American Night è un film thriller del 2021, esordio alla regia per l’italiano Alessio Della Valle con protagonisti attori di livello internazionale quali il vincitore del Golden Globe Jonathan Rhys Meyers e Emile Hirsch.
Il cast è ricco di nomi di spicco anche per quanto riguarda i comprimari tra i quali annoveriamo un altro vincitore di Golden Globe e tre Emmy, Jeremy Piven, la francese Annabelle Belmondo e l’italiano, star di Gomorra, Fortunato Cerlino.
In anteprima alla 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con una proiezione speciale sul Campari Boat – In Cinema.
American Night
La pellicola ambientata a New York narra le vite dei due protagonisti Michael Rubino (Emile Hirsch), appena diventato capo della mafia italo-americana ma col sogno di fare l’artista e John Kaplan (Jonathan Rhys Meyers) uno sconclusionato mercante d’arte esperto nel riconoscere falsi.
I due saranno accomunati da ciò che scaturisce dal furto della “Pink Marilyn” di Andy Warhol che cambierà radicalmente le loro vite.
Il trailer del film
Un furto d’arte in chiave fumettistica
Il film come si intuisce già dalla sinossi è incentrato sull’arte, difatti è ricco di riferimenti ad artisti e personalità di spicco come Andy Warhol, Jeff Koons, Mario Schifano e molti altri.
A partire dai primi minuti la pellicola cerca di dare un tono e un impianto fumettistico al tutto introducendoci i personaggi con le classiche didascalie da fumetto e dividendosi in tre parti,chiari i riferimenti al “Sin City” del 2005 di Frak Miller e Robert Rodriguez.
Peccato che quest’atmosfera da fumetto noir venga completamente ignorata nella seconda parte del film che diventa un action di bassa lega, creando una certa confusione sul tono e disorientando lo spettatore.
Complice di ciò un montaggio inaspettatamente confusionario da parte del premio Oscar Zach Staenberg (Matrix) e una narrazione schizofrenica dettata da una sceneggiatura debole.
American Night: un’opera prima con alti e bassi
La regia in parte riesce a coinvolgere lo spettatore e a farlo empatizzare con i personaggi attraverso delle soggettive interessanti perdendosi poi in un finale colmo di azione diretta malissimo e condito da effetti aberranti.
Purtroppo anche le interpretazioni di questo cast d’eccezione non sono all’altezza delle aspettative, Jonathan Rhys Meyers totalmente inespressivo non riesce mai a comunicare il dramma all’interno del suo personaggio, Emile Hirsch tira fuori una performance eccessivamente caricaturale tale da farlo divenire una macchietta sul finale, decisamente meglio i comprimari.
Il tema della valorizzazione dell’arte e dell’artista è esplorato bene soprattutto nel personaggio di Michael Rubino ma anche esso va di pari passo al tono generale del film perdendosi completamente con lo scorrere della pellicola.
Il finale di American Night purtroppo è la cosa peggiore, banale, eccessivamente melenso e estremamente didascalico condito dall’interpretazione pessima dei due protagonisti.
Si salva l’estetica e l’ambientazione, viene valorizzata molto questa New York buia illuminata solo dai neon che rendono il tutto a tema con l’arte moderna presente nel film, un plauso alla fotografia di Ben Nott. Da sottolineare che nel cast tecnico sono presenti altri due italiani, la vincitrice del David di Donatello Nicoletta Taranta ai costumi e Francesca Fezzi alla scenografia.
Un film con un enorme potenziale totalmente sprecato, che peccato.
Secondo me la migliore interprete del film è stata senza dubbio Maria Grazia Cucinotta