The Captain

The Captain – Film in bianco e nero su un disertore del Terzo Reich

Il grande regista Robert Schwentke porta sul grande schermo i disastri della Seconda guerra mondiale con il film The Captain, presentato nella sezione Anteprime Internazionali al Bif&st 2018 dove viene premiato come miglior regista e migliore attore a Max Hubacher.

The Captain

The Captain

The Captain

di Francesca Napola

The Captain racconta la storia vera di un ragazzo di 21 anni che alla fine della seconda guerra mondiale, dopo aver abbandonato la sua unità, ruba l’uniforme di un capitano e adotta il ruolo di persecutore dal quale stava fuggendo. Girato in bianco e nero, crudele e punteggiato di grottesche scene di depravazione, The Captain è una pagina di storia tedesca della seconda guerra mondiale che ha probabilmente una risonanza contemporanea e universale.

Lo spettatore assiste ad un’apertura drammatica: in un terreno innevato si trascina dentro, come un presunto disertore dell’esercito tedesco il nostro protagonista che cerca disperatamente di scappare dai suoi compatrioti a due settimane dalla fine della guerra. Il soldato Willi Herold (Max Hubacher) e un partner momentaneo cercano di rubare alcune uova, quest’ultimo viene ucciso, quindi Herold deve combattere il contadino e ucciderlo.

La porta è stata aperta e lui fa il primo passo. Il destino sceglie quindi di favorire questo patetico giovane, che a breve trova un’auto ufficiale abbandonata, insieme al cappotto, all’uniforme e alle scarpe di un capitano. In una locanda quella notte, il suo coraggio è messo alla prova quando veste i panni di un ufficiale e afferma di essere in missione segreta per riferire sulle condizioni dietro la linea del fronte e, per dimostrare la sua spietatezza, spara a un saccheggiatore tanto da convincere tutti del suo potere.

Ecco che il nostro protagonista da cane intimidito e preso a calci passa ad un uomo crudele e disinvolto. L’uniforme gli conferisce uno status e un potere, ai quali tanto, forse, aveva ambito ma mai avuti. Herold veste i panni del suo nuovo ruolo con grande facilità e rapidamente, anche se non può mai essere sicuro di chi potrebbe presentarsi davanti a lui e denunciarlo come un impostore.

Ci aspetteremmo che Herold usi la sua autorità per salvare se stesso ed invece lui scivola nella follia, nella crudeltà pura; forse, perché lui stesso gode nell’essere un capitano crudele anche in una nazione in agonia, così si ritrova in un campo di detenzione pieno di disertori in attesa di apprendere il loro destino. Qui Herold afferma di essere stato inviato direttamente dal Fuher. Il nostro impostore entra nel suo ruolo e annienta tutti i disertori che si trovano nel campo con una freddezza e crudeltà da spaventare lo stesso spettatore.

The Captain rappresenta uno studio di recitazione della vita reale, un ragazzo che scopre di essere un abile truffatore. Ma perché il regista non ha dato a noi spettatori nessun elemento della vita di Herold? Ci saremmo aspettatati qualcosa su i suoi sentimenti nei confronti dei nazisti, della guerra per farci comprendere il perché descrivere questo ritratto del male. Ed invece l’unica cosa che lo spettatore coglie è che Herold non ha coscienza.

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