Disenchanted – o, nel titolo italiano scelto apposta per mettere in crisi ogni regola SEO, Come per disincanto – E vissero infelici e scontenti – è disponibile su Disney+ dal 18 novembre. Fa parte dell’ondata di sequel di mitici film Disney con gli stessi (o buona parte degli) attori originali, cui la compagnia di Walt ci ha dilettato questo autunno (da Hocus Pocus 2 in poi).
Per i pochi che non conoscono il primo, è il seguito di Enchanted, commedia musicale con Amy Adams, Patrick Dempsey (Grey’s Anatomy), Idina Menzel (la voce di Frozen) e James Marsden (Sonic). I quattro attori principali ritornano tutti dopo quindici anni e qualche ruga in più, affiancati questa volta anche da Maya Rudolph (Licorice Pizza), Gabriella Baldacchino (The Conners), Yvette Nicole Brown (Avengers: Endgame) e Jayma Mays (Glee). La regia è di Adam Shankman (lo stesso di Hocus Pocus 2, giusto per rimanere nel trend).
Disenchanted – Come per disincanto
Sono passati dieci anni dall’happy ending dove avevamo lasciato i nostri eroi al termine della prima pellicola. Giselle (Amy Adams), Robert (Patrick Dempsey) e la di lui figlia Morgan (Gabriella Baldacchino) continuano a vivere, più o meno serenamente, a Manhattan. Alla loro allegra famigliola si è da poco aggiunta una new entry, Sofia, figlia di Giselle e Robert.
Ma solo nelle favole il lieto fine resta uguale a sé stesso. Nella vita reale, come constata con un certo sconcerto Giselle, le cose sono più complicate e non sempre altrettanto liete.
Tra l’appartamento ormai diventato stretto per la famiglia allargata, Morgan che è in piena fase adolescenza con tutti gli annessi e connessi che ne conseguono, il trantran newyorkese quotidiano, rumoroso e stressante, e una probabile, seppur lieve, depressione post-partum, anche l’eterna positività di Giselle è messa a dura prova. Motivo per cui decide di andare a ricercare il suo lieto fine, un po’ sbiadito, nella più calma e colorata cittadina di Monroeville, in periferia.
Ma anche il piccolo centro si rivela meno “da favola” di quanto sperato. La loro casa cade a pezzi, Morgan è sempre più scontenta, Robert stanco per dover fare il pendolare. E, come se non bastasse, l’integrazione in città non è così facile, come l’ape regina locale, Malvina Monroe (Maya Rudolph), non tarda a farle comprendere. Insomma, Giselle incomincia a rimpiangere sempre più il mondo a due dimensioni da cui proviene, Andalasia. Dove le favole sono favole nel vero senso del termine.
Complice la visita del re Edward (James Marsden) e della regina Nancy (Idina Menzel), che portano alla piccola Sofia un magico dono da Andalasia, la nostra eroina non saprà esimersi da cercare di rendere una favola anche il mondo reale. Ma, come si dice, bisogna stare attenti a ciò che si desidera. Ché a volte, quando lo si ottiene, non è proprio la stessa cosa…
Pur se meno brillante di Enchanted, sempre divertente e piacevole da vedere in famiglia
Difficile essere all’altezza delle aspettative. Soprattutto dopo quindici anni di attesa e soprattutto dopo un primo film brillante e originale come Enchanted (2007). Nonostante sia sicuramente inferiore al predecessore, Disenchanted – Come per disincanto ha però comunque il suo perché. E se deciderete di trascorrere un’allegra serata in famiglia guardandolo sarà in ogni caso piacevole.
Innanzitutto, grazie alla presenza di Amy Adams, fantastica nei panni dell’eterna entusiasta Giselle ma anche in quelli, opposti, della matrigna cattiva. Quando ancora la sua trasformazione da una all’altra è in fieri, riesce, cambiando espressione, a farci indovinare in un attimo e senza esitazione a che punto di “cattiveria” si trovi.
Anche il resto del cast non è da meno, pur se in ruoli più marginali e, per la loro bravura, un po’ sacrificati. Patrick Dempsey fa molto ridere in versione eroe fiabesco. E poi è e sarà sempre Derek, quindi fa sempre piacere vederlo. James Marsden è sinceramente sottoutilizzato: con la sua mimica facciale, avrebbe potuto essere coinvolto maggiormente, per grande gioia di tutti.
Idina Menzel è invece una vera rivelazione, in particolare canora, rispetto al primo film: chi se l’aspettava una voce simile? E se avete la sensazione di averla già sentita, non vi sbagliate. L’attrice non è altro che l’interprete originale dell’ormai iconica canzone di Frozen, Let it go (e non solo, anche di tutte quelle del seguito). Chi l’avrebbe mai detto, ricordandosela come la fidanzata un po’ freddina di Robert in Enchanted! Niente da dire anche per Maya Rudolph, espressiva come di consueto.
Molto belle anche le scenografie, in particolare quando entriamo nella versione “da favola” di Monroeville. E le parti cantate e ballate – detta da una non clamorosa fan della commedia musicale – non sono eccessive ma ben inserite nel contesto.
Se vogliamo essere oggettivi ed evidenziare anche gli aspetti meno riusciti, forse l’intera storia è troppo sbilanciata sulle spalle della sola Adams. Che, per carità, riesce bene a sostenerla. Però resta una sensazione di mancanza, un desiderio di veder di più gli altri protagonisti, dopo aver atteso così tanti anni e dopo averli conosciuti per molto divertenti nel primo film.
Inoltre, e ancora una volta, il ribaltamento dei ruoli, in cui alla fine il vero eroe è l’eroina, inizia un po’ a stufare e a diventar scontato, tanto quanto lo era prima la versione opposta. Anche lì, ci può stare, però probabilmente perde l’effetto innovativo e diventa solo un discreto sbilanciamento nelle parti.
Non adeguatamente sfruttato anche lo spunto, molto bello, del cambiamento adolescenziale di Morgan – con la conseguente frustrazione del genitore che si sente rinnegato e insieme spiazzato. Perché, tutto d’un tratto, le stesse cose, gli stessi atteggiamenti che fino a poco tempo prima suscitavano reazioni positive quando non entusiaste dei propri figli, sono improvvisamente snobbate. O, peggio, fonte di litigi e discussioni. Come accade tra Giselle e Morgan e come accade in ogni famiglia con figli di quell’età. Peccato che in Disenchanted – Come per disincanto questo aspetto sia solo sfiorato e non sviluppato maggiormente.
Bilancio finale di Disenchanted – Come per disincanto
Nel complesso, non male. Chi, come me, ha amato Enchanted (e ha approfittato per fare una mini-maratona e vedere entrambi), ha apprezzato il ritorno dei protagonisti. E si è divertito a identificarsi nel non facile seguito dell’happy ending che è la vita da grandi. In generale, se anche non sarà ai livelli del precedente, soprattutto riguardo all’originalità e compiutezza della storia, si lascia guardare comunque con piacere e permette di trascorrere una serata allegra e spensierata. Per un film il cui sottotitolo (in italiano) è E vissero infelici e scontenti non è un risultato da disdegnare.