Martedì 21 maggio, al cinema Anteo abbiamo assistito alla diretta streaming del film Fuori presentato al 78º Festival di Cannes. Con il film Fuori Mario Martone porta Rebibbia in Concorso a Cannes.
Di Antea Cukon
Fuori, un’opera poetica
Con Fuori, Mario Martone torna dietro la macchina da presa per raccontare un’esperienza intima, potente e poco conosciuta: quella della scrittrice Goliarda Sapienza durante il suo periodo di detenzione nel carcere femminile di Rebibbia. Il film, ispirato ai suoi scritti autobiografici L’università di Rebibbia e Le certezze del dubbio, è molto più di una biografia: è un’opera poetica, politica e profondamente umana che parla di libertà interiore, immaginazione e solidarietà femminile.
Al centro della narrazione c’è Goliarda (interpretata magistralmente da Valeria Golino), donna colta, ribelle, anticonformista, che finisce in prigione per un furto di gioielli. In un ambiente apparentemente ostile e spersonalizzante, trova invece uno spazio in cui riscoprire se stessa grazie al legame con altre detenute, in particolare Roberta (Matilda De Angelis) e Barbara (Elodie). I rapporti che nascono tra queste donne sono il cuore emotivo del film: sinceri, crudi, a volte fragili, ma sempre autentici. È in quelle relazioni che si manifesta la forza del “fuori” evocato dal titolo – un fuori che non è geografico, ma simbolico, fatto di libertà mentale, creatività, empatia.
La capacità di dare voce a chi non ce l’ha
Martone sceglie un linguaggio cinematografico lontano dal racconto lineare e convenzionale. La struttura del film è frammentata, costruita per evocazioni e memorie, come se lo spettatore viaggiasse all’interno della coscienza della protagonista. I flashback, le voci fuori campo, i silenzi, contribuiscono a creare un’atmosfera sospesa, quasi onirica, che riesce a restituire la ricchezza interiore di Goliarda senza mai idealizzarla. La regia è sobria, ma intensamente espressiva; la fotografia di Paolo Carnera valorizza ogni dettaglio degli spazi chiusi e assolati, mentre il montaggio di Jacopo Quadri lascia respirare le emozioni e i dialoghi.
Ma ciò che rende Fuori un film necessario è la sua capacità di riflettere sul senso della libertà oggi, e sulla condizione delle donne ai margini della società. Senza retorica né paternalismo, Martone dà voce a quelle figure spesso invisibili – detenute, emarginate, autodistruttive – raccontandole con rispetto e profondità. Il carcere, in questo senso, diventa una metafora: luogo fisico di costrizione, ma anche terreno di rinascita, confronto, comprensione reciproca.
Il trailer
Fuori – Un cast eccezionale
Valeria Golino offre una delle sue prove più intense: il suo volto, segnato ma vitale, è capace di restituire con grande sensibilità la complessità di Goliarda. Matilda De Angelis e Elodie non sono da meno: le loro interpretazioni cariche di fragilità e forza contribuiscono a creare un’armonia corale, tutta al femminile.
Fuori è un film che va oltre il racconto carcerario. È un’opera sull’immaginazione come via di salvezza, sull’importanza del legame umano, sull’identità che si costruisce anche nei luoghi più inaspettati. Un Martone ispirato, politico nel senso più alto e poetico del termine. Un cinema che non urla, ma lascia il segno.
Non sorprende che a fine proiezione abbiamo assistito a 7 minuti di applausi al Festival di Cannes.
Buona visione e fatemi sapere cosa ne pensate!