Presentato alla XX edizione della Festa del cinema di Roma, Il principe della follia è un racconto che va oltre la disabilità.
Il principe della follia, oltre la disabilità, oltre il dolore
Presentato a Roma in occasione della ventesima edizione della Festa del cinema, Il principe della follia è stato realizzato e voluto fortemente da Dario D’Ambrosi, fondatore del Teatro Patologico, noto al grande pubblico per la piccola partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo 2025.
La trama del film è singolare: durante i suoi soliti giri, un tassista (Andrea Roncato) scopre che in una emittente privata, un conduttore dichiaratamente disabile, offre in vendita la sua famiglia. Parte da qui la ricerca del luogo e delle persone in mostra.
Tra i personaggi che sfilano nella storia, un anziano clown (Alessandro Haber), un bambino in sedia a rotelle, un transessuale e una ex ballerina classica.
Il film è un viaggio nelle diversità, oltre la disabilità e oltre il dolore. Le storie mostrate sono forti e impattanti.
Come dice lo stesso regista, una disabilità non è un dolore che porta solo chi ha la sventura del problema. Essa accompagna e ricade su tutta la cerchia che ruota intorno al disabile, dalla famiglia, agli amici, al condominio.
Il film di D’Ambrosi è sicuramente teatrale in forma e stile recitativo anche se molte sono le riprese in esterno. La storia è ambientata nelle Marche e girata in quella regione grazie al patrocinio di Marche film Commission.
Dalla realtà allo schermo
Dario D’Ambrosi ha tratto ispirazione da una vicenda vera vissuta in prima persona. Nel lontano 1979, il regista fu ricoverato nel manicomio milanese “Paolo Pini” e qui incontrò un giovane affetto da disabilità fisiche e psichiche , ma comunque dotato di una grande forza d’animo.
Non si può definire Il principe della follia una storia semplice né facilmente fruibile. La pellicola è stata resa possibile grazie all’esperienza quarantennale del Teatro Patologico e alla partecipazione di attori noti e aperti alla sperimentazione. Un fulgido esempio di come il cinema possa coniugare arte e impegno civile e sociale.
