Sonatine è un film del 1993 scritto e diretto da Takeshi Kitano che interpreta anche il protagonista, affiancato da Susumu Terajima, Ren Osugi e Ken’ichi Yajima. È stato inoltre presentato al 46° Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard.
Sonatine
Murakawa è un boss della Yakuza, che vorrebbe ritirarsi poiché stanco e disilluso da una vita senza futuro al di fuori della criminalità. Il suo “capo” gli ordina un’ultima missione, recarsi sull’isola di Okinawa per porre fine alla rivalità tra due bande. Presto si accorgerà però di essere caduto in trappola e che i suoi stessi capi vogliono farlo fuori…
Un gangster movie tra risate e balli di gruppo
Che Takeshi Kitano abbia un debole per i gangster movie è ormai risaputo, ma ciò che lo contraddistingue è il saper aggiungere con estrema semplicità, una poetica raffinata e colta sul significato della vita. Kitano nasce come “comico” e voleva togliersi di dosso questa nomea e già con Violent Cop aveva sorpreso tutti.
Sonatine non è solo un gangster movie “yakuziano“, ma un film in cui Kitano raggiunge la maturità necessaria per esprimere un concetto a lui importante, ovvero la condizione umana. Nel film infatti si vive come sopra il filo degli equilibristi, in bilico tra la violenza la banalità di una commedia.
Parlando della Yakuza appunto, deve far attenzione a non essere giudicato un simpatizzante della criminalità organizzata, infatti ne parla più metaforicamente, facendo il paragone con il Giappone di un tempo, più tradizionale, col Giappone di oggi che quei valori di un tempo li ha persi per strada.
Per contrastare questa “criminalità” Kitano in Sonatine fa largo uso di primi piani sul mare, quel mare vastissimo che rappresenta la bellezza e la pace. Anche un criminale davanti a quella visione paradisiaca, si trasforma in bambino, inizia a giocare con le onde e la sabbia, si dimentica la violenza e si riscopre l’importanza del silenzio. Sonatine è un film particolare che nasce come un gangster movie, ma che tra risate e balli di gruppo nasconde lo stato d’animo del regista e non, che in quelle risate ritrova l’uomo perduto che era un tempo…
Vita o morte, solo un gioco per Takeshi Kitano
Se pensiamo a qualsiasi gangster movie, in genere ci aspettiamo violenza, sangue e un’atmosfera cupa. Sonatine è diverso, da film cupo con scene violente (come quella in cui annegano un tizio) passa ad essere un film “comico” al limite tra il grottesco e il tragi-comico.
I membri della Yakuza sono spietati, senza scrupoli e adattati alla violenza pura. Giocano con la vita e la morte, sono i padroni del mondo. Ci si dimentica però che siamo stati tutti bambini, eravamo tutti spensierati e liberi. L’arrivo in quell’isola per Murakawa e i suoi uomini, nonostante sappiano sia una trappola, è una rivelazione. Lontani da tutto quel
marcio che li ha logorati dentro, su quella spiaggia, ritornano bambini e pensano alla vita e alla morte come eventi naturali della vita.
Diventano fragili, non indossano più la maschera della Yakuza, adesso anche loro provano paura, paura per la morte. La morte per Murakawa diventa inevitabile, ma quel mare e quella spiaggia lo separano dalla realtà e dalla vita che ha sempre desiderato, una vita in cui persino l’amore può trovarvi spazio.
Ma in ogni caso, Kitano lo sa, la morte non aspetta, arriva sempre e comunque allontanandosi lentamente come le onde del mare…
Perché guardare Sonatine?
Perché le musiche sono composte da Joe Hisaishi, noto compositore giapponese che oltre ad aver collaborato spesso con Takeshi Kitano, è anche autore di diverse colonne sonore dello Studio Ghibli tra cui Il castello errante di Howl.
Non è il gangster movie a cui tutti siamo abituati, ma ad uno sguardo attento rivela una dolce poetica sul significato della vita. L’isola filmata dal regista è uno spettacolo per gli occhi, rilassa la mente e induce alla meditazione e alla introspezione.
Takeshi Kitano è apprezzato persino da Tarantino, che ad ogni suo set obbliga gli attori a guardare almeno uno dei suoi film. Sonatine è per me tra i più bei film orientali mai prodotti, un film da riscoprire che ci accompagnerà per il resto della vita…
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