Into Paradiso, l’opera prima di Paola Randi

Mi è capitato quasi per caso di vedere in anteprima Into Paradiso, opera prima di Paola Randi con Gianfelice Imparato, Saman Anthony, Peppe Servillo e Gianni Ferreri da oggi al cinema. E ne sono rimasta piacevolmente sorpresa. Nell’articolo spiego il perchè.

Into Paradiso

Napoli: Alfonso (Gianfelice Imparato) è un ricercatore universitario che si ritrova disoccupato all’improvviso. Su consiglio dell’amico Colasanti (Gianni Ferreri), esercente di un cinema dai film vietati, va a chiedere aiuto a Vincenzo Cacace (Peppe Servillo), sua vecchia conoscenza, ora politico in ascesa dalle amicizie dubbie.

Gayan (Saman Anthony) è un ex campione di cricket arrivato dallo Sri Lanka illuso dalle foto del cugino, che già lavora in Italia, di trovare un posto dignitoso e remunerativo. Si ritrova invece a vivere in una catapecchia di Paradiso, il quartiere srilankese della città, a far da badante ad una anziana giudice.

Per un caso fortuito nel quale c’è di mezzo la malavita napoletana, Alfonso, Vincenzo e Gayan si ritroveranno a convivere reclusi proprio nella casa di quest’ultimo dando vita a situazioni tragicomiche.

Trailer di Into Paradiso

Ironico e pungente: una vera rivelazione

Ultimamente si parla tanto di una rinascita del cinema italiano, facendo riferimento, troppo spesso, alla classica commedia all’italiana. Se proprio di rinascita vogliamo parlare dobbiamo guardare invece alle numerose rivelazioni degli ultimi tempi su cui puntare i riflettori. Una di queste è proprio Paola Randi, di cui Into Paradiso è il primo lungometraggio.

Il film è ironico e pungente allo stesso tempo, dimostrando che anche con il sorriso è possibile trattare temi scottanti come l’integrazione razziale ed il problema della malavita. Cosa succederebbe se un italiano si trovasse costretto a vivere in un quartiere straniero della propria città? In fondo, come dice la stessa Randi, l’immigrazione è proprio questo: una condivisione obbligata di spazi tra gente di diversa provenienza.

Gianfelice Imparato e Peppe Servillo

Grazie ad una serie di situazioni tragicomiche ci ritroviamo a ridere di quelli che sono poi i problemi tutti italiani: la corruzione politica, l’ingerenza della malavita e le sue conseguenze distruttive, ma anche il pensare allo straniero come ad un ignorante cui affidare i lavori più umili o persino la nostra passione per le telenovelas. Ma alla fine ci ritroviamo, come un film dai temi delicati dovrebbe fare, con l’amaro in bocca a riflettere sulla situazione della società attuale.

Strepitoso tutto il cast, primo fra tutti Gianfelice Imparato, nella parte del disadattato sempre pronto a fuggire dalla realtà per non pensare ai suoi problemi. A tal proposito è da sottolineare l’originalità con cui la regista ha materializzato simpaticamente i suoi sogni proiettandoci ogni volta in uno psichedelico e colorato mondo parallelo. Tutti molto bravi anche gli interpreti stranieri tra i quali spicca l’affascinante Saman Anthony, capace di conquistare il pubblico anche solo con lo sguardo.

Un'immagine del film

Nota di merito anche alla musica di che ricorda un pò il Goran Bregovic dei film di Emir Kusturica. L’autore è Fausto Mesolella, chitarrista, compositore e arrangiatore degli Avion Travel, noto gruppo partenopeo di cui fa parte anche Peppe Servillo.

In conclusione, a parte qualche piccolo difetto di sceneggiatura, sicuramente dovuto alla giusta inesperienza di questa giovane promessa del cinema italiano, il film merita tutte le attenzioni del caso, come giustamente già accaduto quando è stato presentato nella sezione Controcampo dell’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, ed è assolutamente consigliabile se si vogliono passare due ore a sorridere senza necessariamente scadere nella comicità banale.

L'attore Saman Anthony

Continua a leggere l’intervista alla regista Paola Randi.

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