Decision to Leave, del regista sudcoreano Park Chan-wook, con Park Hae-Il e Tan Wei.
Nei cinema dal 2 febbraio 2023. Premio miglior regia al Festival di Cannes.
Decisione to Leave, certe decisioni sono le più difficili
Da un lato c’è il detective Hae Jun. Preciso, metodico, puntuale. Un uomo di altri tempi.
Dall’altro Seo-rae. Sfuggente, misteriosa, una sfinge indecifrabile.
In mezzo a loro un caso di suicidio, o forse omicidio, il marito di Seo-rae è stato trovato ai piedi di una montagna morto, e il detective Hae Jun viene incaricato di indagare su questo caso.
Due vite che non si incontrerebbero si scontrano così, entrando di prepotenza l’una nell’altra. Inizia così un sottile gioco, dove la verità, e cosa sia accaduto è un flebile frammento spazzato tra due venti.
Se poi, a tutto questo, aggiungiamo anche una dose di attrazione tra i due, otteniamo un raffinato thriller sentimentale, ambientato in una Corea odierna.
Il trailer del film
Strano
Posso dire che questo è uno dei pochi film coreani che io abbia mai visto. E’ strano, ha un umorismo sottile, che devi analizzare, che non ti fa ridere sguaiatamente, ma che se ci pensi un secondo ti fa ridere. E’ un film thriller, e lo è.
La trama non ha nulla di trascendentale, un buon thriller niente da dire, fino a un certo punto.
Decision to Leave è nettamente diviso in due parti, ma a mio parere, tutta la seconda parte del film è talmente caotica e confusionaria che non ha assolutamente il minimo senso. Soprattutto per la difficoltà di avere gli stessi personaggi in contesti completamente diversi, quasi fosse la seconda parte il sequel della prima.
Una storia d’amore in cui le parole “ti amo” non vengono mai dette, una storia in cui fino alla fine, il peso di una decisione cambierà completamente il corso degli eventi in un verso o nell’altro… Due mani ammanettate che si sfiorano, senza mai toccarsi in bilico tra innocenza e colpevolezza.
Un film non per tutti, ma un film che a me avrebbe convinto molto di più senza la seconda parte.