Film stranieri: tra fantascienza e drammi umani ecco The Road

Il 2 di giugno sarebbe stata la giornata ideale per andare al mare, fare una gita fuori porta, e così mi anzi ci sarebbe piaciuto fare, ma il tempo ha deciso di no, ci ha convinto fino in fondo ad abbandonare questa piacevole idea, e a cambiare radicalmente programma. Ovviamente quando abbiamo “ripiegato” per un cinema, la giornata si è improvvisamente rimessa ed un bel sole è emerso all’orizzonte.

A parte le battute, visto che il cinema non è mai un ripiego, mi piaceva iniziare così per far capire come prima di andare a vedere questo film ci abbiamo pensato parecchio, mi ero informata e sapevo che sarrebbe stato abbastanza duro e difficile da affrontare e sicuramente non spensierato.

Dopo averlo visto posso confermare che ne è valsa veramente la pena, il film non è bello è bellissimo, emozionante, toccante, profondo; la cosa interessante è che in tutti quei 111 minuti di durata vediamo quasi esclusivamente i due protagonisti padre, figlio interpretati rispettivamente da un bravissimo Viggo Mortensen e da uno spettacolare Kodi Smit-McPhee, la terza potagonista è Charlize Theron che però si vede veramente poco, ma da anche lei un tocco quasi magico al film.

locandina ufficiale del film

locandina ufficiale del film

La storia ed i suoi protagonisti


La storia è triste, è molto triste, drammatica; si parla in sostanza della fine del mondo, di un Pianeta Terra ormai veramente completamente distrutto, dove la vita non esiste quasi più, gli animali si sono estinti (o meglio esistono solo nei libri), ci sono solo degli esseri umani, pochi, molto pochi che girano per le strade i cerca di cibo e se non lo trovano si danno al cannibalismo senza tanti problemi.

In questo contesto la coppia Mortensen-Theron, mette al mondo il primo figlio, ma mentre il padre è determinato ad andare avanti e a lottare per sopravvivere, non è della stessa idea la madre che per la verità non avrebbe neanche voluto partorirlo questo figlio per non fargli fare la vita che poi dovrà affrontare.

E così padre e figlio viaggiano verso sud in direzione mare, nella speranza che lì la situazione sia migliore, ma questo viaggio non sarà affatto semplice, si imbatteranno infatti con delle bande di veri e propri cannibali, non avranno cibo a sufficienza per sopravvivere, posti caldi dove dormire, abiti per coprirsi.

La morte è un pensiero costante per tutti e due, ci si devono imbattere per forza, ed ogni giorno è una dura lotta per farla andare via tanto che una delle frasi molto belle che si sente è questa: “la morte è un lusso che non ci si può permettere di questi tempi”, eh si perchè viene vista come una vera e propria liberazione da tante sofferenze, il padre cerca di preparare il figlio al momento nel quale non ci sarà più, gli insegna addirittura come fare ad uccidersi con la pistola, ed in un momento molto intenso arriverà quasi lui stesso a farlo.

Cosa ti lascia questo film?

Questo film ci insegna veramente tanto, ad un certo punto in una scena si vedono per terra soldi, gioielli che oramai non hanno più alcun valore perchè l’uomo è nella sua condizione estrema, senza cibo, nè alloggio, nè vestiti, nè altre persone con cui parlare e di cui fidarsi perchè tutti sono nemici o potenziali nemici, i pochi protagonisti non hanno dei nomi propri perchè anche questo viene considerato un lusso che non ci si può permettere.

Proprio per questo motivo si vede come anche nelle condizioni estreme si differenzano i buoni dai cattivi, come li divide lo stesso bambino, o meglio c’è chi lotta e sopravvive senza però fare del male a nessuno, c’è chi sopravvive uccidendo e seviziando altri esseri umani e c’è chi non ce la fa a sopravvivere e decidedi uccidersi avendo però anche la possibilità di farlo senza soffrire troppo.

Mi sarebbe piaciuto molto che il film terminasse con una speranza di vita, e una speranza c’è, non è quella attesa forse ma ci permette perlomeno di non piangere troppo mentre si esce dalla sala.

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