Target _ Il film che sbaglia “bersaglio” e non solo

Target è un film thriller/commedia del 2018 diretto da Raditya Dika e con protagonisti Cinta Laura, Samuel Rizal, Willy Dozan e lo stesso Raditya Dika. Inoltre il film è disponibile su Netflix.

Target
Locandina del film Target

Target

Nove persone, attori famosi e alcuni poco noti, vengono selezionate per girare un film misterioso, Target. Del fantomatico film non sanno nulla, non hanno nemmeno un copione e vengono attirati con l’inganno in un edificio dove parteciperanno inconsapevolmente ad un gioco letale. Chi sopravviverà?

Bersaglio mancato…

I protagonisti sono tutte celebrità più o meno note dell’Indonesia, che si cimentano in questa sorta di meta thriller il cui unico obiettivo era “ridicolizzare” pellicole famose quali Saw.

L’idea di base è assai simile, persone rinchiuse che devono cercare di sopravvivere alle trappole studiate dal “killer” o dal game master in questo caso. Ma a causa di un budget relativamente basso e di una sceneggiatura pressoché inesistente (molti dialoghi sono improvvisati e si nota) il film non riesce ad essere né un thriller né una commedia.

Quando dovrebbe alzarsi la tensione, in realtà si abbassa per colpa di gag ridicole con tanto di personaggi stereotipati e quando si dovrebbe ridere invece, vengono inserite morti casuali e relativamente stupide. Per farvi capire meglio, praticamente le “morti” che dovrebbero avvenire tramite i piani del game master, in realtà sono morti accidentali dovute alla loro
stupidità.

L’idea di mescolare due generi, quali il thriller e la commedia, può risultare
complicata se non si hanno almeno le basi registiche. Difetti che si notano nelle inquadrature che passano da lunghi e soporiferi primi piani a sequenze più ristrette che anziché accentuare il senso di inquietudine/claustrofobia (come i thriller dovrebbero fare) accentuano solo un senso di fastidio misto a nervosismo. In poche parole né si ride né ci “spaventiamo”.

L’idea di base era più che buona, portare sullo schermo “vecchie glorie” di un cinema di successo e cercare di modernizzarle mediante un processo di crescita/critica personale. L’esempio lampante è quello di Willy Dozan, attore marziale di punta dell’Indonesia che qui ha un ruolo decisamente diverso.

Viene spogliato della sua caratura da duro e vestito da uomo in piena
crisi di mezza età e pieno di dubbi sulla propria sessualità. A mio avviso, è l’unico elemento che funziona, studiato bene e portato a termine con astuzia. Target è una visione distorta degli attori e di come essi vedano loro stessi. La sfida era nel reinventarsi (e non tutti ci sono riusciti) ma sono solo riusciti a ricreare brutte copie di sé stessi. Bersaglio mancato, alla grandissima…

Target
Una scena del film

Giudizio personale su Target

Target non è un film che mi sento di consigliare. Non è brutto ma nemmeno bello, è un film che comunque riesce a non annoiare ma a fine visione avresti preferito guardare altro. Sullo stesso tema del “reinventarsi” creando un nuovo personaggio di sé stesso (in chiave ironica) c’è una serie che vi consiglio, “Jean Claude Van Johnson” con Van Damme (e non devo
certo spiegarvi chi è). Target voleva centrare un bersaglio ma la pistola o ha fatto cilecca oppure era caricata a salve. L’unico bersaglio centrato è quello dell’inutilità…

Se il film ti è piaciuto, dai uno sguardo alle altre nostre recensioni “orientali” come Snowpiercer e gli altri articoli della mia rubrica.

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