In anteprima mondiale, sei puntate per raccontare l’incredibile lavoro che ha portato alla costruzione del Titanic, su Rai Uno a partire da domenica 22 Aprile.
di Beatrice Campagna
“Titanic – nascita di una leggenda”
Il racconto della progettazione del transatlantico fa da sfondo alle storie delle tante persone che vi hanno partecipato.
Ci troviamo a Belfast, nel periodo compreso tra il 1909 e il 1912: epoca di grande fermento politico e sociale, al tristemente famoso Titanic sono aggrappati i sogni e le speranze di tutti.
Il periodo che vide nascere il gigantesco transatlantico fu caratterizzato da una forte distanza tra i ceti sociali: rivendicazione dei propri diritti da parte degli operai, ostentazione del lusso e delle comodità da parte dei ricchi. Ma questa è anche l’epoca in cui, nell’umanità, iniziava a germogliare l’illusione (mai abbandonata) di poter dominare la natura; ma questa, come ben sappiamo, non smette mai di ricordarci che esistono dei limiti che non vanno oltrepassati.
E’ un tema decisamente trasversale, che risulta di assoluta attualità. Per questa sua ambizione, la sua mole, il lusso sfrenato che lo vestiva, il Titanic fu un mito da subito e divenne leggenda ancor prima di salpare.
Un progetto “ambizioso” per la Rai
Questo nuovo progetto Rai Fiction è costato 24 milioni di euro; elogiato dai più importanti quotidiani mondiali, acquistato da tante televisioni europee e non solo, è stato fortemente voluto da Fabrizio Del Noce e soprattutto dalla famiglia De Angelis, che ha avuto l’idea iniziale e ha contribuito con 4 milioni di euro al progetto.
Frutto di un’impegnativa (e decisamente riuscita) collaborazione tra Italia, Irlanda, Inghilterra, “Titanic – nascita di una leggenda” vi appassionerà e insegnerà molto sulla storia del transatlantico.
Per la prima volta ciò che si vuole raccontare del Titanic non è la tragedia, ma gli albori del mito, l’incredibile quantità di lavoro svolta affinché una vera e propria “città galleggiante” potesse prendere il mare.
In nome dei 105 lavoratori che morirono tragicamente nel cantiere navale, la classe operaia non viene affatto dimenticata e ricopre, anzi, un ruolo di primo piano nel corso delle puntate.
La storia è romanzata e raccontata attraverso gli occhi di personaggi di fantasia che svolgono ruoli diversi nella costruzione della nave. Il protagonista è Mark Muir, interpretato dal canadese Kevin Zegers.
Giovane ingegnere specializzato in metallurgia, lo conosciamo a New York e lo ritroviamo a Belfast, dove ottiene un impiego nella progettazione del Titanic presso i cantieri Harland & Wolff, i più grandi del mondo.
Ambizioso e sfacciato, è un ragazzo dai buoni sentimenti che non esita a schierarsi dalla parte dei più deboli; porta dentro un segreto, che rafforza il suo carisma e la sua aria misteriosa. La sua vita si intreccerà con quella di Sofia Silvestri (Alessandra Mastronardi) nata in Italia ed emigrata in Irlanda da piccola assieme al padre Pietro (Massimo Ghini) e alla sorella minore (Valentina Corti).
Anche lei lavora alla creazione del Titanic, come copista nell’area progettazione. Nonostante abbia un pretendente italiano (Andrea Valle, interpretato da Edoardo Leo), che il padre Pietro approva e incoraggia, Sofia viene travolta della passione per Mark. Tra di loro sarà amore vero, ma dovranno affrontare numerosi ostacoli esterni ed interni.
Attraverso le loro vicende e quelle di altri personaggi ben caratterizzati e tutt’altro che secondari (come ad esempio il bravissimo Derek Jacobi, che interpreta il direttore del cantiere), episodio dopo episodio vediamo innalzarsi la mastodontica leggenda del Titanic. Straordinaria e di vero effetto la fotografia (James Welland) , belli i costumi che ricostruiscono l’epoca storica (Luciano Capozzi), le musiche sono dello stesso Maurizio De Angelis.
La sceneggiatura è stata affidata ad un gruppo di autori inglesi, Matthew Faulk , Mark Skeet e Alan Whiting tra i quali è stato inserito l’italiano Stefano Voltaggio, il primo ad aver tracciato la possibile storia.
La regia è dell’irlandese Ciaran Donnelly, del quale Alessandra Mastronardi confessa di aver avuto serie difficoltà, inizialmente, a capire l’accento.
In conferenza era presente buona parte del cast internazionale, oltre gli italiani che si sono detti felicissimi e fieri di aver partecipato ad un progetto così nuovo, ambizioso, ad alto budget.
Massimo Ghini è entusiasta di questa collaborazione italiana con altri Paesi e si augura che progetti come questo vengano fatti più spesso; ringrazia anche tutti, dal cast alla troupe, per la sopportazione:
“mi sono rotto un piede il primo giorno di riprese, in Irlanda; non mi sono mai fermato, per non perdere tempo, ma devo ringraziare tutti per la pazienza! Mi sono impegnato per non dare al mio personaggio un’ingiusta zoppìa, ma non sono sicuro di esserci riuscito completamente…!”
Cento anni dopo il naufragio più famoso della storia, la Rai ci offre la possibilità di rivivere tutto quello che è stato prima, ciò che non è mai stato raccontato. Non fatevi ingannare, quindi, questa serie non ha niente a che vedere con il “film dei record” di James Cameron ma può esserne considerato il prequel.
Niente ice-berg, niente scialuppe: la serie termina nel momento in cui la nave salpa. Il seguito della storia, purtroppo lo conosciamo tutti.
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