Daitona: una giornata di ordinaria follia

Il teatro polifunzionale Anche cinema di Bari ha ospitato il regista Lorenzo Giovenga e l’attore Lorenzo Lazzarini alla proiezione del film Daitona giovedì 10 ottobre. L’impianto audio di eccellente qualità ha contribuito a dare al film la giusta valorizzazione. Nell’articolo la recensione e l’intervista al regista.

Daitona
Daitona

Daitona di Lorenzo Giovenga

Loris Daitona a sedici anni è diventato un caso letterario con un libro Ti lovvo, palesemente parodia di quel Tre metri sopra il cielo che nei primi anni del Millennio fu un must read per tutte le adolescenti dell’epoca. Dieci anni dopo lo scrittore-fenomeno è ancora alla ricerca del libro della vita. Il film lo segue in ventiquattro ore della sua vita.

Svegliatosi in una casa che non ha mai visto e successivamente contattato via cellulare dalla enigmatica Lady che gli intima di consegnare un misterioso Passero rosso, Loris si convince di essere al centro di un thriller che potrebbe vederlo coinvolto con un appartenente di peso della criminalità romana. Nella sua forsennata ricerca della verità Loris interagisce con personaggi altrettanto stravaganti, dallo pseudo manager caricaturale e trucido dal pesante accento campano alla anziana poetessa erotica, al coinquilino Pomilio, un improbabile attore, fino al barista Jesus, romano de Roma, alla bisogna pornostar.

Una giornata di ordinaria follia che ruota intorno a Loris, antieroe arrogante e supponente che finisce col creare un legame contrastante con lo spettatore, non suscitando empatia a causa del suo atteggiamento da intellettuale incompreso.

Daitona – il trailer

Una commedia fuori dal comune

Al di là della trama, che porta avanti un intreccio a metà tra il giallo de noantri e il Bildungsroman, è sicuramente originale lo sviluppo della vicenda.

Il regista mantiene un sguardo ironico per tutta la durata del film, ironia e nonsense evidenziati dalle inquadrature che privilegiano i primi piani ravvicinati e i particolari in un continuo accostamento a una recente cinematografia britannica di rottura. La fotografia che privilegia i colori forti e luminosi contribuisce a mantenere il tono sopra le righe palesemente manifestato sin dalle prime sequenze e le soluzioni grafiche che sostengono l’andamento veloce della storia chiaramente si rifanno alle webstories che da diverso tempo spopolano su youtube.

Il passaggio tra i dubbi del protagonista e la risoluzione alla sua angosciante (almeno secondo il suo punto di vista) giornata è scandito da alcune sequenze animate che sembrano ruotare sull’affermazione shakesperiana che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni.

Opera forse un po’ grezza trattandosi di un esordio nel mondo dei lungometraggi, ma date le premesse, ci si aspetta una rapida e positiva evoluzione da parte del regista Lorenzo Giovenga (classe 1989).

Daitona
Daitona: sul set del film

Intervista al regista Lorenzo Giovenga

Ciao Lorenzo e benvenuto su Cinemio. Ti va di fare una breve presentazione su di te? Perché hai deciso di intraprendere la strada del mondo del cinema. Quando è avvenuta la folgorazione?

Che dire, presentarsi non è mai facilissimo. Sono Lorenzo, vengo da Roma e da circa dieci anni ho deciso di intraprendere la strada nel cinema. La folgorazione è avvenuta a 16 anni dopo aver visto Kill Bill di Quentin Tarantino: un colpo di fulmine che mi ha fatto amare il cinema come non mai. Da allora non ho fatto altro che coltivare la mia passione tra sacrifici, notti in bianco, porte in faccia, una valanga di no ma anche tanto divertimento.

Fare il regista oggi significa soprattutto questo: avere una grande resistenza e un sano pizzico di follia. Ho poi incontrato dei compagni di viaggio unici come Lorenzo Lazzarini e Valentina Signorelli con i quali abbiamo aperto la Daitona srl, con la quale abbiamo prodotto l’omonimo film.

Daitona è molto ironico e ricorda come stile alcune opere della cinematografia anglosassone. Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Daitona nasce da tutto quello che ho amato e con cui sono cresciuto: dagli sghembi personaggi letti in Bukowski ai dialoghi alla Tarantino, dalle situazioni surreali dei Fratelli Coen alla cura formale di Wes Anderson. Per quanto riguarda la cinematografia anglosassone Daitona deve tantissimo ai film di Edgar Wrightsopratutto alla cosiddetta “trilogia del cornetto” che ha realizzato insieme a Simon Pegg e Nick Frost.

Da Wright ho preso tante soluzioni di regia, di humor e di montaggio. Tuttavia i due film che mi hanno fatto decidere di realizzare Daitona sono stati “Vizio di Forma” di P.T. Anderson e “Californication” che poi in realtà è serie TV… 

In Daitona c’è un cameo di Ornella Muti. Come ti sei trovato con lei, una delle ultime dive del nostro cinema?

Ho scelto Ornella Muti proprio per la sua carica mitica che la pervade. Come hai detto tu lei è davvero una delle ultima dive del nostro cinema. E’ stata una collaborazione bella, piena di umanità e semplicità. Alla fine della giornata di lavoro Ornella si è fermata a mangiare una pizza margherita con tutta la troupe. Una bellissima esperienza!

Il protagonista non trasuda simpatia anzi sembra piuttosto uno che come si dice oggi “se la tira”. È la descrizione dello pseudo intellettuale alla Stephen Dedalus (personaggio di James Joyce) o rappresenta il disagio della gioventù contemporanea in conflitto con la società attuale?  

E’ interessante che per descrivere Loris Daitona hai scomodato addirittura James Joyce e il suo romanzo simbolo “Ulisse”, un romanzo che quasi nessuno ha letto ma che tutti conoscono e hanno studiato, un flusso di parole lungo e potente. In qualche maniera è la stessa cosa che sta cercando il nostro Daitona: una consacrazione letteraria, scrivendo “Es-senza”, quello che a suo dire dovrebbe essere il suo romanzo simbolo, il libro della vita. A lui non interessa più piacere alla gente, compiacere il pubblico, vendere dei libri: quello gli è successo già dieci anni prima e ora non è quello che cerca.

Daitona vuole essere ricordato, vuole diventare immortale con un libro di 800 pagine che forse nessuno leggerà… dall’altra parte tutti gli altri vogliono che lui ricopi il precedente “Ti lovvo”, realizzi un secondo best seller, diventi la copia di se stesso. Penso che in qualche maniera in Daitona tutti hanno ragione tutti hanno torto, sono tutti personaggi grigi come la serialità televisiva ci ha insegnato nell’ultimo decennio.

I personaggi “antipatici”, da Dr House a Walter White, sono iniziati a diventare quelli più empatici per il semplice fatto che hanno tolto il mantello dell’eroe per diventare persone normali.

Oggi penso che la maggior parte degli sceneggiatori puntino a creare antieroi, personaggi antipatici e scomodi perché sono più divertenti, più veri, più cinematografici, con più conflitti interiori come direbbero quelli bravi. 

Daitona
Daitona: sul set del film

Quali sono i tuoi progetti futuri? Recentemente hai calcato il red carpet a Venezia…

Lo scorso settembre sono stato al Festival di Venezia con  il cortometraggio transmediale Happy Birthday prodotto da Rai Cinema e One More Picture. E’ stata un’esperienza incredibile ed emozionante. Per il futuro ovviamente punto alla mia opera seconda, oppure a un prodotto seriale… Ci sono tante idee, ma come sempre accade nel nostro lavoro, ci vuole una sana dose di fortuna!

Grazie Lorenzo e alla prossima!

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