Senza sangue film diretto di Angelina Jolie tratto dall’omonimo romanzo di Alessandro Baricco al cinema dal 10 aprile
di Antea Cukon
Senza sangue
Senza sangue, diretto da Angelina Jolie e tratto dal breve ma intenso romanzo di Alessandro Baricco, è un film che si muove sul filo del silenzio e delle emozioni trattenute. È un racconto di vendetta e perdono, ma anche una profonda riflessione sull’eredità emotiva lasciata dalla violenza.
La storia ruota attorno a Nina, interpretata da una sorprendentemente intensa Salma Hayek. Da bambina, Nina assiste all’uccisione del padre e del fratello durante un raid, in un paese non meglio identificato, che potrebbe essere ovunque — un elemento che contribuisce a rendere il film universale. Decenni dopo, rintraccia uno degli assassini, Tito (Demián_Bichir), e lo costringe a un confronto che è più mentale che fisico.
Quello che sorprende è quanto poco accada in termini di azione, e quanto invece sia tutto affidato ai dialoghi, agli sguardi, ai silenzi. Il film è costruito quasi interamente intorno al dialogo tra questi due personaggi, ormai anziani, in una stanza. Ed è lì che avviene la vera guerra: una guerra di parole, rimorsi, desideri mai detti. Jolie sceglie una regia molto intima e trattenuta, quasi teatrale. Pochi movimenti di macchina, tante inquadrature strette, e una fotografia che sembra voler accarezzare i volti, scavando nelle rughe come se fossero cicatrici della memoria.
In guerra tutti gli uomini diventano animali
Le interpretazioni sono il cuore del film. Hayek riesce a comunicare una gamma emotiva impressionante con pochissime parole: si percepisce la sua rabbia repressa, ma anche una strana curiosità verso l’uomo che ha segnato la sua vita. Bichir, dal canto suo, dà vita a un personaggio ambiguo, pieno di colpa ma anche di dignità, che non cerca scuse ma non rifiuta nemmeno il confronto. Assistiamo a prospettive diverse sul conflitto e sull’origine del dolore.
Il trailer del film
Senza sangue – Il perdono è possibile?
Tuttavia, Senza sangue non è un film per tutti. Il ritmo è lento, quasi ipnotico. Chi cerca una narrazione convenzionale o colpi di scena potrebbe trovarlo pesante. Alcune scelte stilistiche — come l’uso costante di flashback o la colonna sonora molto presente — rischiano di appesantire il racconto, invece di accompagnarlo con discrezione.
Nonostante questo, Senza sangue riesce a lasciare qualcosa allo spettatore. Non tanto una risposta, quanto una domanda: è davvero possibile perdonare? E cosa succede quando chi ha subito un torto incontra chi lo ha commesso, dopo anni di silenzio? Il film non cerca di dare una morale netta, ma accompagna chi guarda in una riflessione lenta, profonda, a volte scomoda.
In conclusione, Senza sangue è un film che va affrontato con pazienza e apertura. Non offre spettacolo, ma un’esperienza emotiva intensa. Jolie firma un’opera imperfetta ma coraggiosa, che punta tutto sull’umanità spogliata, sulle parole non dette e sulle ferite che forse, a volte, possono anche guarire.
Buona visione!
Bellissima recensione, grazie! Ho letto il romanzo e non vedo l’ora di vedere il film.