A private war narra della storia vera di Marie Colvin, giornalista d’assalto, che lavorò per il quotidiano britannico The Sunday Times dal 1985 al 2012, anno in cui perse la vita in Siria, durante l’assedio di Homs.
A private war – il regista
Il giovane regista americano Matthew Heineman, si fece notare al Sundance Film Festival con l’opera prima City of ghosts (2017), dove vinse il premio per miglior documentario. E’ proprio durante le riprese, girate in Siria, che viene a conoscenza della storia di Marie Colvin, a cui è seguita una ricerca di tutti gli articoli e tutte le fotografie scattate da Paul Conroy, il suo fido destriero.
A private war
A private war è l’adattamento dell’articolo Marie Colvin’s Private War, uscito nel 2012 su Vanity Fair, scritto da Marie Brenner. L’attrice Rosamund Pike ( candidata all’oscar come miglior attrice per “Gone Girl – L’amore Bugiardo” (2014) di David Fincher), incarna perfettamente i panni della giornalista. Si trasforma in questa donna dal carattere indomabile, legata fortemente alla profonda sete di raccontare la verità, tanto da diventarne dipendente. Non si accontentava mai, ed ogni volta si esponeva sempre di più, a rischio della sua stessa vita. Era diventata pericolosa per molte persone, tanto che si ipotizza che la sua morte non fu casuale. Ciò che la caratterizzava era questa benda che portava su un occhio, che la faceva sembrare una piratessa, e a lei non dispiaceva.
Molto bello anche la rappresentazione del fotografo Paul Conroy (interpretato da Jamie Dornan diventato famoso con il personaggio di Christian Grey in “Cinquanta sfumature di grigio“). Anche lui votato alla sua carriera. Fu l’unico che riuscì ad avere un vero legame con la la Colvin.
La guerra in Siria
Il conflitto siriano iniziò nel 2011, nella città meridionale di Der’a, dove 4 bambini scrissero su un muro “E’ il tuo turno dottore“, rivolto al presidente siriano Bashar al-Assad, oculista di formazione inglese. I ragazzi furono messi in carcere, rifiutandosi di dire ai loro genitori dove si trovassero. Seguì una protesta per la loro liberazione, dove molti manifestanti trovarono la morte. Il regista avrebbe voluto girare il film nei luoghi originali, ma ha dovuto effettuare le riprese tra la Giordania e Londra.
La guerra privata di Marie Colvin
Fare il giornalista non è un mestiere semplice, ci si dovrebbe attenere ai fatti senza lasciarsi troppo coinvolgere dagli eventi. Ma non è sempre così semplice, soprattutto per chi vede con i propri occhi cosa accade nei territori di guerra. La paura di morire è tanta, ma scatta quell’adrenalina che invece ti fa sentire tutto più reale e che quello è il tuo posto. Un po’ come succede ai soldati quando vanno in congedo. Molti di loro non riescono a riprendere la vita normale, perché non ne hanno più memoria. L’unico posto in cui si sentono a casa sono quelli dove puoi trovare solo la morte. L’obbiettivo sono gli occhi della protagonista, ti porta in questi luoghi, ti costringe a guardare ciò che lei viveva.
Colpiscono molto le interviste fatte a persone sotto minaccia di morte, con un fucile puntato addosso. La guerra privata di cui parla il film è anche quella interiore della protagonista che si mette spesso in discussione e con le autorità che cercano di ostacolarla.
A private war uscirà nelle sale il 22 novembre 2018 distribuito da Notorius Pictures.