E…state al cinema: Racconti d’estate

 

Fine anni Cinquanta. Estate. A Rapallo, sulla bella riviera ligure, si intrecciano le storie – veri “racconti d’estate” – dei vari protagonisti che fanno di questo film una classica e divertente “commedia all’italiana”.

Locandina del film

In Riviera troviamo Aristarco (Alberto Sordi) assieme alla sua compagna Ada (Anita Allan). Ex ballerino e giovane squattrinato lui, soprano non bellissima e dalla mole “importante” lei. Aristarco vive questa relazione con la donna cercando di ricavarne  un profitto ma non senza pagare un caro prezzo. Infatti, deve sottostare e arrendersi a ogni capriccio  e desiderio della donna, assecondare ogni suo capriccio, assicurarla continuamente del suo affetto disinteressato. Tutto sembra precipitare quando Aristarco incontra una sua vecchia fiamma, la francese Jaqueline (Dany Carrel), che lo crede estremamente ricco. L’uomo nel frattempo cerca di farsi intestare una parte del patrimonio della ricca cantante ma quando si è quasi convinta a firmare si presenta all’orizzonte un altro ostacolo da superare: sua madre. Infatti, Ada, su consiglio di quest’ultima, prima di firmare l’atto fa aggiungere una postilla con cui dispone che i suoi beni diverranno anche di Aristarco a nozze avvenute. Aristarco vedendo sfumare ogni sua speranza capitola e conduce la donna all’altare abbandonando per sempre (?) il “sogno francese”.

C’è Sandro (Franco Fabrizi) che pur di risollevare le sorti della sua attività di imprenditore non si ferma davanti a nulla arrivando a spingere sua moglie Renata (Sylva Koscina) nelle braccia del commendator Ferrari che, spera, possa diventare suo socio (Gabriele Ferzetti). L’uomo ovviamente fa una corte spietata a Renata la quale si ritrae e ne parla con il marito il quale le dice chiaramente di assecondare le avances del commendatore. La donna ne è ferita e disgustata e quando ne parla con il commendatore gli dice di non sapere di chi dei due essere più nauseata. Eppure con il commendatore nasce – dopo aver scoperto tutte queste carte – una discreta sintonia e un certo feeling che lascia supporre a un ulteriore sviluppo della loro storia.

In vacanza c’è la giovane Dorina (Dorian Gray), una giovane avventuriera alla ricerca di un uomo ricco da sposare. Si dà tante arie da “donna di mondo” pur essendo squattrinata e pur frequentando tutto il ben mondo finisce per innamorarsi di un “semplice” ma dignitoso e onesto bagnino di uno stabilimento esclusivo della Riviera.

Nello stesso stabilimento dove lavora il bagnino incontriamo Clara (Franca Marzi) e sua figlia Lina (Lorella De Luca). Le due donne sono sempre in compagnia di Walter (Enio Girolami), un bel ragazzo che vive arraggiandosi e facendo “compagnia” alle turiste. Il suo scopo, infatti, è quello di entrare nelle simpatie della bella signora Clara per poi chiederle un prestito in denaro che, sa benissimo, non potrà mai restituire. Lina si accorge immediatamente della disonestà del giovane e una volta ricevuto il denaro da sua madre gli intima di allontanarsi per non ferirla. Il ragazzo ubbidisce e  sarà la ragazza a rimediare alla “truffa” senza che sua madre si accorga di nulla.

Infine, troviamo il bel poliziotto Marcello (Marcello Mastroianni) e la detenuta francese (Michèle Morgan) che deve scortare sino alla frontiera. Lui ha un carattere aperto, positivo, propositivo, ottimista, è pieno di speranze e vive pienamente i suoi sentimenti. Lei è molto più chiusa, riservata, più realista, non crede molto nel prossimo, è disillusa e rassegnata. Eppure, pian piano, tra i due nasce una certa complicità che li porta a fare una bella nuotata, a parlare, a scambiarsi confidenze, a mangiarsi un gelato, a trascorrere assieme molto più tempo del previsto perdendo – volontariamente – più di un treno. Alla fine Marcello le confesserà il suo amore e la donna, seppur amaramente, felice, ricambia questo suo sentimento. Ma non si aspetta nulla di più. Vive il momento, l’attimo e non si aspetta che Marcello manterrà la promessa di aspettarla e di essere lì ad accoglierla fra le sue braccia il giorno in cui uscirà di prigione.

 Una scena del film

 

Racconti d’estate che Gianni Franciolini dirige nel 1958, come si è accennato in precedenza, è uno dei classici esempi di “commedia all’italiana” poiché racconta con toni agrodolci, dolci-amari alcuni tipi, caratteri, individualità facendo ampio riferimento al periodo storico in cui ci si trova.. non è da sottovalutare il fatto che da qui a due anni sarebbe scoppiato quel fenomeno storico – sociale che è passato alla storia come “boom economico”.

Un’ulteriore caratteristica del film – tipica delle pellicole realizzate in questo periodo – è la sua struttura: ovvero una trama suddivisa a episodi coinvolgendo i divi e le dive allora più in voga: da Lorella De Luca (reduce dal successo di Poveri ma belli, Povere ma belle e Poveri milionari), a Dorian Gray (apparsa in film di grande successo come Totò, Peppino e…la malafemmina diretto nel 1956 da Camillo Mastrocinque) e Alberto Sordi, Franco Fabrizi, l’internazionale Michèle Morgan..

 

Lorella De Luca e Franca Marzi in una scena del film

 

 La location

Importante è anche la scelta della location. In questi anni il Cinema italiano è in piena ripresa dopo la guerra e dopo il “momento neorealista”. Dagli anni Cinquanta il pubblico ha un grande desiderio di ridere, di divertirsi e, magari, di vedere anche posti nuovi. Le famose “ferie” non sono ancora un’abitudine, sono esclusive, solo la “gente bene” può permettersi la vacanza al mare, al massimo ci si gode una sana “domenica d’agosto” al mare di Ostia o Fregene. Così, si sceglie di ambientare il film non solo a Roma ma anche in “nuove città”: basti pensare alla Costa Azzurra dell’omonimo film, alla Venezia di “Venezia, la luna e tu”, alla Sorrento di “Pane amore e…” e così tanti altri. Nel nostro caso ci troviamo nel Golfo del Tigullio, nella riviera ligure che, in questo film, appare nel suo splendore. Insomma, più o meno consapevolmente i registi oltre a creare il proprio film creano un vero e proprio “spot”. Infatti, attraverso le loro riprese, le loro inquadrature permettono di conoscere dei nuovi luoghi che possono diventare (come è accaduto!) mete di turismo.

Quella di sfruttare un così importante cast di attori era senz’altro una trovata pubblicitaria, un modo di riunire quanti più beniamini del pubblico su un unico schermo. In questo modo si sarebbe assicurato un incasso non indifferente.

Gli sceneggiatori 

Altro aspetto da non dimenticare – e senza il quale nessun film esisterebbe – è l’incredibile gruppo di sceneggiatori che ha creato Racconti d’estate, tra cui compaiono: Alberto Moravia, Alberto Sordi, Gianni Franciolini, Rodolfo Sonego, Ennio Flaiano e Sergio Amidei. Solamente questo “cast” di sceneggiatori vale come assoluta garanzia per un film ben confezionato, ben riuscito, divertente, garbato e senza momenti di perdita di attenzione.

 Un film perfettamente strutturato

Racconti d’estate per essere un film così corale sembra non avere alcun difetto. È stato creato e costruito attorno ai suoi protagonisti e tutti hanno il proprio spazio, nessuno invade il “territorio” altrui e le storie procedono in perfetto ordine e consequenzialità pur senza grandi sforzi di attenzione.  Dopotutto è un film che racconta dell’estate!

 

Ma al gruppo di grandi attori, a quello dei grandi sceneggiatori ne va aggiunto un terzo: quello dei grandi doppiatori. Infatti, alcuni attori e alcune attrici sono stati doppiati da alcuni dei più grandi doppiatori italiani di tutti i tempi: Nando Gazzolo presta la sua voce a Franco Fabrizi; Dhia Cristiani a Franca Marzi; Lydia Simoneschi a Michèle Morgan; Rita Savagnone a Lorella De Luca; Andreina Pagnani ad Anita Allan; Gualtiero De Angelis a Franco Scandurra; Maria Pia Di Meo a Sylva Koscina.

 

Insomma: è un film della nostra commedia che si deve assolutamente vedere.. per la bellezza e la leggerezza (ma non superficialità) delle storie, per la bravura dei suoi interpreti, per la bellezza di Michèle Morgan e di Marcello Mastroianni, per la cruda simpatia e il talento dell’Albertone “nazionale”… per il divertimento assicurato in quasi due ore di pura maestria registica e interpretativa. Un piccolo gioiello del tesoro del nostro Cinema!

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