa
Il milionario James (Will Ferrell; Anchorman 2, The Lego Movie) viene inchiodato per frode e condannato a scontare una pena in carcere. Decide allora di chiedere a Darnell, nei 30 giorni precedenti al processo, (Kevin Hart; Il grande match, Poliziotto in prova) di aiutarlo per evitare una vita orrenda dietro le sbarre.
Trailer “Duri si diventa”:
La differenza
È veramente labile il confine tra un’idea meravigliosa in teoria e un lavoro ben riuscito e calibrato in pratica. Per quanto interessante su certi aspetti, il recente Fuga in tacchi a spillo era un esempio di buddy movie in rosa con una strana coppia che, seppur funzionante su carta, poi non era riuscita a rendere in pieno né il sense of humor né il gioco ora slapstick ora intelligente per restituire un copione già in sé mediocre.
In Duri si diventa, al contrario, torna in primo piano un Will Ferrell scoppiettante e assolutamente demenziale in una nelle sue migliori forme dopo il John Burgundy che decide di mettersi accanto un suo opposto, sia fisicamente che come verve comica: Kevin Hart, uno dei due comici di colore di Scary Movie 3 e 4, che riesce qui a contrapporsi quanto stare accanto ad un comico ‘insediato’ come Ferrell, giocando su tutti i luoghi comuni possibili, dall’omofobia, alla razza, alla stazza, al timbro vocale, in una comicità slapstick quanto di slang linguistico che riesce ad essere volgare o stupida eppure sempre con un certo garbo, confezionata perfettamente nel genere e, guardandolo nella giusta prospettiva, riuscendo a farti spegnere il cervello per un’ora e trenta, come i film di questo genere pretendono e ricercano.
Calibrato, ma non troppo
Non si può leggere Duri si diventa come una commedia intelligente, eppure la costruzione fatta sulla caratterizzazione dei personaggi ancor prima della trama in sé, abbastanza esile e discutibile, è invece fondo di uno studio appropriato che riesce a esaltare i due protagonisti creando un universo maschilista ‘abbastanza’, omofobo ‘abbastanza’, americano e anti-americano ‘abbastanza’, riuscendo a calibrare il tutto (lasciando eccedere i dialoghi forse troppo in alcuni punti?) ma regalando un buddy movie moderno dal sapore retrò di tutto gusto, forse un po’ fuori dai tempi eppure sufficiente e, a tratti, esaltante.
Duri si diventa è un buon esordio alla regia per un buon sceneggiatore ed un ottimo dialoghista come Ethan Coen che, senza dubbio, potrà fare in futuro di più.