Francesca Archibugi al BIF&ST 2016: Verso sera e le domande del pubblico

Continuiamo la lezione di cinema che Francesca Archibugi ha tenuto al BIF&ST 2016 dopo la proiezione di Verso sera. Dopo aver parlato del film in questa seconda parte la regista parla della fase delle riprese e risponde alle domande del pubblico.

Francesca Archibugi

Francesca Archibugi

Verso sera: Francesca Archibugi racconta il film

In questo video la regista parla della fase delle riprese del film Verso sera

Dal film emerge il contrasto generazionale tra Stella ed il professore e un tentativo di trasmettere un messaggio. Qual è il valore del silenzio nel film ed il suo senso? Nel video la risposta di Francesca Archibugi che parla anche del suo nuovo film incentrato sullo stesso tema

Le domande del pubblico: Marcello Mastroianni

Com’è stato lavorare con Marcello Mastroianni?

Francesca Archibugi: E’ stato l’incontro che più passa il tempo più mi rendo conto di quanto sia stato eccezionale per me. Mi rendo conto di quante cose mi ha insegnato, non strettamente di lavoro tecnico, ma proprio come stare al cinema che non è una cosa facile. Il cinema è un’arte applicata che smuove tantissimi soldi, ci sono tensioni non è come mettersi a scrivere un romanzo anche se poi l’intento ultimo è questo. La serietà e la leggerezza, la smodata ambizione e contemporaneamente l’umiltà che aveva Marcello è stata quella cosa che mi ha dato una quadrata di come si affronta il mestiere cinematografico.

E’ stato il più grande esempio: si dice ai figli non gli dire le cose perché tanto non se le ricordano. Ricordano più il tuo esempio, come ti comporti, quando qualcuno tiene troppo l’ascensore se ti fai una risata o gridi ascensore! Quello si ricordano di te e io di Marcello ricordo sempre l’immenso amore per il suo lavoro, la disponibilità verso tutti e al tempo stesso la coscienza dell’importanza di quello che si stava facendo, anche se poi alla fine veniva un brutto film ma nel momento in cui lo fai devi avere coscienza che stai facendo qualcosa di molto importante che merita tutta la tua attenzione e la tua concentrazione.

Qual è il film che ha preferito di Mastroianni?

Francesca Archibugi: Marcello ha fatto talmente tanti bei film diversi l’uno dall’altro, è complicato. Mi piace molto ne La notte di Antonioni, diverso dal solito, mi piace ne La dolce vita, se uno vuole proprio dire dov’è stato meglio. A parte poi che era di una bellezza, tutte ce lo volevamo sposare, e continuiamo decenni dopo, è proprio il personaggio, le sue espressioni, il vagare nella notte. Poi mi è tanto caro il personaggio di Nardi in Dramma della gelosia quando dice ‘il mio dolore può servire al partito’.

Ultimamente posso dire che mi piace molto in Verso sera, penso che sia uno degli ultimi film in cui lui era veramente bello. Perché tutti i registi negli ultimi tempi da vecchio lo imbruttivano, questa era una cosa che volevo andare a rimproverare uno ad uno quando lo vedevo ingoffato, fargli fare dei personaggi che non erano veramente una coloritura del diagramma della persona che era Marcello e che poteva dare. Marcello infagottato, Marcello in certi film francesi e anche nel film di Ferreri non è che mi piacesse tantissimo, troppo violentato.

Lui si divertiva tantissimo però lo amo nei film dove davvero c’era qualcosa dell’essenza di Marcello, non del latin lover che si dice ma proprio della sua incredibile seducenza che aveva non solo nei confronti delle donne ma dell’umanità.

In che lingua recitava Sandrine Bonnaire e che rapporto aveva con Marcello?

Francesca Archibugi: Sandrine Bonnaire recitava in italiano anche se poi è stata doppiata perché si sentiva che aveva un fortissimo accento francese. E’ stata molto brava, una grande attrice pur essendo non di scuola però con una grande dedizione. Siccome c’era una bambina e c’era Marcello, lei studiava bene le parole in modo che la scena potesse essere impostata tranquillamente da tutti i personaggi e lei sapeva tutte le battute in italiano. Qualche volta quando cambiavamo le battute e lei non le aveva studiate ci interrompevamo un attimo e ci mettevamo da una parte io e lei e le facevo un po’ il coach per il dialogo. Comunque è stata incredibilmente generosa.

Il clima sul set è stato di grandissima armonia. Io non ho mai avuto film disarmonici per cui per me è una cosa fondamentale, ci sono un sacco di registi anche molto più bravi di me che lavorano nel conflitto e quindi creano sempre una situazione di tensione perché questa cosa è propedeutica a fare le cose meglio. Per me è esattamente il contrario, se sento una specie di conflitto di tensione mi si chiude completamente il cervello e invece ho bisogno di stare in una specie di felicità, di fare un team felice quindi tra Sandrine, Marcello, la bambina e gli altri attori c’era un rapporto molto felice, molto sereno e si rideva molto.

Gli sdraiati di Michele Serra: il nuovo film di Francesca Archibugi

Come sta lavorando su questo testo?

Francesca Archibugi: Tu hai letto il libro? Non è un romanzo, è una specie di una lunga lettera di un personaggio di Michele Serra all’enigma che è suo figlio e la storia è tutta inventata nel senso che non c’è storia nella lettera però c’è un sentimento molto preciso di un personaggio. Non è detto che sia il mio personaggio, può darsi che il mio sia più diviso tra il padre e il figlio però ho dovuto inventare tutta una storia insieme a Francesco Piccolo, dei plot delle cose che succedono, ci abbiamo messo un anno e mezzo.

Termina qui la seconda parte della lezione di cinema di Francesca Archibugi. Leggi la terza ed ultima parte.

Le foto dei protagonisti

In queste gallerie una carrellata di foto dei protagonisti del festival

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