“Il Figlio di Saul” (2016) di Laszlo Nemes. La rappresentazione della disumanità e della follia umana.

Il figlio di Saul è l’opera prima del regista ungherese Laszlo Nemes che affronta l’argomento del periodo più folle che l’umanità intera abbia mai affrontato. La bestialità di uomini sotto il comando di una mente malata come quella di Adolf Hitler, che ha sterminato migliaia di ebrei durante la seconda guerra mondiale. Il punto di vista narrativo è quello del protagonista che fa parte dei Sonderkommando, un gruppo di ebrei che lavoravano sotto il comando dei tedeschi, i quali svolgevano tutto il lavoro sporco per loro conto, sotto minaccia continua di essere essi stessi poi fucilati.

Il figlio di Saul

Il figlio di Saul di Laszlo Nemes

Il figlio di Saul

“Come si possa architettare un così complesso meccanismo di perversione mentale è davvero complicato anche solo riuscire a comprenderlo” come ha dichiarato l’attore Geza Rohrig, il protagonista del film,  durante la conferenza stampa “L’obbiettivo per i tedeschi era di cercare di coinvolgere meno uomini dell’esercito in questo massacro, obbligando così gli ebrei stessi ad uccidere i loro fratelli nei forni crematori, per poi pulirli e disinfettarli, trascinando via i corpi, per poi ridurli in cenere che buttavano dentro il letto di un fiume. Saul cerca di opporsi  a tutto questa disumanità che lo circonda, appigliandosi disperatamente al corpo di questo ragazzo, volendogli dare una degna sepoltura ed un funerale, come vuole la normalità in caso di morte“.

Il figlio di Saul

Geza Rohrig in una scena de Il figlio di Saul

Ciò che distingue Il figlio di Saul da tanti altri che trattano di questo argomento, è il modo in cui è stato girato, con queste inquadrature sempre molto strette sul personaggio, che danno un senso di pathos continuo, e tutto ciò che lo circonda in realtà si vede in maniera sfumata o comunque parziale, con piani sequenza molto lunghi e pochi tagli. Il regista ha optato per questo tipo di stile, perché altrimenti alcune scene potevano risultare troppo forti, quasi al limite della pornografia.

Laszlo Nemes Il figlio di Saul

Laszlo Nemes il regista de Il figlio di Saul

Molto importante ne Il figlio di Saul infatti sono gli effetti sonori. Difatti sono più quelli a dare il senso di ciò che sta accadendo intorno, piuttosto che le immagini in se, e il regista ha fatto un lavoro molto accurato sul sound design sia durante le riprese che durante la post produzione ed il montaggio.

Molte scene girate sono state fatte una volta sola, anche per il livello emotivo che si viveva sul set, sarebbe stato complicato per gli attori poterle ripetere. Spesso il regista si è anche lasciato guidare da loro. Inoltre tutto ciò che viene rappresentato è frutto di anni di ricerca ed è documentato.

Il film ha partecipato al Festival del Cinema di Cannes ed ha vinto il Premio della Giuria, successivamente ha fatto il giro di altri festival in tutto il mondo (come il  Zagreb FIlm Festival, Sarajevo Film  Festival, Stockolm Film Festival, New York Film Critics Associatio Awards ed altri americani) dove ha vinto i premi come miglior film e miglior regia, e l’ultimo, in ordine di tempo, miglior film straniero al Golden Globes 2016, ed è in corsa per accaparrarsi la statuetta del Premio Oscar.

E’ uscito nelle sale giovedì 21 gennaio distribuito dalla Teodora Film.

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